Prostituite
Le chiamiamo prostitute ma più correttamente dovremmo indicarle come “prostituite”.
Le chiamiamo prostitute ma più correttamente dovremmo indicarle come “prostituite”.
Ed è una vergogna che segnaliamo alla sensibilità del capo dello Stato e all´intelligenza del ministro Tremonti perché trovino il contravveleno all´ordine di pignoramento, ovviamente legittimo, del tribunale di Catania.
“Verità e giustizia” – le stesse parole, ma soprattutto l’identica motivazione a cui si rifà Libera Informazione – sono state pronunciate da Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, nell’appello lanciato dinanzi al movimento delle “agende rosse” che ha ricordato la strage di Via D’Amelio.
Mentre in Italia le leggi “contro” gli immigrati si fanno sempre più restrittive, da un Paese come l’Ecuador in cui il 40% dei 13,7 milioni di abitanti vive in condizione di povertà, provengono segnali di accoglienza e disponibilità.
Quando il 5 gennaio 1984 Giuseppe Fava venne ucciso nel tentativo di fermare definitivamente le denunce che chiare e tonde partivano dalla sua penna e venivano puntualmente pubblicate da I Siciliani, gli altri redattori scelsero di proseguire nella pubblicazione.
Paolo Borsellino, a qualcuno, fa ancora paura.
Dal 23 al 25 ottobre a Roma, Libera organizza la seconda edizione di Contromafie – Gli stati generali dell’antimafia.