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Sequestro per quasi 9 mln di euro a imprenditori ritenuti vicini al clan dei casalesi

Redazione il . Campania, Criminalità, Economia, Forze dell'Ordine, Mafie

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione – su proposta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di due imprenditori edili del Casertano.

Gli accertamenti svolti dalla DIA su delega della Procura della Repubblica di Napoli attinenti ai due gruppi familiari dei predetti sono stati avviati a seguito dell’approfondimento di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette le quali hanno consentito di individuare beni in denaro non ancora oggetto di misure patrimoniali, quindi potenzialmente esigibili dagli intestatari.

Le importanti inchieste giudiziarie coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli avevano portato all’arresto su o.c.c.c. nel 2006 e nel 2020 di uno dei due imprenditori ritenuto responsabile di partecipazione all’associazione di tipo camorristico denominata “clan dei casalesi”. Il provvedimento peraltro veniva confermato dal Tribunale per il Riesame di Napoli, nonché dalla Suprema Corte di Cassazione.

Con l’ordinanza era stato disposto altresì il sequestro di due società per le quali esisteva il periculum in mora derivante dalla disponibilità delle stesse in capo agli indagati. Indubbia era la strumentalità di tali imprese rispetto alle condotte del delitto ipotizzato di concorso esterno nel clan dei casalesi atteso che proprio tali aziende erano state destinatarie delle commesse regionali pubbliche a base dell’ipotesi accusatoria.

Già nel passato dicembre il Tribunale di S. Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione sulla base delle prime risultanze relative alle operazioni finanziarie individuate aveva disposto il sequestro d’urgenza di prevenzione a carico di uno dei due imprenditori indiziato di aver riciclato somme di denaro provento del delitto ex art. 416 bis, di n. 2 polizze vita per un totale di circa € 1.500.000.

Le ulteriori complesse ed articolate indagini di natura patrimoniale successive a tale misura ablativa eseguite dalla D.I.A. in capo ai due imprenditori ed ai rispettivi nuclei familiari conviventi hanno consentito di accertare ulteriori ingenti disponibilità finanziarie suddivise in fondi di investimento, azioni, conti correnti e quote sequestrate con l’odierno provvedimento del valore complessivo di quasi € 9.000.000,00.

Fonte: Direzione Investigativa Antimafia

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