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Minacce ai giornalisti, nel 2020 +87%. Lamorgese: «L’attenzione è massima»

Redazione il . Criminalità, Informazione, Istituzioni, Società

Sono stati 163 gli episodi registrati lo scorso anno. Cresce l’incidenza di manifestazioni di odio e solo una parte minoritaria di casi è riconducibile alla criminalità organizzata. E nel 2021 le denunce sono già 23. Sono solo alcuni dei dati emersi dall’ultima riunione dell’Osservatorio del ministero dell’Interno. Il sindacato ha portato all’attenzione del Viminale i casi di Fanpage, Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco.

Sono stati 163 gli episodi di minacce contro i cronisti nel 2020: quasi il doppio di quelli registrati nel 2019 (87). È solo uno dei dati emersi dalla riunione del Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti convocata oggi in videoconferenza dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dopo gli ultimi casi in Toscana.

«Nessun episodio va sottovalutato, l’attenzione è massima», ha assicurato la ministra. «Occorre intensificare le iniziative di contrasto a questo fenomeno, denunciare ogni caso, aumentare gli incontri sui territori: far percepire alle vittime di minacce che lo Stato c’è e avere un quadro della situazione in costante aggiornamento e quanto più possibile completa», ha aggiunto Lamorgese.

Di «dato drammatico» ha parlato il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nell’elencare i numeri relativi al 2020: oltre il 40 per cento dei 163 episodi di minacce arriva via web e social network; cresce l’incidenza di manifestazioni di odio e solo una parte minoritaria di casi è riconducibile alla criminalità organizzata. Nel 2019 gli episodi in rete erano stati un quarto del totale. Lazio, Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia le regioni con il maggior numero di intimidazioni a giornalisti.

Nelle prime settimane del 2021 gli episodi registrati sono già 23. (Qui i dati pubblicati sul sito web del Viminale).

«L’intensificarsi del fenomeno delle minacce ai giornalisti riporta indietro le lancette della storia a periodi bui», ha rilevato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, che ha ringraziato il ministero, i prefetti e le forze dell’ordine per la sensibilità e l’attenzione e per la prontezza con cui sono sempre intervenuti. «Il sindacato condivide in pieno l’invito a denunciare ogni episodio ed è, come sempre, al fianco dei colleghi, dalle denunce alle aule di tribunale», ha concluso Lorusso, che ha anche ricordato i casi delle intimidazioni a Fanpage, a Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco.

Presenti alla riunione anche il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi; il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti; il direttore del Tirreno, Stefano Tamburini; Giulio Corsi del Comitato di redazione del quotidiano; Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana; Carlo Bartoli, presidente dell’Odg Toscana; il presidente del Consiglio nazionale e il consigliere nazionale dell’Ordine, Carlo Verna e Antonio Valentini.

Il direttore Tamburini ha messo in evidenza come sempre più spesso non sia la criminalità organizzata a minacciare, «ma il cittadino qualunque», e che «certe speculazioni politiche contribuiscono a fomentare l’odio», aggiungendo che «preoccupa che l’istigazione sui social possa portare ad azioni concrete» e per questo «occorre mettere un freno a questa situazione».

Il presidente dell’Assostampa, Sandro Bennucci, ha ribadito l’impegno del sindacato territoriale al fianco dei colleghi e ringraziato le forze dell’ordine, «sempre pronte a mettersi all’opera ad ogni nostro comunicato e denuncia», ha sottolineato.

Il presidente dell’Odg Toscana, Carlo Bartoli, ha espresso preoccupazione per l’aumento «enorme di episodi da inizio pandemia» e evidenziato la necessità di «abbassare la soglia di tolleranza rispetto agli atti violenti e intimidatori» e l’importanza di «dare grande pubblicizzazione a iniziative come quella del Viminale anche per incoraggiare colleghi che non lavorano in grandi redazione e che hanno maggiore difficoltà a sentire la vicinanza della categoria».

