L’Aquila, progetto case
Gli scarichi degli insediamenti del PROGETTO CASE realizzati a L’Aquila dal Dipartimento di Protezione civile subito dopo il sisma del 6 aprile 2009, attualmente scaricano i liquami nei corsi d’acqua senza alcuna depurazione.
Come Presidio di Libera L’Aquila, in queste settimane, abbiamo effettuato una serie di sopralluoghi dopo che ci era pervenuta, attraverso il Comitato 3e32, la segnalazione di un cittadino che denunciava gli scarichi a cielo aperto dell’insediamento di Bazzano.
Abbiamo così verificato che lo scarico delle fogne senza depurazione è reale almeno per i nuovi insediamenti di Bazzano, Sant’Elia, Paganica, Camarda e Assergi.
Più precisamente: il nuovo quartiere di Bazzano scarica direttamente nel fiume Aterno; quelli di Camarda e Paganica nel fiume Vera (affluente dell’Aterno), mentre l’insediamento di Assergi scarica, allacciandosi alle opere di scolo delle acque del ponte autostradale, nel fiume Raiale (affluente del Vera).
Per gli altri insediamenti non abbiamo ancora dati certi, ma da una prima ricognizione la situazione non risulta diversa e lo stesso discorso vale anche per gli insediamenti dei MAP. Spesso le nuove fogne si allacciano alle condotte preesistenti, a loro volta prive di adeguati impianti di depurazione.
Precisiamo che, per il solo Progetto CASE, stiamo parlando di nuovi alloggi appena realizzati e che ospitano migliaia di persone, i cui liquami finiscono nelle acque del fiume Aterno senza depurazione.
Così in Abruzzo l’emergenza del terremoto si è aggiunta a un’altra già preesistente, quella ambientale del fiume Aterno, il cui bacino è da sempre assediato dagli scarichi fuori norma di molti paesi, nuclei industriali e persino della Facoltà di ingegneria ambientale dell’Università dell’Aquila.
Proprio per “fronteggiare la crisi di natura socio-economico-ambientale determinatasi nell’asta fluviale del bacino del fiume Aterno”, il 9 marzo 2006, la Protezione civile era intervenuta con l’emanazione della OPCM 3504 e con la nomina di un Commissario delegato, il dott. Arch. ADRIANO GOIO.
Tre anni dopo, nei giorni immediatamente successivi al terremoto, risultavano aperti solo alcuni cantieri per la realizzazione di depuratori, come quelli di Bazzano e Fossa, ma nessuno di loro sembra ancora in funzione. Risulta che alcuni altri interventi parziali sono stati finora eseguiti sulle condotte fognarie preesistenti, ma dalle nostre ricognignozioni tali condotte non risultano ancora completate o allacciate a depuratori.
Il caso del depuratore di Bazzano – inizio lavori gennaio 2009 e ultimazione prevista per il 21 gennaio 2010 – è emblematico. Come racconta Primo Di Nicola su L’espresso di oggi, lo stesso sarebbe stato ultimato in fretta e furia proprio per consentire a Berlusconi di presentare gli alloggi del quartiere simbolo di Bazzano il 29 settembre scorso, giorno del suo compleanno. Ma lo stesso depuratore si presenta come ultimato ma non attivo – pare – solo per i ritardi dell’Enel che da 7 mesi ancora non fornisce l’energia elettrica.
“Ciononostante – si legge nell’articolo – il consorzio Forcase incaricato da Bertolaso di realizzare le abitazioni dei terremotati ha iniziato a scaricare senza preavviso nella condotta del depuratore. Morale: Goio ha chiuso con dei palloni l’accesso all’impianto e solo per carità di patria, per non creare altri dispiaceri ai terremotati bisognosi di quegli alloggi, ha autorizzato il consorzio a scaricare la fogna direttamente nel fiume. Solo negli ultimi giorni Goio ha autorizzato la reimmissione della fogna nel depuratore, che però continua a non funzionare.”
A tal proposito, precisiamo che nell’ultimo nostro sopralluogo effettuato ieri pomeriggio, i liquami del quartiere di Bazzano continuavano a essere scaricati, sempre senza depurazione, direttamente nel fiume Aterno.
Ricordiamo che la Protezione civile, dopo una ordinanza del 14 dicembre 2005, nel marzo 2006 con l’ordinanza 3504 aveva creato un Commissariato delegato a “fronteggiare la crisi di natura socio-economico-ambientale determinatasi nell’asta fluviale del bacino del fiume Aterno”.
Come Associazione Libera, anche alla luce delle precedenti inchieste del nostro Presidio di L’Aquila e delle notizie che stanno emergendo dall’inchiesta della Procura di Firenze sulle modalità operative del Dipartimento di Protezione civile, è d’obbligo porre alcune domande anche sul tema dell’emergenza inquinamento del fiume Aterno.
Chiediamo di sapere – dopo 4 anni e nonostante il ricorso agli ampi poteri previsti dalla decretazione d’urgenza – a che punto sono i lavori per l’emergenza Aterno, quando si prevede la loro ultimazione, quanto è costato finora tale commissariamento, quali sono le ditte impegnate nei lavori, quali sono le modalità di assegnazione di incarichi e appalti.
Cogliamo questa occasione per lanciare nuovamente un appello:
– alla popolazione e alle associazioni affinchè tengano alta la guardia su tutto ciò che sta avvenendo all’interno dei comuni del cratere;
– alle forze politiche affinchè facciano sentire la loro voce per una maggiore trasparenza e per l’accesso agli atti;
– agli operatori dell’informazione affinchè si impegnino nel reperire e nel divulgare le informazioni.
Tenere i riflettori accesi su ciò che sta accadendo all’interno del cratere è molto importante. Ricordo l’importanza delle segnalazioni della stampa sulle imprese a rischio al lavoro nel Progetto CASE e i successivi ritiri dei certificati antimafia.
Ma anche nel caso che stiamo trattando oggi, ricordiamo che le anticipazioni del Presidio di Libera, l’articolo di oggi su L’espresso e la stessa convocazione di questa conferenza stampa ha già prodotto importanti risultati.
Questa mattina, su questo tema, è stata presentata una interrogazione parlamentare e altre interrogazioni sono state preannunciate da consiglieri regionali.
Nelle ultime ore, infine, pare che l’Enel si sia decisa ad allacciare l’energia elettrica al depuratore di Bazzano mentre, contemporaneamente si registra una accelerazione dei lavori sulle condutture delle fognature.
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