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I minori, il disagio, i reati: i consigli della Polizia di Stato

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Giovani, Società

La socialità “spenta” dalla pandemia ha creato grossi mutamenti delle abitudini di vita quotidiana di molte persone e, soprattutto, dei giovani e del modo di relazionarsi tra loro.

La “vita on line” ha senza dubbio contribuito a rendere i minori sempre più esposti ai pericoli della rete ed è cresciuto notevolmente il rischio di commissione di delitti on line, come l’adescamento e il cyber bullismo. Adescatori e pedofili appaiono sempre più non soltanto sulle piattaforme dei social network ma anche sulle chat di videogiochi on line molto in voga tra i giovani.

In un lavoro fatto nei mesi scorsi sui “Minori nel periodo della pandemia” dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale (Dipartimento della Pubblica Sicurezza), è stato messo bene in evidenza come “anche a causa dell’approccio alle tecnologie da parte di ragazzi sempre più giovani, si è assistito ad un graduale abbassamento dell’età media dei minori – sia quali autori sia quali vittime – in relazione alla commissione di reati on line”.

Preoccupano non poco, anche i reati di natura sessuale (pornografia virtuale, violenza sessuale, detenzione di materiale pornografico, pornografia minorile ecc…) ed i fenomeni consumati nel mondo del web e legati al cyber bullismo che vedono coinvolti i minori: 568 quelli denunciati/arrestati dalle forze di polizia nel 2019, aumentati a 621 nel 2020 e 443 nei primi otto mesi del 2021 (ultimo dato disponibile) contro i 401 dello stesso periodo del 2020.

Sempre nel 2020 sono stati 12.539 i minori denunciati all’autorità giudiziaria per delitti vari (danneggiamento, lesioni personali, minaccia, percosse, rapina, resistenza a un pubblico ufficiale, violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale, furto ecc…) riconducibili ai fenomeni del bullismo, delle cosiddette baby gang e della criminalità comune minorile e nei primi otto mesi del 2021 si è arrivati a 9.409 a fronte degli 8.152 dell’analogo periodo del 2020.

Qualcosa di più può essere fatto per migliorare la situazione e ce lo rammenta la Polizia di Stato riproponendo, nel documento citato, “i consigli per la tutela dei minori” rivolti ai giovani, ai genitori e a tutti gli operatori del mondo scolastico, formulati sulla base della esperienza maturata dalle forze di polizia.

Ne riportiamo integralmente alcuni a cominciare da quegli inviti rivolti ai giovani: “se vivi un momento di disagio parlane con i tuoi genitori, con un adulto di cui ti fidi o con i tuoi insegnanti, se senti la mancanza dei tuoi genitori diglielo, se sai che un coetaneo subisce prepotenze o soprusi dillo subito a un adulto o rivolgiti alle forze di polizia, se qualcosa che avviene on line ti provoca turbamento parlane immediatamente con i tuoi genitori o con gli adulti di cui ti fidi, non rispondere a sms, mms, email o post molesti o offensivi sui tuoi profili social e riferisci subito ai genitori e/o agli insegnanti”.

Analoghi ”accorati” inviti vengono rivolti ai genitori per “essere presenti e dialogare con i figli, per instaurare un rapporto di fiducia con i figli trasmettendo sicurezza e serenità, prestando la massima attenzione alle variazioni di umore e a tutti quei comportamenti “improvvisamente” anomali che potrebbero mascherare forme di disagio”.

Infine, agli insegnanti e a tutto il personale scolastico perché “favoriscano occasioni di incontro con rappresentanti delle forze di polizia per dibattiti e incontri con gli alunni e i genitori sviluppando campagne di sensibilizzazione volte a far conoscere i diversi fenomeni che possono riguardare l’universo del minore, perché aiutino i ragazzi a superare il timore o la vergogna di raccontare personalmente ciò che si subisce e svolgano un’intensa attività di controllo durante la ricreazione, la pausa pranzo ed altri momenti di intervallo”.

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