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Nel volto delle donne. Per un 25 novembre di speranza

Pierluigi Ermini il . Giustizia, Internazionale, Istituzioni, Società

harrisOggi è il 25 novembre, giornata dedicata alla lotta contro la violenza perpetrata sulle donne.

Aldilà dei tanti discorsi e propositi che possiamo fare noi uomini per porre fine a questo insopportabile lago e bagno di sangue, la risposta più bella e decisa arriva da fatti nuovi che si verificano fortunatamente anche nel mondo della politica.

Così nel parlare di questa celebrazione (durante la quale anche oggi siamo stati costretti ad ascoltare notizie di due nuovi femminicidi), viene forte il desiderio di poter scorgere un nuovo che, seppur lentamente, avanza e fa intravedere un domani dove le donne possano mettere a frutto tutte le loro capacità.

E il riconoscimento del ruolo e del valore delle donne viene in queste ore da oltre oceano, da quel paese a cui tutti riconosciamo  di essere una delle democrazie più grandi e forti del mondo.

Si tratta degli Stati Uniti e del suo Presidente appena eletto che proprio in queste ore sta allestendo la sua nuova squadra di governo. Già da tempo aveva presentato al mondo quella che sarebbe stata la sua più stretta compagna di viaggio una volta vinte le elezioni presidenziali.

Si tratta della Vice Presidente Kamala Harris, che sarà la prima donna ad assumere questo ruolo nel suo paese. Donna, non bianca, con il padre originario della Giamaica e madre originaria dell’India, con un marito di fede ebraica mentre lei è una cristiana di fede battista. Una donna che racchiude in sé il senso più profondo di una diversità che è accolta come ricchezza; una ricchezza che apre la mente, il cuore, e anche la politica.

Ma Biden non si è fermato qui e anche nella sua compagine di governo spiccano nomi di donne illustri, ad iniziare dal Ministro del Tesoro che sarà Janet Yellen, anche lei prima donna a ricoprire questo incarico, dopo essere stata la prima donna anche a diventare Presidente della FED, sotto la presidenza Obama.

Una donna denominata la “dura di Brooklin” ma che è esperta in tema di disoccupazione e molto sensibile al lato sociale dell’economia. Lei, nata da genitori che hanno vissuto gli anni della depressione, è ora chiamata a risollevare le sorti di un’economia che vacilla sotto i colpi inferti dalla pandemia.

Biden ha poi rivelato di aver nominato Avril Haines come direttrice dell’Intelligence nazionale, chiamata a coordinare le 17 agenzie di intelligence americane. Anche in questo caso si tratta della prima donna chiamata a ricoprire questo incarico. Di lei si era già accorto Barack Obama che nel 2011 l’aveva chiamata all’ufficio legale della Casa Bianca per poi nominarla prima Vice della Cia e poi Vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale.

Ma un’altra donna è stata voluta da Biden per ricoprire un ruolo importante nello scacchiere del suo entourage; si tratta di Linda Thomas-Greenfield che sarà l’Ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite. Un ruolo strategico nel campo della politica estera del paese. Anche lei un nome non nuovo, presente già al tempo del presidente Obama quando fu chiamata a svolgere il ruolo di Assistente Segretario di Stato per gli Affari con i paesi Africani. Incarico che ha tenuto fino al 2017, all’inizio del mandato di Donald Trump.

Donne che salgono al comando per il valore che hanno conseguito nelle loro storie personali, per le qualità professionali dimostrate e per le loro capacità e attitudini.

Così come negli ultimi anni è accaduto in Europa con la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e con la Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde o con le recenti elezioni a Primo Ministro in paesi del nostro continente come Sanna Marin in Finlandia, oltre all’ormai collaudata Angela Merkel, diventata forse in questi anni una delle poche figure di statista di questo nostro inizio del secondo millennio.

Aldilà delle parole per ricordare questo 25 novembre, piace sottolineare il vento nuovo che spira nelle più grandi democrazie occidentali dove, seppur lentamente, le donne stanno iniziando a rivestire ruoli importanti nella guida dei loro paesi.

Vento di speranza e di novità che vede volti di donne emergere con tutto ciò che questo nel tempo comporterà anche per la vita dei nostri paesi.

Per questo, pur vivendo in un paese come il nostro, dove ogni 2/3 giorni si assiste ancora all’uccisione di una donna, viene da pensare che il vento sta lentamente cambiando in meglio e dove le persone saranno scelte a svolgere ruoli importanti non in base al genere, ma in base alle loro qualità e capacità.

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Una nuova Europa che pensa al femminile

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