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Khashoggi, ripreso processo a Istanbul contro 26 sauditi

Ansa Med il . Brevi, Giustizia, Informazione, Internazionale

khashoggiL’ex consigliere per i media del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (noto come Mbs), Saud al-Qahtani, aveva minacciato più volte Jamal Khashoggi prima della sua uccisione il 2 ottobre 2018 nel consolato di Riad a Istanbul.

Lo ha dichiarato oggi in tribunale Ayman Nour, un politico dissidente egiziano per anni vicino al reporter ucciso, durante il processo a Istanbul per il delitto, in cui sono imputati in contumacia 26 sauditi, tra cui lo stesso Qahtani.

“Jamal mi ha raccontato che aveva ricevuto minacce da Qahtani e dal suo entourage sin dal 2016”, ha riferito ai giudici Nour, secondo cui Khashoggi gli avrebbe anche riferito che Mbs aveva mostrato interesse per il loro rapporto di amicizia, in particolare per il suo coinvolgimento nei movimenti legati alla Primavera Araba, che non sarebbe stato visto di buon occhio dall’erede al trono di Riad.

Ripreso il processo a Istanbul contro 26 sauditi imputati in contumacia

Nuova udienza oggi al palazzo di giustizia di Caglayan a Istanbul del processo contro 26 sauditi imputati in contumacia per l’omicidio il 2 ottobre 2018 del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel consolato di Riad a Istanbul. Ai 20 imputati all’apertura del processo, ne sono stati aggiunti oggi altri 6, incriminati successivamente.

Sotto accusa ci sono i presunti membri e mandanti dello ‘squadrone della morte’ inviato dal Regno per eliminare l’editorialista del Washington Post, diventato scomodo per il principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs). Tra i sospetti, di cui Riad ha negato l’estradizione, ci sono anche due suoi fedelissimi, l’ex consigliere per i media Saud al-Qahtani e l’ex numero 2 dell’intelligence Ahmed al-Assiri.

Secondo gli investigatori turchi, il corpo del reporter 59enne è stato fatto a pezzi. I suoi resti non sono mai stati ritrovati. Khashoggi si era recato nella sede diplomatica per ottenere i documenti necessari alle nozze con la ricercatrice turca Hatice Cengiz, che anche per l’udienza di oggi ha cercato di mobilitare l’attenzione internazionale. Tra le organizzazioni presenti stamani in tribunale anche una delegazione di Reporters sans Frontières.

La prossima udienza è stata fissata il 4 marzo 2021. A settembre si era invece concluso in Arabia Saudita il processo d’appello contro 8 persone, condannate a pene da 7 a 20 anni, dopo che i familiari del cronista avevano perdonato i killer, aprendo la strada alla commutazione delle 5 condanne a morte inflitte in primo grado.

Fonte: Ansa Med

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Two Years After Khashoggi’s Murder, the Fight for Justice Isn’t Over

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