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Un premier come Zaccheo

Di Tonio dell'Olio il . L'analisi

Era un uomo basso di statura e molto ricco, Zaccheo. Era il capo dei
pubblicani di Gerico. Il capo degli appaltatori delle tasse per conto
dell’occupante romano notoriamente si lasciava andare a una vita
dissoluta traendo arbitrariamente vantaggio dal sistema indefinito con
cui veniva stabilita la tassazione. Ovvero si arricchiva facendo la
cresta sulle tasse da richiedere. Ovvero speculava a partire dalla sua
stessa posizione. Sta di fatto che quando Zaccheo viene a sapere che
Gesù passerà nella sua città a Gerico, spinto dalla curiosità, sale su
un albero di sicomoro. Il resto lo conoscete: Gesù lo vede e gli chiede
di fermarsi a casa sua.
Zaccheo per risposta devolve ai poveri metà delle sue ricchezze e a
coloro che ha derubato rende per quattro volte. I segni della
conversione di Zaccheo non sono nel ritorno alla sinagoga da cui
presumibilmente era stato espulso per impurità, quanto nei segni di
giustizia che mette in atto. Mette riparo alla giustizia che aveva
scandalosamente tradito.
Anche il presidente del consiglio del nostro Paese è un uomo basso di
statura e molto ricco. Prima che una sua conversione alla giustizia
verso i poveri noi ci aspetteremmo che salisse anch’egli su un
sicomoro. Che riuscisse cioè a guardare al Paese reale. Che potesse
incrociare lo sguardo di Armando che a 63 anni, trasferitosi da tempo
da Boscoreale a Milano per ragioni di lavoro, è stato licenziato dalla Flexi Job (un nome che è tutto un programma!) che lo faceva lavorare sabato, domenica e festivi nella portineria di Milan Channel
per un massimo di 500 euro al mese. Ora per quel posto avevano trovato
una ragazza che conosceva le lingue e Armando non serviva più! E
pensare che Armando aveva anche chiesto a suo figlio cassintegrato di
andare a vivere nella stessa casa con lui e sua moglie in modo da far
fronte alle spese mettendo insieme le rispettive mensilità.
Dal primo giugno si erano perse le sue tracce perché Armando non
riusciva più a reggere lo sguardo di sua moglie e tanto meno a
riferirle del licenziamento. Per questo Armando aveva anche tentato il
suicidio. Poi ne ha parlato la televisione, Chi l’ha visto?
Ma il presidente del consiglio del nostro Paese l’ha visto? È salito
sul sicomoro? S’è fatto largo tra le fronde per rendersi conto che c’è
una famiglia in questo Paese che vive con 500 euro al mese e piange per
aver perso anche quel poco che ha?
Non si sa se sia più immorale tutto quel che viene quotidianamente a galla con la Velinopoli barese o ignorare la condizione di un disoccupato. Se sia più immorale regalare gioielli come bonbon alle ospiti di una serata mondana o negare la crisi perché non si ha il coraggio di salire sull’albero.

Il guaio peggiore è che il successo di chi ostenta ricchezze e fortune
al punto da potersi permettere tutto, ma proprio tutto, fa scuola nel
nostro Paese.
A leggere le cronache, il trentenne imprenditore rampante pugliese che
allietava con belle donne le serate del proprietario di Palazzo
Grazioli e Villa Certosa, è l’esatto prodotto del modello berlusconiano
cui aspira con ogni forza.
Egli è uno dei tanti cloni di personaggi che sembrano giunti dalla
mitologia greca metà venditore di mercato rionale e metà illusionista,
metà guitto e metà conquistatore.
Questo modello di successo e di potere è nella testa di tanti giovani
per i quali si scrive ogni giorno un altro vangelo: a chi dimostra di
saper conquistare il successo tutto è permesso, niente è proibito,
tutto è lecito, niente è immorale.
La vita è un palcoscenico in cui va quotidianamente e perennemente in onda L’isola dei famosi e Il grande fratello.
Darwinianamente ogni giorno quelli come Armando vengo “nominati” e
quelli come Tarantini si fanno furbi. Non sappiamo se quella di salire
sull’albero sia stata un’idea di Zaccheo o se qualcuno gliel’abbia
suggerita. È certo che ci sentiamo orfani in questo Paese di voci
autorevoli, credibili e forti che invitino il premier a prendere
coscienza del clima di decadenza in cui stiamo scivolando. Di chi
inviti, persuada, incoraggi il presidente del consiglio a salire su un
sicomoro per incontrare la vita e ridare il primato alla giustizia.

da mosaicodipace.it

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