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Pignataro Maggiore, blitz sul terreno confiscato

Di Stefano Fantino il . Campania, Dai territori

«Ho la sensazione che lasciare un bene confiscato in mano alla camorra oppure consegnarlo all’immondizia non significhi utilizzarlo come bene socialmente utile». Queste le parole di Enzo Palmesano, giornalista attivo nel casertano, uno degli animatori dell’iniziativa che ieri ha avuto luogo a Pignataro Maggiore. Un vero e proprio blitz. Un gruppo di agricoltori, ambientalisti e militanti anti-clan alle dieci di ieri è entrato nel terreno confiscato al clan Lubrano-Nuvoletta, iniziando a seminare grano sul terreno attualmente gestito dal consorzio “Icaro” e sul quale, secondo quanto indicato dal prefetto Pansa, potrebbe sorgere una discarica a breve termine.

Ad assistere all’iniziativa anche un piccolo manipolo di giornalisti, un supporto considerato “fondamentale” da Palmesano per «non far passare sotto silenzio l’avvenimento», e qualche fotografo che ha ben documentato la semina e i relativi preparativi. Il bene confiscato è attualmente in gestione alla cooperativa Icaro da cinque anni e nonostante questo affidamento, potrebbe, come detto, rientrare nel programma di smaltimento rifiuti voluto dal commissario Pansa.
La manifestazione della semina culmina in un periodo denso di eventi che hanno visto al centro delle critiche proprio la scelta del bene come futura discarica. Ma non solo. Lo stesso Palmesano si mostra fortemente critico verso l’attuale gestione del bene.

Il 28 maggio due giornalisti, entrati in una villa confiscata per documentare la presenza dei camorristi nel bene nonostante la precedente confisca, s’imbatterono in un blitz tra il figlio del capoclan e un imprenditore locale. Palmesano ricorda questa vicenda, in seguito alla quale i due giornalisti subirono pesante minacce, per rimarcare lo stato di abbandono in cui versano i beni sottratti ai clan, che secondo il cronista «sono spesso ancora in pugno della camorra».

Un gesto così eclatante e decisamente nuovo nel panorama italiano vuole innanzitutto mantenere costanti i riflettori sulla situazione casertana, sia sul tema del riutilizzo dei beni confiscati, sia su quello riguardante la costruzione di una discarica. «Assurdo avallare la costruzione di una discarica, pensiamo che il riutilizzo sociale sia altra cosa dal ricoprire di rifiuti la zona», chiosa Palmesano.
A blitz passato, la situazione a Pignataro Maggiore rimane ancora molto intricata. Rimane un gesto simbolico, molto profondo e significativo.

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