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Eureka: imponente blitz contro la ‘ndrangheta in tutta Europa. In Italia eseguiti 108 arresti

Redazione il . Calabria, Droga, Forze dell'Ordine, Giustizia, Mafie, SIcurezza

In data odierna il ROS e il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria – con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia – hanno dato esecuzione a quattro collegati provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio GIP del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 108 soggetti (in relazione a 4 dei quali con misura cautelare rinnovata dall’Ufficio GIP del Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica di Locri), indagati, tra gli altri, a vario titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati [1].

Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro preventivo di società commerciali, beni mobili e immobili del valore di circa  euro 25 milioni, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

Nello stesso ambito di indagine,  ed a seguito dello stretto coordinamento investigativo con la Procura della  Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Roberto Di Palma, è stata data esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di due soggetti minorenni all’epoca dei fatti.

L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore  dott. Giovanni Melillo, si è sviluppata nell’ambito di due Squadre Investigative Comuni, una intercorsa tra la DDA di Reggio  e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e l’altra tra la DDA di Reggio Calabria, l’Ufficio del Giudice Istruttore presso il Tribunale di Limburg ed il Procuratore Federale di Bruxelles, che  sono state costantemente e per un lungo arco temporale,  coordinate da Eurojust.

Eurojust ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il membro nazionale italiano dott. F. Spiezia, grazie ad un costante raccordo operativo con le altre Autorità giudiziarie straniere coinvolte, e, oltre che mediante la costituzione delle squadre investigative istituite nel procedimento penale, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento internazionale.

Importantissimo si è rivelato lo strumento delle Squadre Investigative Comuni che, anche grazie alla autorevolezza  ed alla fiducia verso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria in ambito europeo, ha consentito di svolgere contemporaneamente ed in collegamento le indagini nei vari Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi indiziari risultanti nelle distinte indagini.

Ed infatti, in contemporanea all’operazione Eureka – che si caratterizza per la particolare ampiezza dell’azione investigativa e l’intensa cooperazione giudiziaria e di polizia che ha riguardato numerosi Paesi europei ed extraeuropei [2] – le autorità giudiziarie belghe e tedesche hanno in esecuzione rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio.

Nel medesimo ambito, a seguito di convergenze investigative tra l’indagine Eureka della DDA di Reggio Calabria e altre indagini delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Genova, diretta  dal Procuratore dott. Nicola Piacente, e Milano, diretta dal Procuratore dott. Marcello Viola, sempre grazie al puntuale ed efficace coordinamento promosso dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il ROS di Genova, la DIA  di Genova e la Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito due ulteriori provvedimenti cautelari emessi rispettivamente dagli Uffici GIP del Tribunale di Genova, per n. 15 indagati,  e  del Tribunale di Milano, per n. 38 indagati.

L’indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria reggina è stata avviata nel giugno 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti  riferibili alla cosca “Nirta” di San Luca (RC) attiva a Genk (BE), dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale.

Le attività dell’Arma – inizialmente orientate verso la famiglia “Strangio fracascia” di San Luca (RC), riconducibili ai citati “Nirta” – sono state progressivamente estese a diverse famiglie del medesimo centro aspromontano, interessando anche la locale di ‘ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali – sia in Italia che all’estero – in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante Morabito Rocco detto “Tamunga”,  già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente a Pasquino Vincenzo, all’epoca latitante per la DDA di Torino. Anche in tale circostanza le investigazioni si sono avvalse di un’ampia collaborazione internazionale, tra gli altri, con la Polizia Federale Brasiliana, FBI, DEA e Interpol.

Nel corso delle indagini finalizzate alla cattura del Morabito e ad accertare nuove organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale allo stesso riferibili,  è, così,  emerso che il gruppo riconducibile, appunto, al latitante Morabito Rocco era attivo, oltre che nel narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni, allo stato degli atti  di indagine, e fatte salve le successive valutazioni nel merito, hanno evidenziato che la consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente presso il porto di Gioia Tauro (RC).

