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Insicurezza: ancora diversi infedeli tra le forze di polizia

Piero Innocenti il . Criminalità, SIcurezza

L’ultimo episodio di tradimento di tutori dell’ordine rispetto al giuramento fatto di osservare fedelmente la Costituzione e le leggi dello Stato, è di pochi giorni fa con due carabinieri in servizio a Gela (Caltanisetta) che facevano gli informatori per due boss mafiosi e, per questo, sono stati condannati a nove anni di reclusione nell’ambito di un processo in cui lo stesso capo mafia di Gela, Salvatore Rinzivillo, è stato condannato a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa finalizzata alla corruzione.

Dunque, ancora una brutta storia che crea apprensione tra la gente, ma anche tra i responsabili territoriali delle forze di polizia, ai quali viene richiesto di esercitare una maggiore azione di vigilanza sui dipendenti attraverso controlli preventivi.

Intendiamoci, le forze di polizia sono istituzioni salde e anche i fatti di questi ultimi mesi, che hanno visto coinvolti diversi uomini e donne in divisa, pur nella loro sgradevolezza, non possono intaccare l’integrità sostanziale dei Corpi di appartenenza dove prestano servizio, con onore e disciplina, gran parte dei loro colleghi. E, tuttavia, un sintetico riepilogo può, forse, essere utile per qualche riflessione ulteriore.

Nella parte finale del 2020, così, abbiamo annotato l’arresto, a Roma, di un agente in servizio al DIS (proveniente dalla Polizia di Stato) con l’accusa di estorsione aggravata (oltre centomila euro) in danno di un dentista di Padova. A Caltanisetta, nell’ambito di una inchiesta sulla gestione di beni sequestrati alla mafia, un colonnello della Guardia di Finanza (all’epoca dei fatti in servizio alla DIA di Palermo) viene condannato a quattro anni di reclusione (condannato a otto anni anche l’ex presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo).

Tra novembre e dicembre 2020 si rilevano ancora una decina di fatti che vedono protagonisti, in senso negativo, esponenti delle forze dell’ordine. Tra questi, il caso di una poliziotta in servizio al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, indagata per truffa aggravata e falso per aver intascato ben 77mila euro di rimborsi per missioni in realtà mai fatte. Ed ancora, un carabiniere indagato a Treviso per favoreggiamento, per aver rivelato ad una persona sottoposta a indagini la presenza nella sua autovettura di “cimici” installate per le intercettazioni.

A Prato vengono arrestati due carabinieri del NAS di Firenze e un agente dell’AISE accusati di taglieggiare alcuni negozianti. A Pola, due agenti del reparto prevenzione crimine di Napoli e un carabiniere vengono arrestati per aver fatto la “scorta” a tre imprenditori napoletani recatisi in Croazia dove hanno “recuperato” 150mila euro nel corso di un incontro con alcuni “soci”.

A Torino, il Gip adotta il provvedimento di sospensione dal servizio nei confronti di quattro agenti del Commissariato Dora Vanchiglia, accusati di corruzione, concussione, falso in atto pubblico. A Milano, due carabinieri in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria della locale Procura della Repubblica vengono arrestati (altri cinque sono indagati in stato di libertà) con l’accusa di aver fatto perquisizioni e sequestri illegali, furti e rapine, nelle case di pregiudicati. A Seregno viene arrestato l’ex comandante della Polizia Stradale (con lui anche due agenti) per aver tolto multe ad alcuni imprenditori locali in cambio di sponsorizzazioni per le gare di go-kart di suo figlio.

Infine, i fatti di questo mese con gli arresti, nell’ordine: a Venezia, di un finanziere in servizio al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, per corruzione; di un poliziotto un tempo in servizio al Commissariato di Sesto San Giovanni per regali e viaggi pagati da un imprenditore egiziano (anche lui ai “domiciliari”) per “velocizzare” il rilascio di permessi di soggiorno; di un tenente colonnello della Guardia di Finanza in servizio a Cagliari per pedopornografia; di due poliziotti del Commissariato di ps di Colleferro (Roma) che avrebbero concordato con alcuni spacciatori la consegna di stupefacenti.

Anni fa  molti anni fa) di episodi di questo genere, in un anno, se ne potevano contare sulle dita di una mano. Anche questi fatti, alla fine, sia pure in misura contenuta, incidono sulla percezione di insicurezza dei cittadini, attenuando la loro fiducia verso le istituzioni deputate a garantire la legalità.

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Forze di polizia infedeli e promesse tradite in tema di sicurezza

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