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Quei ponti sulla Drina. Idee per un’Europa di pace

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“Poi, nel chiuso della cena informale e della riunione formale, devono essere sorte perplessità, dubbi, inconfessabili ragioni di Stato, marce indietro”, si legge in un testo di Alexander Langer del 30 novembre 1993 riportato in Quei ponti sulla Drina. Idee per un’Europa di pace.

“E finalmente è stata annunciata l’amara beffa: i ministri “invitano la Commissione ad attribuire un sostegno finanziario per il decimo festival invernale di Sarajevo, e approvano l’intenzione di alcuni Stati membri di sostenere, in loco e nei rispettivi Paesi, le iniziative di solidarietà con Sarajevo, previste dagli ambienti artistici e culturali”. Pochi spiccioli di elemosina, dunque, neanche il cavalierato che non si nega a nessuno! L’Europa del dopo-Maastricht annuncia per l’ennesima volta “azioni comuni” per l’ex-Jugoslavia, ma non se la sente nemmeno di compiere un gesto simbolico contro quel vero e proprio “urbicidio” che, anche sotto il profilo culturale, sta violentemente riducendo la Sarajevo delle molte religioni e culture e architetture in cenere, e piegarla “a una sola dimensione”, come e richiesto dalla barbarie dell’epurazione etnica. Il violoncellista che ancora suona tra le rovine della (ex-)splendida biblioteca di Sarajevo continuerà a non essere sentito al di fuori di quell’assedio”.

Alexander Langer, insegnante, giornalista, traduttore, collabora fin da giovanissimo a riviste, associazioni, iniziative civiche. Dal 1978 viene eletto nel Consiglio provinciale di Bolzano. Tra i promotori del movimento politico dei Verdi, parlamentare europeo dal 1989, s’impegna per una politica estera di pace, una conversione ecologica, relazioni più giuste tra Nord e Sud, Est e Ovest. Nel Verona Forum offre un tavolo di dialogo a centinaia di militanti della convivenza nei territori della ex Jugoslavia. Il 26 giugno 1995 si reca a Cannes, con altri parlamentari europei, per portare ai capi di Stato e di governo un drammatico appello: “L’Europa muore o rinasce a Sarajevo”.

Il prossimo 6 aprile, in occasione di una solenne cerimonia, l’Ambasciata italiana a Sarajevo riconoscerà formalmente la cittadinanza onoraria “post mortem” ad Alexander Langer, per l’impegno profuso per la promozione della pace e della riconciliazione in Bosnia Erzegovina.

Ricordiamo il grande impegno promosso da un nutrito gruppo di artisti e intellettuali – Langer incluso – da tutta Europa che si era mobilitato dall’estate del 1993 per nominare Sarajevo “capitale multiculturale d’Europa”, inserendola tra Anversa, la titolare del 1993 e Lisbona, del 1994. La candidatura era sostenuta anche dai sindaci delle due città ed era stata accompagnata da dichiarazioni trionfali dell’allora ministro della Cultura francese, Jacques Toubon, che auspicava l’istituzione di “corridoi di libertà” contro il “blocco morale e intellettuale” di Sarajevo.

Alexander Langer
Quei ponti sulla Drina
A cura di Sabina Langer ed Edi Rabini
Infinito Edizioni, 2020
Pagg. 176, € 13,00

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