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Per Morra la ‘Calabria è irrecuperabile senza uno Stato consapevole’. Giusto ma oggi lo Stato è lui

Dina Lauricella il . Calabria, Istituzioni, Mafie, Società

morraNicola Morra non si dimette. E io lo difendo, perché dovrebbe?

Su una cosa ha senz’altro ragione: gli italiani, come i calabresi, hanno fatto le loro scelte e adesso, sia gli italiani che i calabresi, si devono beccare la classe politica che hanno scelto. Incluso il presidente della Commissione antimafia che, come forte azione di contrasto alla ‘ndrangheta, sceglie la via dell’attacco diretto, dell’offesa e addirittura dell’abbandono (“nessuno ti deve aiutare”) rivolto a tutti i calabresi. Nessuno escluso.

Da più parti, anche dalla trincea pentastellata, si evidenzia il cattivo gusto di aver tirato in ballo la presidente eletta della Regione Calabria che è da poco scomparsa, ma dalle parole del presidente della Commissione antimafia emerge anche l’atteggiamento che da sempre la politica ha assunto nei confronti di questa terra: la lontananza, il distacco, il disinteresse, l’abbandono al suo destino. Ma Morra, diversamente da tutti gli altri, va dritto al punto, non finge, non semina speranza: “hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso”. Per poi concludere: “la Calabria è irrecuperabile fino a quando lo Stato non affronterà la situazione con piena consapevolezza”.

Ecco appunto, condivido appieno il pensiero, specie la chiosa sulla consapevolezza dello Stato. Ma ora che lo sappiamo, ora che è chiaro a tutti, che ce ne facciamo della commissione antimafia se dove c’è la mafia si decide di buttare la spugna?

Il grande pregio di questo maledetto virus consiste nel far venire a galla tutte le contraddizioni e le mancanze politiche e sociali accumulate nei decenni. Grazie al virus finalmente guardiamo negli occhi i nostri orrori, la svendita della sanità, la precarietà della scuola, i limiti dei nostri mezzi pubblici di trasporto e ovviamente anche la Calabria, con la sua corruzione, le sue strade sgangherate, i suoi disoccupati, le sue cosche.

È adesso, sotto quest’occhio di bue che per la prima volta la illumina, che lo Stato dovrebbe trovare modi e mezzi per intervenire. Non sarà l’ilarità dei commentatori razzisti o l’attacco frontale alla società civile da parte delle Istituzioni a sanare le ferite di questa terra.

Attendiamo, come auspica il presidente della commissione antimafia, che lo Stato decida di affrontare la situazione con grande consapevolezza e ricordiamo a Morra che oggi lo Stato è lui.

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