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Forze di polizia: qualche “macchia” di troppo

Piero Innocenti il . Criminalità, Istituzioni, SIcurezza, Società

Una combinazione di amarezza, come ex poliziotto e di tristezza, come cittadino comune, quello che provo quando leggo (e purtroppo capita con buona frequenza) di brutti episodi in cui sono coinvolti appartenenti alle forze di polizia, in molti casi arrestati o sospesi dal servizio anche per gravi delitti.

Una situazione che, forse, sia pure non abbia assunto aspetti allarmanti (preoccupanti si), rispecchia, in qualche modo, quella più generale di un Paese alla prese, da anni, con fenomeni corruttivi e di malaffare molto diffusi anche fra tutti quei funzionari pubblici che dovrebbero adempiere le loro funzioni con onore e disciplina.

Restando ai “fatti”, nel mese da poco concluso, si annotano quello di un poliziotto in servizio al Commissariato Città Studi (Milano) che, per pagarsi le dosi di hashish e cocaina, svaligiava negozi e supermarket. A Parma, invece, sono scattate le manette per una poliziotta in servizio all’ufficio immigrazione della locale Questura che per agevolare la trattazione delle pratiche di rinnovo e rilascio di permessi soggiorno avrebbe ricevuto denaro (agli arresti domiciliari anche altre undici persone, tutte stranieri).

Perde uno dei suoi uomini di fiducia il Procuratore della Repubblica Gratteri che nell’inchiesta “Basso Profilo” porta all’arresto,a Catanzaro, di diverse persone (tra cui l’assessore regionale alla Sanità) per associazione per delinquere e corruzione tra cui, appunto, un luogotenente del GOA della Guardia di Finanza. Non va meglio a Bari dove un agente della polizia penitenziaria viene arrestato perché accusato  di introdurre in carcere droga e cellulari in cambio di denaro.

Sconcerto e rabbia per i finanzieri di Latina quando a Formia, in un servizio antidroga, si imbattono in un loro collega, in servizio presso la Scuola Nautica del Corpo, intento a spacciare dosi di cocaina. Sottoposte a fermo dai carabinieri del ROS, a Palermo, 23 persone tra cui un ispettore della polizia penitenziaria e un assistente della Polizia di Stato, per associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale, tentata estorsione e altri delitti.

Sei mesi di reclusione vengono inflitti all’ex vicario del Questore di Pordenone per peculato d’uso e abuso d’ufficio (31 viaggi accertati con auto di servizio e autista, non giustificati da ragioni di servizio). Denunciata, a Milano un vice questore accusata di falso ideologico, truffa e accesso abusivo al sistema informatico (proprietaria di sette appartamenti aveva richiesto un alloggio di servizio). A Palermo, nel contesto di un’indagine contro una banda di una decina di persone (tre ai “domiciliari” e sette indagati con obbligo di dimora) per truffe alle assicurazioni su finti furti di auto, restano coinvolti anche un poliziotto e un carabiniere.

Ancora corruzione nel settore dei permessi di soggiorno con due poliziotti in servizio alla Questura di Crotone arrestati insieme ad altre otto persone. Fa rumore la retata di 47 persone a Salerno, tra cui un agente della polizia penitenziaria che agevolava l’ingresso di stupefacenti nel carcere Fuorni. A Napoli, viene arrestato un sostituto commissario in servizio al Commissariato Ponticelli ( altri due poliziotti vengono sospesi dal servizio con provvedimento del Gip) per rivelazione di segreti d’ufficio a favore di un imprenditore in cambio di favori e di altri benefit. Infine, a Teramo, al termine di un’indagine viene arrestato un sottufficiale dei carabinieri per spaccio di cocaina.

Troppi i colpi bassi inferti alle singole istituzioni che restano sicuramente salde ma che debbono alzare ulteriormente la soglia di vigilanza preventiva al loro interno.

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