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I delitti ai tempi della pandemia e del lockdown

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, SIcurezza

Le misure adottate dal Governo nel corso del 2020 sulla limitazione della libertà di circolazione delle persone, hanno notevolmente influito sull’andamento della delittuosità nel nostro paese.

Alla fine del 2020, secondo dati in fase di consolidamento ed elaborazione del Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, i delitti denunciati sarebbero circa un milione e centomila con una diminuzione di  almeno il 50% rispetto a quelli del 2019 (il picco più alto si era avuto nel 2014 con 2,8 milioni di delitti denunciati).

I maggiori decrementi si sono registrati in alcune tipologie di reati come lo sfruttamento della prostituzione, i furti in genere (normalmente sono circa la metà di tutti i delitti denunciati) tra cui quelli in abitazione e quelli con destrezza (i borseggi), le rapine negli uffici postali, decrementi inferiori per le rapine nelle farmacie che, in particolare, nelle ultime settimane hanno registrato diversi episodi in alcune città (a Reggio Emilia, addirittura, in due giorni, tra la fine dell’anno e il 2 gennaio,rapinata due volte la stessa farmacia).

I cali più vistosi dei delitti denunciati si sono avuti, tuttavia, con i provvedimenti governativi di fine febbraio 2020 che hanno dettato, a più riprese, le misure urgenti in materia di contenimento e gestione della emergenza epidemiologica da covid-19.

Così, a marzo, sono stati soltanto poco meno di 55mila i delitti denunciati in tutto il paese contro i più di 150mila dello stesso periodo del 2019, con un meno 67% di furti (più del 70% per quelli in abitazioni), un meno 46% nei reati sugli stupefacenti (ma in questo caso si tratta di calo attribuibile più alla ridotta azione antidroga delle forze di polizia alle quali è stato richiesto uno sforzo notevole nell’azione di controllo sul territorio), di un meno 75% degli omicidi stradali, di un meno 57% di furti di autovetture, di un meno 62% nella ricettazione, di un meno 76% negli incendi.

Lombardia e Veneto, in questa fase, sono state le due regioni che hanno fatto registrare il maggior decremento della delittuosità che è, comunque, ripresa, sia pure in maniera più contenuta, nel periodo estivo fino a quando sono entrate in vigore le ulteriori limitazioni alla mobilità dovute alla seconda ondata” del virus che continua ancora oggi.

Si nota, tuttavia, una certa “frenesia” dei malviventi costretti ad una  inattività prolungata, mai registrata nel corso della loro “carriera” e, così, ci sono segnali di un certo risveglio delle incursioni predatorie in questi ultimi giorni.

E’ successo in un supermercato di Casalotti (Roma) dove i banditi, nottetempo, hanno fatto saltare il bancomat fuggendo con il bottino, a Milano con un assalto in piena regola ad una gioielleria ad opera di tre  banditi che hanno incendiato un’autovettura in mezzo alla strada per ritardare l’intervento della polizia. Piano fallito, invece, nell’assalto ad un portavalori dell’IVRI, sull’autostrada tra i caselli di Bitonto e Molfetta  con una banda che ha utilizzato due ruspe, chiodi a tre punte e un autoarticolato, poi bruciato. Incursione di ladri in un’abitazione, ad Arezzo, che, per prudenza, decidono di smontare e portar via anche l’impianto di sorveglianza installato. Medicata in ospedale una donna di settantacinque anni rapinata in casa a Roma da quattro banditi.

Con le vaccinazioni iniziate ( a rilento) e che si protrarranno, verosimilmente per gran parte del 2021, dovremmo tornare alla normalità della nostra vita quotidiana, riabituandoci anche a quei valori di delittuosità degli ultimi anni che potrebbero anche aumentare secondo alcune valutazioni di analisti delle forze di polizia.

