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Piazze connection. Nasce la rete dei festival antimafia

Avviso Pubblico il . Brevi, Corruzione, Cultura, Dai territori, Diritti, Informazione, Mafie, Memoria

“Raccontiamoci le mafie” tra le rassegne della rete e dei progetti lettura contro le mafie.

Lo scorso 19 maggio, al Salone del libro di Torino, è stato presentato “Piazze connection – Verso una rete dei Festival dell’Antimafia”. Nasce, con questo evento, la Rete nazionale dei Festival e dei progetti lettura contro le mafie, che comprende anche Raccontiamoci le Mafie di Gazoldo degli Ippoliti, ideata dal sindaco Nicola Leoni.

La nuova rete mette quindi insieme, da Sud a Nord, alcuni dei Festival e delle Rassegne culturali più riconosciute su questi temi: Noi contro le mafie, Trame, Restart, Raccontiamoci le mafie e Legalitria. Un’iniziativa fondamentale per la diffusione della cultura della legalità in Italia.

“Dopo avere esercitato per molti anni una straordinaria funzione sociale, civile e culturale – scrivono gli ideatori del progetto – oggi l’antimafia ha bisogno di una profonda rigenerazione: l’analisi fatica a cogliere le trasformazioni delle mafie, le parole d’ordine sono stanche, i riferimenti culturali appannati. Siamo convinti che sia necessario cambiare la lettura della società e delle dinamiche di potere, l’utilizzo di pratiche e linguaggi”.

Per questo, “Come operatori impegnati nell’organizzazione di Festival, progetti di lettura e rassegne contro le mafie e per l’affermazione dei diritti di cittadinanza – continuano gli ideatori – abbiamo deciso di avviare un percorso di scambio, confronto, riflessione, ricerca, produzione e impegno comuni. Abbiamo deciso di mettere in discussione il nostro modo di interpretare il ruolo di animatori civici e culturali, ma a partire dai noi, dalle nostre storie ed esperienze, dai nostri interrogativi e dalle nostre insufficienze, abbiamo l’ambizione di parlare al movimento antimafia, alle cittadine e ai cittadini, alle forze culturali e intellettuali, alle scuole alle classi dirigenti diffuse, alle amministrazioni territoriali, al governo del Paese”.

“Vincere le mafie sul piano culturale significa ripensare totalmente parole e azioni, ribaltare certezze e convinzioni a partire dal rapporto tra potere e critica del potere – concludono gli ideatori – La sfida che lanciamo è a intellettuali, artisti, giornalisti, operatori culturali, politici perché si interroghino su nuovi linguaggi possibili per l’antimafia, sulla ricostruzione di un profilo di autonomia nei confronti delle istituzioni politiche e dell’apparato giudiziario. Con i piedi ben piantati nella società contemporanea e nei territori in cui siamo impegnati, ma con la libertà di coltivare un orizzonte nuovo, vogliamo ragionare di un’antimafia capace di riconnettersi con la vita vera delle persone, e di politiche di sistema, strumenti di welfare e sul mercato del lavoro, appalti e corruzione, lotta alle diseguaglianze e libertà individuali, modello di democrazia e della rappresentanza, ridisegno delle città, scuola ed educazione, sanità e servizi pubblici. Quello che proponiamo è l’avvio di un processo politico-culturale di rigenerazione dell’antimafia. Che faccia esperienza del passato, che sia capace di ancorarsi al presente, che abbandoni le antiche certezze e le comode scorciatoie, che si faccia carico di un processo di trasformazione. Che affronti con consapevolezza e rigore il nostro tempo, il tempo del coraggio”.

Abbiamo cominciato a ragionare insieme qualche mese fa – spiega Nicola Leoni, sindaco di Gazoldo degli Ippoliti e ideatore del Festival “Raccontiamoci le mafie” – arrivando all’idea di una rete di festival contro le mafie e per i diritti. L’obiettivo è anche quello di rompere l’isolamento che spesso vivono realtà e iniziative come le nostre, poi conoscerci, scambiarci le esperienze e fare riflessioni comuni a partire da quello che è accaduto dopo le stragi, dalla risposta sociale arrivata a seguito di quella stagione. La considerazione da cui nasce tutto è che da un po’ di tempo abbiamo percepito una certa stanchezza nel mondo dell’antimafia. Per fortuna si spara di meno e questo fa purtroppo apparire oggi soprattutto le mafie “silenti” come un problema secondario, in un certo senso non più presenti e pericolose, ma noi sappiamo bene che è esattamente il contrario. Unire le forze ci consente quindi di riflettere e organizzarci meglio, per capire insieme come rendere la società meno vulnerabile e più consapevole e decisa ad arginare questa dilagante piaga sociale”.

Firmatari

Nuccio Iovene, presidente Fondazione Trame

Danilo Chirico, presidente daSud

Nicola Leoni, responsabile rassegna “Raccontiamoci le mafie”

Leonardo Palmisano, presidente Radici Future Produzioni

Giulia Di Girolamo, direzione organizzativa festival “Noi contro le mafie”

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