Due le proposte avanzate dal presidente Giulietti. Un invito alla ministra Lamorgese ad incontrare i rappresentanti delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti per illustrare il funzionamento del Centro di coordinamento, «una eccellenza cui in tutta Europa guardano con interesse», ha detto. E una iniziativa «da promuovere insieme per accendere i riflettori sulla Sicilia». Infine, anticipando la consegna alla ministra del libro “StaiZitta giornalista”, sulle minacce rivolte in particolare alle colleghe, ha ricordato che «a minacciare i cronisti sono anche le querele bavaglio, ma la legge per contrastarle è ferma da anni».

Fonte: Fnsi

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Atti intimidatori, Lamorgese: «Massima attenzione al tema. La stampa è componente fondamentale della nostra democrazia»

Videoconferenza al Viminale con i rappresentanti nazionali del settore. Dal 2019 fenomeno in crescita, sopratutto tramite il web

«Stiamo seguendo con la massima attenzione il tema delle minacce ai giornalisti, veicolate anche attraverso la rete, perché la stampa è garanzia di circolazione delle notizie ed anche per questo è componente fondamentale della nostra democrazia: dunque non vanno sottovalutati gli atti intimidatori che devono sempre essere denunciati alle forze di polizia anche per una più efficace opera di prevenzione e contrasto di questo gravissimo fenomeno».

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, oggi in occasione della riunione del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente e di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, convocata in videoconferenza dalla responsabile del Viminale per fare il punto della situazione anche a seguito delle recenti minacce rivolte sui social ai giornalisti della testata giornalistica “Il Tirreno”.

All’incontro, in videoconferenza, hanno partecipato il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, il vice direttore generale del dipartimento della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi, il presidente e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Ordine regionale della Toscana, Carlo Bartoli, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, e per “Il Tirreno” il direttore Stefano Tamburini e il rappresentante del Comitato di redazione Giulio Corsi.

«L’intensificarsi del fenomeno delle minacce ai giornalisti riporta indietro le lancette della storia a periodi bui», ha rilevato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, che ha ringraziato il ministero, i prefetti e le forze dell’ordine per la sensibilità e l’attenzione e per la prontezza con cui sono sempre intervenuti. «Il sindacato – ha detto ancora – condivide in pieno l’invito a denunciare ogni episodio ed è, come sempre, al fianco dei colleghi, dalle denunce alle aule di tribunale».

Il ministro Lamorgese ha impresso nuovo impulso alle attività del Centro di coordinamento presso il Viminale fin dalla prima riunione da lei presieduta il 10 gennaio 2020, cui è seguita una direttiva ai prefetti per avviare un monitoraggio strutturato che consenta di delineare in maniera dinamica un quadro complessivo conoscitivo degli scenari di rischio a livello territoriale nonché delle iniziative conseguentemente assunte.

Due le proposte avanzate dal presidente Giulietti. Un invito al ministro Lamorgese ad incontrare i rappresentanti delle Federazioni internazionali ed europea dei giornalisti per illustrare il funzionamento del Centro di coordinamento, «una eccellenza cui in tutta Europa guardano con interesse», ha detto. E una iniziativa «da promuovere insieme per accendere i riflettori sulla Sicilia». Infine, anticipando la consegna alla ministra del libro “#StaiZitta giornalista!”, sulle minacce rivolte in particolare alle colleghe, ha ricordato che «a minacciare i cronisti sono anche le querele bavaglio, ma la legge per contrastarle è ferma da anni».

I dati sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti

Nel 2020 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti sono stati 163, l’87% in più rispetto al 2019 (87 casi). Nel 2021, gli episodi registrati sono 23. Lazio, Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia sono le regioni in cui si sono verificati il maggior numero di casi. Nel 2020 è cresciuta la percentuale delle intimidazioni pervenute via web (il 44% del totale): le piattaforme più utilizzate sono Facebook e Twitter. Nel 2019 gli episodi in Rete erano stati un quarto del totale.

Report atti intimidatori (febbraio 2021)

Report atti intimidatori (ottobre 2020)

Fonte: Ministero dell’Interno

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