Il narcotraffico alla fine del 2020

Dunque il 2020 si è concluso con un bilancio dell’antidroga nazionale piuttosto contenuto come si rileva dai dati, sia pure non stabilizzati, della DCSA, con circa 50 ton. di stupefacenti complessivamente sequestrati (di cui 14 ton. di droghe sintetiche destinate ad altri paesi), contro le 55 ton. del 2019 e le 123 ton. del 2018.

I decrementi hanno riguardato quasi tutte le sostanze ad eccezione della cocaina e delle droghe sintetiche. Per la cocaina, in effetti, con le oltre 11 ton. intercettate è stato raggiunto il record assoluto nei sequestri di tale sostanza. Il notevole scostamento dei sequestri è riferibile in particolare ai derivati della cannabis che negli ultimi anni hanno rappresentato circa il 90% di tutte le droghe intercettate in Italia.

Nel 2020, comunque, le forze di polizia hanno sequestrato oltre 9 ton. di hashish e più di 15 ton. di marijuana (per la marijuana siamo ben lontani dalle 23 ton. del 2019 e dalle oltre 39 ton. del 2018). Diversamente da quanto avvenuto negli anni passati quando si erano avuti importanti sequestri di hashish e marijuana nelle acque internazionali, in particolare nell’area adriatica (nel 2019 oltre 41 ton.), nel 2020, dall’esame dei report mensili della DCSA, non risultano sequestri.

Spetterà agli analisti valutare se si tratti di una situazione contingente o, viceversa, ci si trovi ad una diversificazione di rotte e strategie operative dei trafficanti di queste sostanze stupefacenti che, come noto, sono sempre particolarmente richieste sul mercato. Di certo, se la maggior parte dello stupefacente sequestrato alle frontiere nazionali viene “intercettato negli specchi d’acqua prospicienti alle coste, in acque internazionali o all’interno del mare territoriale o lungo la frontiere marittima” è qui che occorre “incrementare ulteriormente lo sforzo organizzativo volto a potenziare strategicamente l’azione di contrasto” che deve riguardare, comunque, non solo il contesto nazionale.

Si tratta di quella sorta di difesa “avanzata” che opportunamente la DCSA aveva sottolineato nella relazione del 2020, per evitare che la parcellizzazione delle piazze dello spaccio renda sempre più difficile il contrasto.

Anche l’eroina evidenzia uno scostamento negativo nei sequestri con poco più di 450kg (circa 270kg bloccati in una sola operazione nel porto di Genova) a fronte dei 614kg del 2019 e 976kg del 2018. Nonostante i vari stratagemmi utilizzati dagli spacciatori per le consegne (anche a domicilio), non c’è dubbio che il prolungato periodo di lockdown con il “coprifuoco” notturno adottato per periodi di tempo prolungati, abbia influito sul commercio degli stupefacenti  e sulla repressione. Le 6.214 pillole di droghe sintetiche bloccate e i 341kg in polvere (oltre alle 14 ton. come già detto), confermano la crescente diffusione di queste sostanze, soprattutto tra i giovani (nel 2018 erano state sequestrate 23.176 pasticche di metamfetamine e l’anno prima 10.844) La produzione di pasticche di amfetamine è diventata un’attività particolarmente redditizia utilizzando macchinari artigianali e le sostanze chimiche per la produzione (efedrina e pseudo-efedrina), combinando e rimescolando molecole farmaceutiche e cambiando, così, effetti e pericoli della sostanza sintetica confezionata.

In ambito UE è la Francia che ha il primato dei sequestri di metamfetamine con 1.783.480 pasticche (dato del 2018 fornito dall’EMCDDA nell’ultimo rapporto del 2020) e la Germania con i sequestri di amfetamine con 1.784kg sul totale di 8.549 kg in tutta l’UE. Una situazione del consumo di droghe sintetiche peggiorata nel 2020 stando alle notizie ufficiose degli esperti della sicurezza che prestano servizio in diversi paesi europei ed extraeuropei.

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