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Il “Turismo antimafia”. Dal sud al nord la nostra esperienza fa scuola all’estero

Nando dalla Chiesa il . Associazioni, Cultura, Diritti, Lombardia, Mafie, Sicilia, Società

In visita. Vengono da tutto il mondo per imparare.

Ricordate le scene esilaranti di Peppone intento con i suoi compagni emiliani a visitare il paradiso del comunismo nella Russia del dopoguerra? Lo stato di deferente ammirazione con cui i turisti del sol dell’avvenire scrutavano le meraviglie del progresso sociale tra un brindisi alla vodka e la celestiale apparizione di una “compagna” del grande partito?

Ecco, qualcosa del genere mi sembra che stia accadendo per il movimento antimafia italiano. Ammirato e studiato sul campo da chi fuori dai nostri confini si avvia a ingaggiare il suo braccio di ferro contro i clan mafiosi nel proprio paese.

Palermo, ad esempio, è da anni il cuore di un turismo civile che giunge dall’estero a osservare la storia della città. Non è un turismo “del lutto”, come qualcuno ha insinuato. Perché se certo si visitano i luoghi passati alla storia per i delitti di più grande impatto emotivo, poi si visitano i luoghi dei beni confiscati, le sedi delle associazioni impegnate contro la mafia, le mostre fotografiche (l’ultima di Letizia Battaglia, ad esempio). Oppure si va dagli insegnanti a farsi raccontare come educano alla legalità nei quartieri del Brancaccio o dello Zen. Insomma, se è vero che non sappiamo mai leggere la storia mentre avviene sotto i nostri occhi, questo è uno di quei casi.

E non solo a Palermo.

A Milano, ad esempio, è giunto in visita per l’intera scorsa settimana un nutrito gruppo di cittadini francesi di tutte le età, dallo studente alla giornalista, dal funzionario ministeriale all’avvocato o all’anziano docente, anche alla figlia di una vittima. Uniti dalla voglia di capire il riscatto dell’Italia, di vedere com’è fatto questo movimento che dà filo da torcere alle organizzazioni mafiose più forti al mondo. Più di venti persone venute ad abbeverarsi ai luoghi e alle parole di chi oggi è capofila del movimento nel continente (e non solo).

Un progetto europeo, denominato Crim’ Halt, guidato da un tipo originale e simpaticissimo, di cognome italiano – Rizzoli, con l’accento rigorosamente sulla “i” finale – e di nome Fabrice. Che avevo conosciuto una ventina d’anni fa in un convegno milanese sulla nuova criminalità albanese. E che nel frattempo, diventato esperto (vero) di mafia e antimafia, ha suscitato pian piano un movimento francese, forte anche in Corsica.

È nata così una intensa settimana turistica. Visita alle sedi di Libera e della Scuola di formazione Caponnetto (partner del progetto), incontro con la commissione antimafia del Comune, visita alla orgogliosa toponomastica creata dal basso, ovvero i giardini Falcone-Borsellino e i giardini “Lea Garofalo”, incontro con i “ribelli” di Civitas virtus (“Galeotto fu quell’incendio che mosse le coscienze”), apericene nelle trattorie dove quelli dell’antimafia si radunano, visita alla masseria confiscata di Cisliano, ai beni di Trezzano sul Naviglio e al luogo in cui fu tenuto prigioniero Pietro Torielli, il primo imprenditore sequestrato negli anni settanta.

Ma anche il pranzo nel grande terreno (pure confiscato) di Chiaravalle, una mattinata al liceo Carducci, una intera giornata a Scienze Politiche per seminari sulle leggi speciali antimafia e sulla storia dell’antimafia in Lombardia, incontro con le donne che presidiano il bene di “Mamme a scuola”, esperienza d’avanguardia del riuso sociale. E alla fine puntata “fuori porta” a Lecco, per cenare nella ex pizzeria Wall Street, confiscata al clan dei Coco Trovato.

L’ultima sera, come sarebbe piaciuto a Peppone, una festa di amicizia cantando e ballando “Bella ciao”, ormai diventato inno mondiale delle persone in lotta per la libertà.

Vedete come si può raccontare il nostro Paese, che spesso nemmeno noi riusciamo a leggere e a raccontare mentre la storia fa il suo mestiere? Una giornalista del gruppo, scrivendo un articolo per una rivista francese, lo ha intitolato così: “Nel Paese dell’antimafia”.

* Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 07/11/2022

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