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“Adrano libera”: 34 arresti, smantellata cosca in provincia di Catania

Redazione il . Giustizia, Mafie, Sicilia

E’ in corso nella provincia etnea una vasta operazione antimafia della polizia di Catania, con l’impiego di centinaia di poliziotti, che sta eseguendo un’ordinanza per 35 indagati disarticolando la cosca Santangelo-Taccuni di Adrano, espressione territoriale della ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano.

La polizia ha arrestato 15 persone, notificato il provvedimento cautelare in carcere a 12 indagati già detenuti e posti altri quattro ai domiciliari. Il Gip ha disposto anche l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre persone.

Uno dei destinatari della custodia cautelare in carcere è attualmente detenuto all’estero e per lui sono stati già attivati i canali Interpol per la notifica del provvedimento. Tutti sono indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa e traffico di cocaina, eroina e marijuana con l’aggravante di essere un’associazione armata e di avere agevolato il clan Santangelo-Taccuni. Contestati anche reati contro il patrimonio e il furto di un Atm.

Il Gip, accogliendo la richiesta della Dda di Catania basata su indagini commissariato di Adrano e della squadra mobile etnea, ha riconosciuto la leadership del gruppo a Gianni Santangelo, già detenuto per altra causa, contestandogli di essere il promotore, organizzatore e direttore dell’associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’inchiesta si basa anche su riscontri forniti delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia tra le quali quelle di Valerio Rosano.

La notizia del suo ‘pentimento’ ebbe forti ripercussioni nella sua famiglia, visto che il padre Vincenzo era un esponente di vertice del clan. La reazione della cosca fu pubblicamente manifestata con l’affissione di locandine funerarie nel centro storico di Adrano che annunciavano la morte di Valerio Rosano e fissavano le sue esequie in una chiesa inesistente, il cui indirizzo era quello del commissariato di Adrano.

Dell’episodio si occupò anche la trasmissione ‘Striscia la notizia’, alla cui inviata l’indagato Toni Ugo Scarvaglieri, tra gli arrestati, espresse forte repulsione per la scelta del collaboratore, arrivando a definirlo “un morto che cammina”.

Dalle indagini è emerso anche un vasto traffico sostanze stupefacenti provenienti dalla Lombardia e sono stati eseguiti importanti sequestri di droga. Il clan, che gestiva tre piazze di spaccio’ ad Adrano, si approvvigionava nel messinese, in Calabria e in Campania. (Ansa)

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Operazione “Adrano libera”: 34 arresti per mafia a Catania

Trentaquattro arresti per associazione mafiosa sono stati eseguiti stamattina dai poliziotti della Squadra mobile di Catania. Gli indagati appartengono alla cosca Santangelo-Taccuni, attiva nel territorio di Adrano, articolazione del clan mafioso Santapaola-Ercolano. Droga ed estorsione erano gli affari della cosca.

L’inchiesta, denominata “Adrano Libera” è partita nel maggio del 2017 dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, tra cui quello balzato alla cronaca attraverso la trasmissione “Striscia la notizia” per essere stato definito da uno degli esponenti del clan “un morto che cammina”. Il clan infatti aveva fatto affiggere per le vie di Adrano un necrologio con l’annuncio della morte del neo-collaboratore di giustizia, con scritto il luogo e l’orario dei presunti funerali.

Nel corso dell’indagine è stato documentato un vasto traffico di sostanze stupefacenti dalla Lombardia verso il comune etneo. L’approvvigionamento di droga avveniva anche dal territorio messinese, calabrese e campano. Numerosi sono stati gli arresti in flagranza di reato e altrettanti sequestri di sostanze stupefacenti che servivano ad alimentare le tre piazze di spaccio operative di Adrano; una era nei pressi dell’abitazione di un indagato il quale, pur essendo ai domiciliari, gestiva i traffici aiutato dai figli; la seconda nei pressi della stazione della circumetnea; la terza nell’abitazione di un altro indagato.

Per garantire la liquidità necessaria al mantenimento della cassa comune da impiegare in attività illecite, gli associati hanno compiuto vari reati contro il patrimonio tra cui due furti all’Atm nella provincia di Catania.

Fonte: Polizia di Stato

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Uno degli indagati aveva definito il pentito Valerio Rosano “un morto che cammina”

Pubblicato da Striscia la notizia su Martedì 23 febbraio 2021

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