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Malati di “sconfittismo”. Breve antologia delle mille dietrologie sull’arresto di MMD

Nando dalla Chiesa il . Forze dell'Ordine, Giustizia, Mafie, Sicilia

Atto primo: chiediamoci come mai non prendono Matteo Messina Denaro da trent’anni. Ma secondo voi perché? Perché è a conoscenza di troppi segreti, ve lo dico io. Fanno finta di cercarlo ma lo proteggono. Pensate che se uno Stato volesse veramente prenderlo non ci riuscirebbe?

Atto secondo: chiediamoci come mai hanno preso Matteo Messina Denaro. Come mai dopo che l’hanno lasciato libero per trent’anni. Ma non lo vedete? Preso in un ospedale come un tordo. E voi pensate che se uno è veramente latitante se ne va bello bello in un posto dove lo vedono tutti, tanto più che non si è nemmeno fatto la plastica? E magari si fa anche i selfie con gli altri pazienti? Ma siamo seri. Il fatto è che con tutti i segreti che conosce ha potuto fare una trattativa. Si è consegnato, è evidente. E adesso inizierà un lungo gioco delle parti, e lui menerà le danze, mentre noi stiamo qui come dei cretini ad applaudire i Ros, neanche avessero fatto un’impresa spettacolare. Trent’anni fa dovevano farla, altro che storie.

Atto terzo: ma poi perché l’hanno preso proprio adesso? Cerchiamo di non essere idioti. E’ evidente. Perché c’è un governo di destra, e Cosa Nostra ha sempre preferito la destra alla sinistra, basta vedere gli amici politici trapanesi di Messina Denaro. Il quale ora gli ha fatto questo strepitoso regalo elettorale. Che dice in effetti il cittadino qualunque? Sono dovuti arrivare questi qua perché prendessimo i latitanti più famosi. Chiaro, no? Stanno con la mafia però fanno la figura di darle le legnate. Oh, si vota in Lombardia, sapete quanto conta per la Lega? E si vota pure nel Lazio. Sapete quanto conta per la Meloni? Così dopo avergli fatto il gran favore ora tratta con loro da una posizione di forza.

Atto quarto: però scusate, ci avete pensato? Hanno preso Messina Denaro a fine gennaio e proprio pochi giorni prima hanno preso in Messico il figlio del Chapo. Due grandi ricercati da una parte e dall’altra dell’Atlantico. Tutti e due esperti in trattative. La prima volta che hanno preso il figlio del Chapo fu nel 2019. Stavano mettendo a ferro e fuoco lo stato di Sinaloa per rappresaglia, lo ricordate? Alla fine il figlio prediletto fu liberato. Una trattativa seria. Ma che vuol dire che un caso riguarda la Sicilia e l’altro il Messico? Qui la prima cosa che si è globalizzata davvero sono le mafie, mettiamocelo in testa. E volete allora che non si globalizzino le trattative, soprattutto se da una parte e dall’altra, gratta gratta, ci sono di mezzo gli Stati Uniti? Magari ne hanno bisogno per la guerra. La Wagner con i russi, e le mafie con loro.

Atto quinto: ma l’avete visto che cosa dice in televisione quel tipo ospitato da Giletti? Quello che muove gli occhi da siciliano ma ha l’accento da padano e che dice a Giletti che è in pericolo?? La trattativa potrebbe riguardare le cure di Messina Denaro, per questo si è fatto trovare in ospedale. Ci sono di mezzo i Graviano, e dunque si arriva a Berlusconi, figurati se poteva mancare. D’altronde gli amici politici di Messina Denaro non stavano in parlamento con Berlusconi?

Atto sesto: ma secondo voi un capomafia che si consegna ai carabinieri lascia in giro due telefonini, computer ovunque zeppi di files, fogli, appunti, tracce in ogni luogo e perfino il viagra così gli danno dell’impotente? Nel caso di Riina è vero o no che venne fatto sparire tutto ma proprio tutto?

Atto settimo: però, a proposito di come mai. Chiediamoci come mai il dibattito sul 41 bis è letteralmente esploso in pochi giorni dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. Non è che magari c’è un nesso?

E qui finisco.

I primi cinque atti mi sono stati recitati davanti, con maggiore o minor frequenza, ma sempre con convinzione.

Sono figli di quello che il sociologo Maurizio Catino ha chiamato recentemente su “Il Mulino” lo “sconfittismo”. Noi comunque non possiamo vincere mai. E così sia.

* Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 13/02/2023

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