L’impegno dell’ANBSC a far proseguire l’attività produttiva delle aziende sequestrate o confiscate alla mafia
Condividere informazioni per geo-localizzare le aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, verificare l’impatto economico che le stesse hanno sul territorio e fare in modo che proseguano nell’attività produttiva mantenendo i livelli occupazionali.
Questi i punti che caratterizzano la convenzione operativa siglata dal direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Ansbc), prefetto Bruno Corda, e dal direttore del Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni (DEMI) dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, professoressa Adele Caldarelli.
Per raggiungere tali obiettivi verranno avviati programmi di formazione e di ricerca sui temi dell’amministrazione giudiziaria e della gestione delle aziende sequestrate e confiscate e sarà promosso lo scambio di informazioni tra esperti del settore, anche nel quadro di collaborazioni con altri dipartimenti universitari, organismi di ricerca e enti impegnati nello studio e nel contrasto al fenomeno criminale di origine economica e finanziaria.
Saranno inoltre garantite attività di ricerca attraverso collaborazioni tra docenti, ricercatori del Demi e personale dell’Agenzia e tirocinii per laureandi e dottorandi interessati allo studio di questo fenomeno.
Questa convenzione completa quella stipulata lo scorso 8 gennaio con il Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Università “Federico II” di Napoli, che promuove progetti di studio, ricerca e formazione nel settore die beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Iniziative che si inseriscono in un percorso di collaborazione avviato da tempo dall’Agenzia con altri atenei – quali l’Università degli Studi di Roma “Unitelma Sapienza”, l’Università di Pisa, l’Università degli Studi Internazionali di Roma, la LUISS, l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano e l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.
Università degli Studi di Napoli Federico II
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Beni confiscati: analizzare le criticità per accelerare la destinazione alla collettività
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