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Danilo Dolci. Al via Comitato per la rinascita del centro di formazione Borgo di Trappeto

Bruna Alasia il . Cultura, Diritti, Giovani, Memoria, Politica, Sicilia

Danilo Dolci e i suoi collaboratori idearono nel 1968 il centro di formazione “Borgo di Trappeto”, sulla collina sovrastante l’omologo villaggio di pescatori che si affaccia sul golfo di Castellammare.

Il borgo fu utilizzato per decenni a livello internazionale per la formazione qualificata, con il metodo maieutico, che Dolci sviluppò su base socratica. Funzionò fino al 1997 anno in cui Danilo morì.

Il Borgo era stato concepito come un Centro per corsi e seminari in varie discipline, per una formazione olistica a livello internazionale: sviluppo territoriale, studi urbani, sociologia, studi sulla pace, filosofia, educazione, letteratura, musica, pittura e altro. Con tali attività si intendeva promuovere un risveglio culturale e artistico della zona, nonché uno sviluppo economico rispettoso del territorio e della sua storia collettiva.

Si ricordano di Dolci le iniziative per la diffusione della musica in quella parte della Sicilia attraverso l’insegnamento del flauto dolce, quale sperimentazione affinché diventasse materia d’insegnamento nelle scuole sin dall’infanzia. Il lavoro di Danilo Dolci, i suoi scritti, le sue teorie, i suoi metodi e gli studi sulla nonviolenza sono tuttora oggetto di ricerca. Nel campo educativo il suo metodo maieutico viene applicato in molte realtà.

Oggi un gruppo di persone italiane e svizzere, hanno raccolto la richiesta da parte di istituzioni accademiche perché torni in attività il complesso edilizio Borgo di Trappeto.

Il progetto originale del Borgo fu concepito ed eseguito dagli architetti Giorgio Stockel, e Bruno Zevi in qualità di consulente: entrambi professori all’epoca all’Università La Sapienza di Roma.

Attualmente Architetto per la ristrutturazione è Valentin Bearth (supervisor), Accademia di architettura/Akademie für Architektur Università della Svizzera italiana (Mendrisio). Progetto e direzione artistica sono affidate a Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Coordinamento e direzione dei lavori Ingegnere Marco Giammona. Collaborazioni previste da parte dell’Università di Enna, Università di Messina, Università di Palermo, Università di Bologna, Università di Firenze, Università di Roma, Università di Trento, Università di Cagliari, Universität Basel (Swisspeace), Universität Bern. Membri del Consiglio direttivo Daniela Dolci, Pino Lombardo (ultimo collaboratore di Dolci e liquidatore), Amico Dolci.  Coordinatore del Comitato scientifico è Giuseppe Barone studioso di Dolci e autore de “La forza della nonviolenza”, un saggio che indaga l’eredità del Gandhi di Sicilia.

Tale comitato si propone una raccolta di fondi per la ricostruzione e la gestione del Borgo a vantaggio di gruppi di studio internazionali; elaborazione e archiviazione del patrimonio di Danilo Dolci per scopi scientifici.

Seguendo il lavoro di Danilo, alcuni dei principali obiettivi più specifici del Borgo Danilo Dolci sono: studi sulla pace e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti; la maieutica come base della relazione pedagogica nella scuola (educare – da educere – vera comunicazione in una relazione reciproca); educazione ambientale; valorizzazione del territorio; il luogo di seminari internazionali per lo sviluppo degli obiettivi del Borgo Danilo Dolci.

Danilo Dolci nacque a Sesana (all’epoca in provincia di Trieste) nel 1924. È stato architetto, sociologo, riformatore sociale, poeta e ricercatore di pace. Divenne noto per le sue iniziative antimafia in Sicilia e per aver creato e attivato un movimento sociale non violento proveniente « dal basso ».

È chiamato il « Gandhi di Sicilia ». Tra coloro che espressero pubblicamente il loro sostegno ai suoi sforzi ci furono Carlo Levi, Erich Fromm, Bertrand Russell, Jean Piaget, Aldous Huxley, Jean Paul Sartre, Ernst Bloch, Carlo Rubbia. È stato candidato più volte al premio Nobel per la pace.

Per informazioni sugli sviluppi dell’iniziativa:

Daniela Dolci mail@danieladolci.ch

http://danilodolci.org

https://ec.europa.eu

Fonte: Articolo 21

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