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A Cerignola un assessorato contro il caporalato

Martina Toti * il . Criminalità, Cultura, Istituzioni, Mafie, Puglia

Dalla città di Giuseppe Di Vittorio, appena uscita dal commissariamento per mafia, una scelta di campo in favore della legalità e dei diritti del lavoro

È stata la città di Giuseppe Di Vittorio e, anche per questo, Cerignola è nella memoria collettiva un simbolo della lotta per i diritti dei braccianti, lotta che, però, non si è mai interrotta.

Lo sfruttamento ha assunto nuovi tratti contemporanei e ne ha mantenuti di vecchissimi come quella che tecnicamente viene definita intermediazione illecita di manodopera e che tutti conoscono come la piaga del caporalato. Dal 2016 è in vigore la legge 199 fortemente voluta dal sindacato che continua a richiederne la piena attuazione. E della lotta e dell’impegno contro lo sfruttamento le campagne foggiane continuano a essere uno degli avamposti.

Quello di Cerignola è il terzo agro più grande d’Italia: un territorio vastissimo che fa gola alle mafie, tanto che il comune esce da due anni di commissariamento per mafia.

Emblematica diventa così la scelta della nuova giunta comunale, guidata da un ex magistrato di Cassazione, di istituire una delega proprio al contrasto al caporalato, delega che insieme a quelle per la sicurezza e la legalità viene assunta dall’assessora Teresa Cicolella. Un impegno non da poco ma, soprattutto, – spiega lei – “una scelta forse unica in Italia e sicuramente doverosa in una città che ha visto nascere il sindacalismo di Di Vittorio che tanto si è speso nei confronti di coloro che all’epoca venivano definiti cafoni perché lavoravano la terra”.

L’impegno corre sul doppio binario: legalità e contrasto a mafie e caporalato. “Per noi – prosegue l’assessora – era necessario, una volta vinte le elezioni amministrative, concentrare l’attenzione su questo obiettivo in un territorio fortemente infiltrato dalla criminalità organizzata, una mafia che si è evoluta – e anche in parte riciclata – fino a insediarsi negli scorsi anni all’interno della macchina amministrativa”.

La scelta della giunta di Cerignola è stata accolta con soddisfazione anche dal sindacato. A parlare per la Flai Cgil è il responsabile dell’Osservatorio Placido Rizzotto, Jean René Bilongo: “Plaudiamo alla scelta di campo della Giunta di Cerignola di scolpire la lotta al caporalato come priorità istituzionale che impegni il corso di una Città. È un messaggio forte sul versante del presidio di legalità di cui il Comune deve essere un avamposto”.

“Che questo segnale parta dalla città natia di Giuseppe Di Vittorio – aggiunge il sindacalista – è ancor più significativo per chiunque si riconosca nei valori democratici che ispirano l’assetto dell’Italia. Cerignola assume la straordinaria capacità di lotta per l’emancipazione e di riscatto attraverso il lavoro sprigionata da quella figura mitica della Cgil e del movimento sindacale, nella sua più ampia accezione. Da tempo, le sfide che hanno segnato l’intera vita di Giuseppe Di Vittorio sono tornate con inaudita prepotenza, poiché il lavoro viene schiacciato e umiliato ogni giorno. La scelta di campo di Cerignola merita di essere sostenuta. Proprio per questo l’Osservatorio Placido Rizzotto sarà al fianco della giunta su questa direttrice”.

Fare rete sarà una delle strategie della giunta comunale per aggredire il fenomeno: da un lato la creazione di un tavolo con gli altri enti preposti, come le forze dell’ordine, dall’altro la collaborazione con quelle realtà sociali come il sindacato che condividono lo stesso impegno, ma per ripartire – spiega ancora l’assessora Cicolella – “saranno importanti le scuole: qui dove il degrado economico, sociale e ambientale è forte, educazione, istruzione e formazione diventano ancora più essenziali”.

La delega è stata assegnata solo un paio di giorni fa, troppo presto per calendarizzare gli impegni ma uno dei primi passi sarà indubbiamente quello di incrementare i controlli nelle aziende e intervenire laddove si registrano situazioni di disagio.

L’assessora Cicolella pensa in particolare a Borgo Tre Titoli, un ghetto che sorge a soli 13 chilometri dal centro abitato e dove i lavoratori stagionali, spesso di origine straniera vivono in uno stato di degrado assoluto. “Qui il caporalato non è mai sparito, le mafie si infilano all’interno della filiera agroalimentare attraverso la contraffazione, la pirateria, l’accaparramento illecito di contributi comunitari, nel frattempo umiliando e bistrattando i lavoratori. Il nostro vero obiettivo sarà quello di lasciare a chi verrà tra cinque anni una situazione totalmente diversa, dove la legalità sarà il punto di partenza”.

* Collettiva

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