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Statale di Milano. La legalità è gentilezza. La preziosa lezione dei “giovani d’oggi”

Nando dalla Chiesa il . Cultura, Diritti, Giovani, Memoria, Società

Corruzione, rigurgiti fascisti, razzismo, domanda di mafia: il paese è sempre alla ricerca del suo senso civico. E borbotta sull’indifferenza dei “giovani d’oggi”.

I quali invece vanno spesso in cerca di un’altra civiltà. Anche provando a ridefinire il concetto di legalità, convinti che esso non coincida affatto con un rigido insieme di prescrizioni. È l’esperimento in corso all’Università Statale di Milano. Che sta dando risultati sorprendenti.

Da studentesse e studenti riuniti a lavorare sulle parole imparentate con il concetto di legalità spuntano infatti intuizioni e definizioni illuminanti. Che profumano a volte di bizzarria.

“La legalità non è un talento” scrive una ragazza. Frase mai sentita in vita mia (e giuro che ne ho sentite…). Per dire che non si nasce con la legalità in tasca. Non è l’intelligenza, non è l’intuito, non è l’umorismo, non è il carisma. E dunque molto più dei talenti naturali va allenata, educata, formata. Da cui il grande tema affrontato in aula: l’educazione alla legalità.

E tuttavia, come sta scritto in un altro elaborato, la legalità “è difficile trasmetterla in quanto rappresenta una scelta più complessa e faticosa per le persone”. Nel senso che la puoi anche insegnare in astratto, ma poi attuarla non significa spingere un bottone sulla prescrizione giusta. Significa guardarsi intorno, misurare gli ostacoli, le proprie capacità e convenienze, i premi e le punizioni che seguiranno i tuoi comportamenti.

Perché, ad esempio, ho capito e condivido che non devo pagare il pizzo; ma se poi vengono a chiedermelo? Oppure condivido che non è giusto farsi raccomandare; ma se poi so che gli altri non giocano pulito?

Insomma, a volte la sintassi è un po’ squadrata, ma i ragionamenti sono stringenti e creativi. Si ha la sensazione eccitante di stare in un cantiere.

Dove a un certo punto fiocca questa definizione: “la legalità è la gentilezza”. La gentilezza anzi, si sostiene, serve concretamente a cambiare il mondo perché “ci dà modo di rendere visibile un’alternativa”. Una prospettiva eretica. La gentilezza che assorbe e supera la tradizionale nozione di legalità, oltrepassa i confini del diritto e si carica di cultura e relazioni. E rende visibile un’alternativa perché migliora concretamente la qualità della convivenza civile senza richiedere stravolgimenti della struttura sociale. Mostrando a tutti che si può stare meglio. Perché tutti, senza sacrificare tempo e senza nulla rischiare, possono contribuire a creare una società gentile.

Leggo queste affermazioni e intuisco che c’è nei famosi “giovani d’oggi” un enorme serbatoio di qualità e inventiva civile. Solo menti molto giovani possono portarti a riflettere che in effetti nessun partito politico propone una società diversa promettendo più gentilezza, tanto più possibile se è vero che “nessuno è così ricco da non averne bisogno, e nessuno è così povero da non poterne regalare”.

Quando poi in aula si lavora di cesello su una poesia, soffermandosi sul verso che dichiara valore il “tacere in tempo”, allora arriva la rivelazione.

Proprio nessuna studentessa, proprio nessuno studente, lo considera valore per la solita buona ragione, ossia che un prudente silenzio mette al riparo da brutte figure, o rappresaglie o vendette.

Tacere in tempo, attenzione, è invece un valore perché parole incontrollate o imprudenti possono “far male a qualcuno”, “ferirne la sensibilità”. Eccolo qui il grande discrimine rispetto alla società adulta. Che predica il tacere per non incorrere in guai o reprimende, incoraggiando spesso l’omertà. Mentre qui si predica il rispetto.

Leggo, guardo in faccia la pattuglia di allievi pionieri di una nuova scienza e provo una piccola corrente di indebito orgoglio.

Perché, questo è il bello, loro non pensano affatto di dire cose importanti. Pensano di dire cose ovvie, non particolarmente degne della mia attenzione. Oh, questi giovani d’oggi…

* Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 22/05/2023

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