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Il narcotraffico nelle mani della criminalità nord-centro africana

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, SIcurezza

foto-arresti-droga-con-logo-psLa criminalità nord-centro africana continua a mantenere un considerevole spazio operativo nel contesto internazionale del traffico di stupefacenti, con profili evolutivi che in Italia, già da alcuni anni, si sono manifestati “in complessi assetti organizzativi” (rel. DIA, 2011) fino ad arrivare a collegamenti di maggiore spessore criminale.

È quanto emerso, per esempio, nella operazione antidroga Carthago che, nel settembre del 2019 (rel. DIA), ha interessato diverse province italiane con l’arresto di 36 persone tra marocchini e italiani legati alla criminalità campana (Nuova camorra organizzata) e pugliese (Quarta mafia foggiana).

Le organizzazioni criminali marocchine, in particolare, presenti capillarmente in Italia e in gran parte dell’UE, gestiscono in regime di monopolio il traffico di hashish, dall’acquisizione dello stupefacente nelle zone di produzione della regione montuosa del RIF (il “paradiso della cannabis” in Marocco), al trasporto e alla distribuzione all’ingrosso e al minuto.

Sempre particolarmente ingenti i sequestri di hashish effettuati nel corso degli ultimi anni con 18 tonnellate nel 2017, 50 tonnellate nel 2018 e 21 tonnellate nel 2019 mentre quest’anno, al primo ottobre, siamo appena a poco meno di 8 tonnellate (dato non consolidato), un calo che dipende, in via più generale, da una diminuzione delle attività antidroga collegate anche alla emergenza sanitaria dei mesi passati che, in parte attenuata, stiamo ancora vivendo in questo periodo.

Sono soprattutto cittadini di origine marocchina gli stranieri denunciati per traffico/spaccio a livello nazionale e questa posizione dominante la occupano in realtà da moltissimi anni. Così, nel 2019, sono stati 2.669 i marocchini denunciati all’autorità giudiziaria, il 19,38% sul totale nazionale di 13.775 stranieri, con il picco di 3.774 nel 2006. La componente nord-centro africana (marocchini, nigeriani, gambiani, tunisini, senegalesi, maliani) di trafficanti denunciati è stata anche nel 2019 quella maggioritaria (7.893) sul totale nazione degli stranieri (dati DCSA, 2020). Una linea di tendenza che si conferma anche in questi primi nove mesi dell’anno con poco più di 6.300 stranieri denunciati all’a.g. (dato provvisorio) di cui circa il 70% di nazionalità nord-centro africana.

Gli interessi, con il passar degli anni, si sono concentrati, come era prevedibile, anche su altre droghe (eroina e cocaina, poco interesse per quelle sintetiche) come si è accertato nelle diverse operazioni antidroga svolte dalle forze di polizia e non sono mancate neanche cruente conflittualità nel corso del 2018 tra bande maghrebine (almeno quattro tra omicidi e tentati omicidi di marocchini) dovute al controllo delle zone di spaccio nelle province di Milano, Varese e Como.

Una criminalità di narcotrafficanti estremamente mobile, in grado di assicurare le consegne in tempi rapidi e in qualsiasi momento della giornata come rilevato anche in queste ultime ore nella operazione Bycicle condotta dai carabinieri di Piacenza che hanno eseguito trentuno provvedimenti cautelari di cui undici in carcere e sette ai domiciliari, con destinatari in gran parte cittadini nordafricani (nove gli italiani).

Spazio ai gambiani nel narcotraffico

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