Inchiesta “Minotauro”, sequestrati beni fra Piemonte e Calabria
La Guardia di Finanza della provincia di Torino ha messo i sigilli a 41 unita’ abitative, 40 terreni e 27 autorimesse di proprieta’ di 38 imputati dell’inchiesta “Minotauro” sull’ndrangheta. Gli immobili si trovano in Piemonte (province di Torino e Vercelli) ed in Calabria (province di Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia).
Un patrimonio che le Fiamme Gialle coordinate dal Gruppo Riciclaggio della Procura torinese, hanno sequestrato per garantire il rimborso delle spese dell’intero procedimento. Altri sequestri della stessa natura sono stati effettuati dalla Direzione investigativa antimafia. I provvedimenti di sequestro conservativo sono stati emessi ad un anno di distanza dal blitz del giugno 2011 ed in concomitanza con la richiesta di rinvio a giudizio di 169 indagati, la maggior parte dei quali per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
I sequestri conservativi si differenziano da quelli ‘per sproporzione’, effettuati sempre dai Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino, contestualmente agli arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione ‘Minotauro’. Allora, infatti, le oltre 180 unita’ immobiliari, i 200 rapporti finanziari ed i 10 complessi aziendali furono “congelati” sulla presunzione in gran parte non smentita che, costituendo un patrimonio eccessivo rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati, si presume che tali ricchezze siano state accumulate illecitamente.
I provvedimenti in questione, invece, riguardano beni di provenienza lecita, talvolta acquisiti per eredita’, che comunque saranno utilizzati per garantire le spese di giustizia in caso di condanna.
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