È stata fatta luce, altresì e sempre allo stato degli atti,  sul circuito di favoreggiatori che – tra il 2019 e il 2021 – hanno garantito il sostegno logistico ed economico della latitanza del citato Morabito.

Quanto al traffico internazionale di stupefacenti è emersa l’operatività di tre associazioni contigue alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.

Le tre consorterie, anche in sinergia tra loro, si rifornivano direttamente da organizzazioni colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di importazione del narcotico dal Sud America all’Australia, ove il prezzo di vendita dello stupefacente risulta sensibilmente più alto rispetto al mercato europeo.

Sono stati registrati contatti con esponenti del clan del golfo, preminente organizzazione paramilitare Colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale.

Numerosi sono stati gli episodi di importazione via mare censiti (nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon), che hanno permesso di accertare che, tra maggio 2020 e gennaio 2022, sono stati movimentati oltre 6.000 kg di cocaina, dei quali più di 3.000 kg oggetto di sequestro: i flussi di denaro riconducibili alle compravendite dello stupefacente venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni di denaro hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda.

Sono circa euro 22.3 milioni,  le somme spostate con tali modalità, parte dei quali reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare/finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.

Le attività investigative, coordinate grazie anche alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e da Eurojust, sono state condotte in cooperazione con diverse polizie estere e supportate dalla DCSA, da Interpol- progetto I-CAN, da Europol, dalla rete @ON e dalla US-DEA.

Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

Reggio Calabria, 03/05/2023

***

[1] Alcuni dei provvedimenti, convertiti in mandati di arresto europeo, sono stati eseguiti in Germania (9 indagati), Belgio (6 indagati), Francia (3 indagati), Portogallo (1 indagato), Romania (1 indagato) e Spagna (1 indagato).

[2]  Con autorità belghe, tedesche, portoghesi, francesi, spagnole e australiane.

Fonte: Arma dei Carabinieri, Comando Provinciale di Reggio Calabria


Maxi operazione contro la ‘ndrangheta in tutta Europa

Centinaia di arresti, decine di perquisizioni in otto paesi. Sequestrate tre tonnellate di cocaina.

“L’operazione europea ‘Eureka’ contro la ‘ndrangheta ha portato questa mattina a circa 150 perquisizioni in otto Paesi europei. Si tratta senza dubbio della più grande operazione mai realizzata contro la mafia calabrese in Europa”.

Lo riferiscono i portavoce della procura federale belga in conferenza stampa. “Più di mille poliziotti sono stati coinvolti nelle perquisizioni questa mattina in Germania e tremila in Italia”, spiegano i portavoce, indicando che i raid hanno toccato anche “Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia”.

“Ci sono elementi per pensare che le persone arrestate” in Belgio questa mattina “fossero connessi al traffico di cocaina tra il Sud America e l’Europa e ci sono indicazione sufficienti per pensare che il porto di Anversa fosse utilizzato per tale traffico”, ha detto il magistrato belga, Antoon Schotsaert, a margine della conferenza stampa sull’operazione condotta in otto Paesi, tra cui il Belgio. “Le quantità in arrivo fanno ragionevolmente pensare che il mercato finale della droga non fosse solo il Belgio”, ha spiegato Schotsaert.

“Gli arresti totali in Belgio sono stati tredici, sette dei quali con mandato d’arresto europeo emesso dall’Italia che ne ha chiesto la consegna alle autorità italiane”, ha aggiunto Schotsaert, precisando che “i tempi di consegna all’Italia potrebbero richiedere alcuni mesi a secondo della loro posizione davanti ai giudici”. Sono stati inoltre sequestrati tre veicoli di lusso, almeno 20mila euro in contanti e diverse armi proibite.

Anche in Germania sono stati effettuati blitz e perquisizioni nell’ambito dell’operazione internazionale: da stamani all’alba 1000 agenti hanno realizzato decine di perquisizioni in quattro Laender tedeschi e hanno eseguito trenta mandati di arresto. Le regioni coinvolte sono il Nordreno-Vestfalia, la Renania-Palatinato, la Baviera e il Saarland.

