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La Germania di oggi, baluardo in difesa dei diritti umani

Pierluigi Ermini il . Internazionale, Istituzioni, L'analisi

merkelAsserragliati dalla pandemia, questo nostro mondo sta prendendo una piega sempre più pericolosa e meno democratica, senza quasi che noi ce ne accorgiamo.

I fatti internazionali che si succedono, dall’avvelenamento del dissidente russo Alexey Nalvalny, all’appoggio dato da Putin allo pseudo presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukašėnka nonostante un popolo in rivolta, sono segnali che intorno alla nostra Europa c’è un fronte antidemocratico, che viola costantemente i diritti umani, che si amplia.

Poco più in là dei confini dell’Unione assistiamo anche a una Turchia dove dissidenti politici si lasciano morire di fame per non sottostare alle angherie del regime, giornalisti vengono imprigionati per chiudere loro la bocca, e luoghi fino a poco tempo fa spazi di incontro e di dialogo tra religioni diverse come la basilica di Santa Sofia, vengono di fatto trasformate a simbolo del predominio di una religione sulle altre, quasi un segno di sfida in questo caso dei musulmani sui cristiani.

Sembrano piccoli fatti, ma sono invece la rappresentazione più chiara di come le cose intorno a noi stiano evolvendo in una situazione di pericolo anche per la nostra società. Già segnali ci sono anche nella nostra Europa con paesi come la Polonia e l’Ungheria che stanno trasformandosi da stati democratici a stati dove i presupposti della libertà di stampa, di pensiero e la stessa giustizia sono sempre più controllati dal potere politico.

Senza considerare anche quanto stanno facendo altri grandi leader del mondo, ad iniziare da Trump in tema di lotta al razzismo e al comportamento tenuto dalla polizia verso gli afro americani, per arrivare fino al presidente cinese Xi Jimping alle prese con le manifestazioni e le rivolte più che giustificate degli abitanti di Hong Kong per la difesa delle loro libertà, sempre più stritolate dal regime comunista.

In questo contesto mondiale, il paese che più emerge in difesa dei valori democratici e in difesa dei diritti umani, è la Germania guidata da Angela Merkel.

Non è un caso che proprio la Germania stia diventando il punto di riferimento anche per le democrazie europee. E non è un caso che proprio la Germania più di tutti in questi ultimi anni sia il promotore principale dei cambiamenti anche all’interno dell’Unione Europea.

Angela Merkel si sta dimostrando l’unico vero statista di questo nostro tempo.

Una persona che sa coniugare il valore della solidarietà (come non ricordare l’accoglienza da parte della Germania di centinaia di migliaia di profughi siriani nel 2015 che quasi le costarono la poltrona di capo del governo), con la ricerca di favorire sviluppo e collaborazione tra i paesi membri (come sta avvenendo con i vari progetti dei ricovery fund, Sure, Mes per cercare di uscire dalla crisi economica provocata dal Covid19), e difendere i diritti che devono essere riconosciuti ad ogni persona (le sue parole pesanti contro Putin e la Russia di questi giorni ne sono la più chiara dimostrazione, di fronte al silenzio assordante anche della nostra politica italiana sia di destra che di sinistra).

Angela Merkel è in pessimi rapporti da tempo con Trump anche per la sua gestione dei rapporti economici con la Cina e l’applicazione di dazi che tanto grave danno stavano provocando, prima dell’avvento della pandemia, all’economia Europea.

La Germania, dunque in meno di 70 anni è passata, dall’essere lo stato carnefice di altri popoli sotto il nazismo, causa principale di milioni di morti e di uno sfacelo economico mondiale, al maggiore difensore dei diritti umani e anche modello di sviluppo economico. Tutto questo dopo anche aver provveduto senza gravi traumi a riunificare il paese dal 1989 in poi.

Da stato nazionalista conquistatore del mondo con il presupposto della superiorità della razza ariana (anche se è ancora presente anche lì questa componente) a punto di riferimento dell’Europa detentrice dei valori del liberalismo (uniti a una forte connotazione sociale) e della democrazia.

Un percorso che è frutto soprattutto dell’opera di due grandi personaggi politici tedeschi: Helmut Kohl primo Cancelliere Federale della Germania riunita fino al 1998 e colui che ha guidato il percorso economico, sociale e politico di riunificazione delle due parti per quasi 10 anni e poi Angela Merkel che riveste quel ruolo da 15 anni dal 2005.

La Germania è la rappresentazione più importante oggi dell’Unione Europea. Forse anche perché si sente in debito verso gli altri paesi dell’Unione (soprattutto perché l’euro ha favorito negli anni precedenti più il suo sviluppo economico che quello di altri), ma certo oggi se penso a un paese baluardo dei valori di democrazia e libertà, penso soprattutto alla Germania di Angela Merkel.

Le sue mosse contro Putin, giunte tra l’altro nel momento in cui la Germania è presidente di turno dell’Unione, hanno certamente messo in difficoltà il gerarca russo e possono segnare una svolta diplomatica importante per l’Europa, facendo riguadagnare prestigio al nostro continente agli occhi del mondo per quanto attiene la difesa della democrazia e dei diritti umani.

Oggi è una donna a emergere come vero statista, capace di coniugare il presente con il futuro, cosa che non si intravede in altri grandi uomini di potere.

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