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Chi controlla il Cavaliere?

di Norma Ferrara il . L'analisi

n dirittura d’arrivo ma non meno pungente, il programma di Santoro, Annozero, giovedi scorso 13 maggio porta avanti un’altra puntata d’inchiesta su Cosa nostra capace di fornire ulteriori elementi all’opinione pubblica e alla magistratura sul delicato quanto centrale tema del ruolo giocato dai Servizi segreti nella lotta alla mafia e in particolare fra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90. «Esiste una foto del “signor Franco”, l’uomo dei servizi segreti che faceva da contatto tra lo Stato e Vito Ciancimino, con un importante politico di oggi – ha dichiarato il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Massimo Ciancimino, ospite in studio nella puntata intitolata “Servizi segreti” di Annozero. “C’è ha spiegato una foto dell’uomo dei servizi segreti con un politico importante ancora oggi».

Dopo gli ultimi elementi emersi intorno al fallito attentato al giudice Giovanni Falcone nel giugno del 1989, la redazione di Annozero, con il fondamentale contributo giornalistico d’inchiesta di Sandro Ruotolo, ripercorre la presenza dei Servizi segreti negli affari di mafia e politica degli anni precedenti e posteriori alla cosiddetta “Trattativa”. Anello di congiunzione fra la mafia da un lato, la politica e i servizi dall’altro, ancora lui: l’ex sindaco mafioso, il corleonese, Vito Ciancimino. Il figlio Massimo sta da alcuni anni, I com’è noto, mettendo a conoscenza gli inquirenti delle informazioni contenute negli appunti del padre e le notizie di cui è in possesso dagli anni ’90. Fra queste molte rimaste non definite riguardano proprio il buco nero legato al ruolo giocato dai Servizi segreti. Ciancimino durante la trasmissione continua il suo racconto, arricchendolo di elementi nuovi. Il figlio dell’unico politico condannato in via definitiva per mafia in Sicilia fa sapere di avere, ad oggi, gli elementi per individuare quali uomini dei servizi segreti presero parte a queste operazioni. Qualcuno sarebbe stato persino fotografato con un politico importante, tanto che Santoro chiede: «Si tratta di un uomo della prima o seconda Repubblica?» «Perchè c’è una differenza tra la prima e la seconda Repubblica?», Risponde il figlio dell’ex sindaco di Palermo, che ha aggiunto che questa foto è stata pubblicata su una rivista ‘free’.

Ciancimino poi non ha voluto aggiungere altro dicendo che della questione si sta interessando la magistratura, ma anticipato che consegnerà nei prossimi giorni alla Procura di Palermo un telefono cellulare contenente alcuni numeri di uomini dei Servizi segreti, tra cui anche quello del ‘signor Franco’, con cui avrebbe avuto rapporti il padre Vito, durante la cosiddetta ‘trattativa’ tra Stato e Mafia. Ciancimino ha spiegato che anni fa gli era stata sequestrata la sim del telefono con i numeri in questione, «ma la sim è sparita». «Di recente ha detto un mio familiare ha ritrovato il cellulare contenente la copia dei numeri di telefoni di quella sim che si è persa». Circostanze spesso in divenire e talvolta contraddittorie o casuali quelle che fanno da contorno alle deposizioni del “dichiarante – collaboratore” Massimo Ciancimino.

Ma su un punto il figlio dell’ex sindaco di Palermo è tornato spesso, anche durante la trasmissione di Raidue, con fermezza: dietro le scelte del Cavaliere, oggi premier Silvio Berlusconi, ci sarebbe stato sempre un solo uomo, Marcello Dell’Utri. Secondo i verbali depositati alla procura di Palermo, Ciancimino avrebbe riferito che secondo il padre a prendere il suo posto nel gestire la trattativa, dopo le fasi iniziali, sarebbe stato proprio l’attuale senatore Marcello Dell’Utri. Lo stesso che qualche settimana fa ha dichiarato, nel silenzio più generale alla stampa: «faccio il senatore solo per difendermi da questi processi». Anche questa volta le reazioni non sono mancate e Dell’Utri ha accusato Ciancimino di aver portato in televisione l’ennesimo atto di un “processo mediatico” nei suoi confronti. Sul resto il senatore, che ha ammesso di usare la politica come scudo difensivo dall’azione penale esercitata nei suoi confronti dalla magistratura, non ha risposto.

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