Sei tonnellate di cocaina sono state movimentate tra il maggio 2020 e il gennaio 2022 dalle cosche di ‘ndrangheta colpite stamani dall’operazione “Eureka”, tre delle quali sono state sequestrate dagli investigatori.

Nel corso delle indagini sono stati registrati i contatti tra le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino con esponenti del clan del Golfo, l’organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, infatti, hanno ricostruito numerosi episodi di importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon.

Gli investigatori hanno ricostruito anche i flussi di soldi riconducibili alle compravendite dello stupefacente che venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo.

Le movimentazioni hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. Complessivamente sono circa 22 milioni e 300mila euro le somme spostate con queste modalità. Soldi che in parte sarebbero stati reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare e finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio. Sequestri di società e beni e arresti sono stati eseguiti anche in Germania.

Coordinata dal capo della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo, l’indagine “Eureka” si è sviluppata nell’ambito di due squadre investigative comuni: una intercorsa tra la Dda di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf; l’altra tra la Dda reggina, l’Ufficio del giudice istruttore del Tribunale di Limburg ed il Procuratore federale di Bruxelles. Entrambe le squadre investigative sono state coordinate da Eurojust, che ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il componente italiano Filippo Spiezia.

In contemporanea al blitz dei carabinieri in Calabria, che ha riguardato numerosi Paesi europei e l’Australia, e alle operazioni delle Dda di Milano e Genova, le autorità giudiziarie belghe e tedesche stanno eseguendo rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità giudiziarie, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio. Il gip di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per circa 25 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito in Italia, Portogallo, Germania e Francia ed ha riguardato società commerciali e beni mobili e immobili.

L’inchiesta ha fotografato l’esistenza e l’operatività di tre maxi-associazioni criminali finalizzate al traffico internazionale di droga, facenti capo alle più potenti famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionica. L’indagine, infatti, ha riguardato le cosche Pelle, Strangio, Nirta, Giampaolo, Mammoliti e Giorgi, che hanno sedi decisionali nel reggino e ramificazioni e basi logistiche in varie regioni d’Italia e all’estero.

L’inchiesta è partita nel giugno 2019, grazie al raccordo tra i carabinieri e la polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti ritenuti vicini alla cosca Nirta di San Luca attiva a Genk. In un primo momento, era orientata verso alcuni esponenti della famiglia Strangio, detti “Fracascia”,  riconducibili alla cosca Nirta. Progressivamente sono state estese a diverse famiglie della Locride, interessando anche il locale di Bianco. I soldi del narcotraffico venivano riciclati nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

La prima associazione ricostruita riguarda la famiglia Nirta “Versu” di San Luca che aveva un’articolazione in Brasile rappresentata dal latitante Vincenzo Pasquino, catturato nel 2021 insieme al boss Rocco Morabito. La seconda è riferibile alla famiglia Mammoliti “Fischiante” di Bovalino con articolazioni in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia e contatti diretti con i fornitori sudamericani di cocaina e con trafficanti internazionali quali Denis Matoshi, attualmente latitante a Dubai. La terza, invece, fa capo alla famiglia Strangio “Fracascia” collegata con le cosche Nirta-Strangio coinvolte nel 2007 nella strage di Duisburg. Questa terza organizzazione, secondo gli investigatori, aveva stabili articolazioni a Genk (Belgio), Monaco di Baviera (Germania), in Spagna e a Camberra (Australia).

L’inchiesta ha anche fatto luce sulla latitanza del boss Rocco Morabito, detto “Tamunga”, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Viminale, arrestato dai carabinieri in Brasile nel 2021, insieme a Vincenzo Pasquino, all’epoca latitante per la Dda di Torino. Entrambi figurano nell’ordinanza eseguita oggi su richiesta della Dda che si è avvalsa della collaborazione, tra gli altri, della Polizia Federale Brasiliana, dell’Fbi, della Dea e dell’Interpol.

