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La “ricetta” del Ministro dell’Interno per la “malamovida”

Piero Innocenti il . Criminalità, Diritti, Forze dell'Ordine, Giovani, Istituzioni, SIcurezza, Società

Il nostro Paese si è un po’ risvegliato dopo la fase più acuta della pandemia da covid-19 determinando anche il ritorno a fenomeni di aggregazione nelle città, soprattutto da parte dei giovani, in particolare nei centri storici e nelle aree più urbanizzate.

L’esigenza di assicurare adeguati livelli di tranquillità pubblica e di evitare turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica in questa parte finale dell’anno, in particolare dove si possono registrare momenti più intensi di pacifico divertimento, hanno indotto il Ministro dell’Interno a diramare, alcuni giorni fa, una circolare a tutti i Prefetti, richiamando l’attenzione sulla “cosiddetta “malamovida” che costituisce sovente luogo di coltura di condotte, a volte illegali, che minano la civile convivenza, alimentando una forte percezione di insicurezza nei cittadini: tra esse spaccio e assunzione di stupefacenti, eccesso di consumo di alcol, atti vandalici, danneggiamenti, offese al decoro e,in non pochi casi, risse anche tra i più giovani”.

E, posso assicurare che da diverso tempo a questo parte i fatti di cronaca quotidiana, anche violenti, che hanno riguardato la questione in diverse città, sono stati davvero molti.

Si tratta, dunque, di prendere ulteriori iniziative “per riportare nei giusti binari tale fenomeno” oltre a quelle non risolutive e di efficacia limitata che sono state adottate dalle singole Amministrazioni locali per regolamentare gli orari di chiusura degli esercizi pubblici, un ambito che, tuttavia, in virtù di principi di liberalizzazione garantiti sia a livello europeo che a livello nazionale, non lascia grandi margini di intervento alle Autorità locali.

Il tema è stato spesso oggetto di attenzione in sede di Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica con la consueta “temporanea” intensificazione dei servizi di vigilanza da parte delle forze di polizia costrette, necessariamente, a distogliere risorse da altri contesti di servizio.

Nella circolare si sottolinea come non si possa “prescindere da una più profonda riflessione di carattere socio culturale” ma che, intanto, “a legislazione vigente” si possano (si debbano) assumere idonee iniziative per innalzare la cornice di sicurezza intorno alla c.d. “movida”.

Viene, così, sollecitato il coinvolgimento (più volte sollecitato in passato) dei gestori di attività di intrattenimento, in particolare delle discoteche, per l’assunzione di forme di autoregolamentazione e delle “buone pratiche” nell’ottica di iniziative condivise e di una “governance” delle aggregazioni maggiormente efficace.

Senza dimenticare il ricorso agli strumenti di “polizia amministrativa di sicurezza” rivolti in via generale a prevenire reati e a mantenere adeguate condizioni di vivibilità nelle città.

Così, vengono ricordati alcuni provvedimenti che consentono all’Autorità di pubblica sicurezza (Prefetti e Questori), di agire direttamente in via anticipatoria per evitare situazioni di illegalità, come la sospensione o la revoca delle licenze in caso di abuso (art.10 del TULPS) o di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica (art.100 TULPS) o l’adozione di divieti di accesso in determinate aree urbane o in pubblici esercizi di persone che si siano rese protagoniste di determinate condotte. Senza contare, infine, la possibilità per il Prefetto (ex art.19 dpr 1977 n.616) di richiedere al Sindaco la sospensione, l’annullamento o la revoca di talune tipologie di licenze laddove emergano esigenze di pubblica sicurezza.

La circolare conclude con il consueto richiamo ai Prefetti di “valorizzare ogni possibile forma di raccordo e sinergia sul territorio con tutti i soggetti interessati” invitando anche alla attivazione delle opportune iniziative.

Vedremo se ci saranno risultati soddisfacenti (magari esercitando con maggiore frequenza il potere di coordinamento delle forze di polizia che spetta ai Prefetti) o se, come è capitato in passato, ricette e consigli per migliorare la sicurezza serviranno a poco ancora una volta.

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