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Confiscati 16 milioni di euro ad un imprenditore di Salerno

Redazione il . Campania, Criminalità, Economia, Giustizia, Internazionale, Società

La confisca di beni di circa 16 milioni di euro ad un imprenditore salernitano di 55 anni, disposta dal tribunale di Salerno su richiesta della direzione distrettuale Antimafia, è stata eseguita dalla questura di Salerno e dal servizio centrale Anticrimine della Polizia di Stato.

A gennaio scorso nei confronti dell’imprenditore, già condannato anche per reati commessi per favorire il clan “Marandino”, era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, insieme ad altri 10 indagati, per i reati di intestazione fittizia di beni, peculato, interruzione di pubblico servizio, favoreggiamento personale, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio ed altro.

Con questo provvedimento di confisca, esteso anche all’estero, per la prima volta nel nostro Paese è stata applicata la procedura introdotta dal nuovo Regolamento europeo in materia.

Il Tribunale, dopo il sequestro dei beni eseguito in concomitanza con gli arresti di gennaio, ha disposto la confisca di una società con sede in Italia, 2 associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni siti in Capaccio, Salerno, un terreno a Zimbor in Romania e disposto anche l’applicazione della misura di prevenzione di obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.

Le recenti indagini svolte dalla Squadra mobile di Salerno hanno determinato l’esecuzione delle misure cautelari personali in quanto, l’uomo, nonostante i numerosi provvedimenti giudiziari ed amministrativi avvenuti nel tempo, non ha mai mutato la propria condotta, replicando i medesimi reati.

Il Tribunale ha, inoltre, riconosciuto la pericolosità sociale dell’uomo anche sulla base delle sue attività illecite perpetrate fin dalla seconda metà degli anni ’90.

Risalgono a quel periodo, infatti, le denunce per truffa, ricettazione, violazione delle norme tributarie, traffico di carte clonate, nonché le operazioni di distrazione di beni e capitali in danno dei creditori delle società amministrate, formalmente o di fatto e poi dichiarate fallite; Attività per le quali l’imprenditore ha accumulato un grosso capitale successivamente reinvestito in diversi settori imprenditoriali, e per le quali ha riportato due condanne per bancarotta fraudolenta.

Il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina ha sottolineato come “la confisca a carico dell’imprenditore salernitano costituisce il risultato concreto di una strategia adottata negli ultimi due anni dalla direzione centrale Anticrimine su tutto il territorio nazionale e che proseguirà allo scopo di innovare l’azione di contrasto alla criminalità organizzata strutturata, conseguendo l’importante risultato di colpire i patrimoni illecitamente accumulati. È importante rimarcare che per la prima volta nel nostro Paese è stata attivata la proceduta introdotta dal Regolamento europeo 2018/1805, entrato in vigore a dicembre 2020, concernente il riconoscimento reciproco del provvedimento di congelamento e di confisca dei beni, in questo caso eseguito in Romania”.

Olivia Petillo

* Fonte: Polizia di Stato, Ufficio Stampa

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Sequestrati 16 mln di euro ad imprenditore salernitano Squecco

Era stato condannato per aver favorito il clan ‘Marandino’

Il Tribunale di Salerno ha disposto, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, Direzione Distrettuale Antimafia, la confisca di beni e assetti societari per un valore di circa 16 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore Roberto Squecco Roberto, di 55 anni.

Il provvedimento è stato eseguito, nei giorni scorsi, dalla Divisione Anticrimine della Questura di Salerno e dal Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.

Nei confronti dell’imprenditore, già condannato anche per reati commessi per favorire il clan “Marandino”, nello scorso mese di gennaio è stata eseguita, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di intestazione fittizia di beni, peculato, interruzione di pubblico servizio, favoreggiamento personale, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio ed altro, unitamente ad altri 10 indagati.

L’esecuzione del provvedimento di confisca, estesa anche ad alcuni beni in Romania, ha comportato “per la prima volta nel nostro Paese – spiegano gli investigatori – l’attivazione della procedura introdotta dal nuovo Regolamento (Ue) per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca”.

Pertanto il Tribunale ha disposto la confisca di una società con sede in Italia, 2 associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni siti in Capaccio – Paestum (SA), 1 terreno sito a Zimbor – Romania, per un valore complessivo stimato di circa 16 milioni euro applicando anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.

Fonte: Ansa, Campania

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