Morabito, secondo l’accusa, avrebbe anche offerto un container di armi da guerra a un’organizzazione paramilitare brasiliana in cambio di ingenti quantità di droga verso il porto di Gioia Tauro. “Nel corso dell’indagine – scrive il gip nell’ordinanza – è stata documentata l’organizzazione da parte di Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico di armi da guerra, provenienti dai paesi dell’ex Unione Sovietica, fornite che da un’organizzazione criminale operante in Italia e Pakistan”.

In Italia, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato 108 persone – 85 in carcere – in esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina.

Gli indagati sono accusati a vario titolo d’associazione mafiosa; concorso esterno e traffico internazionale di droga con l’aggravante di transnazionalità e di ingente quantità; traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio; favoreggiamento; trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.

Fonte: Ansa


Maxi-operazione contro ‘ndrangheta e cosche della Locride: 108 arresti

Sono stati sequestrati società commerciali e beni mobili e immobili del valore di circa 25 milioni di euro, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

Una maxi-operazione antindrangheta, denominata Eureka, oggi ha portato all’arresto di 108 persone effettuato oggi dal comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali dei carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, in esecuzione a quattro provvedimenti cautelari collegati emessi dall’ufficio gip del tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale procura della Repubblica, Direzione distrettuale antimafia.

Sono stati inoltre sequestrati, in via preventiva, società commerciali e beni mobili e immobili del valore di circa 25 milioni di euro, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

I reati contestati agli indagati sono a vario titolo: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori.

‘ndrangheta, 108 arresti: le indagini in tutta Europa

L’operazione ha evidenziato gli assetti criminali legati al narcotraffico soprattutto delle cosche della locride, nel reggino, ricostruendo la rete di fiancheggiatori del narcotrafficante internazionale Rocco Morabito, arrestato in Brasile nel 2021.

L’indagine della Dda di Reggio Calabria si è sviluppata nell’ambito di due Squadre investigative comuni, una intercorsa tra la Dda reggina e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e l’altra tra la Dda di Reggio Calabria, l’ufficio del giudice istruttore presso il tribunale di Limburg e il procuratore federale di Bruxelles, che sono state costantemente e per un lungo arco temporale, coordinate da Eurojust.

L’attività di indagine è stata avviata nel giugno 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma e la polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti riferibili alla cosca Nirta di San Luca (Reggio Calabria) attiva a Genk (Belgio), dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale.

Le attività dell’Arma, inizialmente orientate verso la famiglia Strangio di San Luca, riconducibili ai Nirta, sono state progressivamente estese a diverse consorterie dello stesso centro aspromontano, interessando anche la locale di ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale, non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori, di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante Rocco Morabito detto ‘Tamunga’, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente a Vincenzo Pasquino, all’epoca latitante per la Dda di Torino.

Nel corso delle indagini, finalizzate alla cattura di Morabito e ad accertare nuove organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale, è emerso che il gruppo riconducibile allo stesso Morabito era attivo, oltre che nel narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni hanno evidenziato che la consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria).

Fonte: Agenzia Dire


‘Ndrangheta, maxi blitz: 108 arresti in tutta Italia

Nell’ambito di quattro diversi filoni di indagine collegati tra loro. Operazioni in corso anche all’estero.

Maxi operazione dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria in Italia e in diversi Paesi esteri. In Italia i militari hanno eseguito provvedimenti cautelari nei confronti di 108 persone, nell’ambito di quattro diversi filoni di indagine collegati tra loro. Le misure sono state emesse dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia guidata da Giovanni Bombardieri. L’operazione è in corso anche in diversi paesi europei come Belgio, Germania, Francia, Spagna e Portogallo.

I destinatari dei provvedimenti sono indagati, a vario titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 persone), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione e traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati.

L’operazione, denominata Eureka, è stata eseguita con il supporto in fase esecutiva dei Comandi provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché dell’ottavo Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia. Sono in corso diverse perquisizioni dove sono stati rinvenuti soldi, armi e droga.

Fonte: Adnkronos


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