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“Migranti fuori dalla Sicilia”, un’ordinanza fuorilegge

Rino Giacalone il . L'analisi, Migranti, Società

migranti fuori dalla siciliaL’ordinanza è di ieri sera. Il Presidente della Regione Nello Musumeci ha messo nero su bianco ciò che aveva annunciato. La “cacciata” dalla Sicilia di tutti i migranti.

Ogni centro di accoglienza dovrà essere chiuso entro la mezzanotte di domani. Un’ordinanza che ha i contorni di una scelta razzista, il presidente Musumeci l’ha presentata in nome della tutela della salute pubblica. I migranti per lui costituiscono un pericolo sotto il profilo della diffusione del virus del Covid 19. Una bella pensata.

L’altro virus dal quale noi siciliani dobbiamo difenderci, è quello leghista, e di recente questo virus ha fatto la sua virulenta comparsa dentro il Governo regionale che con la nomina di un assessore ha stretto l’abbraccio con il diffusore delle paure per eccellenza, l’on. Matteo Salvini. Speriamo che di questo si rendano conto tutti i siciliani. L’articolazione della Lega in Sicilia non è solo destroide, ma ha imbarcato soggetti pure estranei ai concetti di legalità. E simile accozzaglia non poteva che partorire un’ordinanza pienamente illegittima.

Non ci dica Musumeci che ha usato le prerogative dello Statuto autonomistico della Sicilia, non ci prospetti ragioni di natura sanitaria. Non ci sono le basi per sostenere tutto ciò. Non possiamo guardare inorriditi agli episodi di caccia al nero che accadono negli Usa e poi fomentare simili accadimenti nella nostra terra, dove ben altri sono i guai, causati dai “bianchi”, ruberie, corruzioni, mafia. I migranti si sono visti spesso schiacciati da questo sistema, sfruttati, maltrattati solo per ottenere un tozzo di pane. Contro questi malfattori che hanno speculato i migranti, non abbiamo mai ascoltato parole di condanna da Musumeci e dai suoi alleati.

E’ ben alto il patriottismo con il quale tanti come noi siamo cresciuti, ben altro il senso civico, democrazia e libertà possono esistere solo se dove finisce la nostra libertà comincia quella degli altri, e non ci interessa il colore della pelle di chi viene dopo di noi. Odio, discriminazioni e diseguaglianze non fanno parte della nostra Costituzione né li ritroviamo nello Statuto autonomistico della nostra Regione.

Se il Governo regionale dalla fine del lockdown avesse fatto il proprio dovere fino in fondo, la ricomparsa del virus in Sicilia non ci sarebbe stata. E invece l’assenza di controlli, il non dotare le autonomie locali di poteri e strumenti ha segnato il ritorno del Covid 19.

Il virus non è arrivato con i migranti, ma per colpa d’irresponsabili ai quali è stato permesso di muoversi, dalle strutture sanitarie incapaci ad applicare i protocolli della prevenzione, non per colpa di medici e operatori sanitari, ma per difetto di una Governo che si è distratto nel  tempo dall’occuparsi di sanità.

Non saremo mai dalla parte dei sovranisti e soprattutto di questo sovranismo. Ci spiace soltanto che per un periodo il Movimento 5 Stelle abbia portato certi sovranisti al Governo. Ci spiace che Musumeci stia barattando la sua rielezione sfruttando la parte peggiore dei sovranisti, sempreché esista una parte buona del sovranismo.

Musumeci se la prende col Governo nazionale, con quel Governo che in un battibaleno l’ha ascoltato quando ha chiesto le navi per far trascorrere la quarantena ai migranti giunti a Lampedusa e in altre zone della Sicilia. Musumeci dimentica che su quelle navi ha voluto far salire i migranti risultati positivi e tutti gli altri esclusi dal pericolo virus e tanti altri ancora senza averli sottoposti ai controlli. Il virus si è diffuso su queste navi, perché i positivi non dovevano farsi salire, così come prima di farli imbarcare per la quarantena doveva almeno essere fatto il tampone. No invece, messi tutti assieme e adesso che è terminata la quarantena di chi è stato a bordo di queste  navi, scatta la cacciata.

In mezzo a questi migranti ci sono persone fuggite dalle guerre e dalle carestie, dalla povertà e dalle violenze, donne abusate, bambini e ragazzi che a stento sono riusciti a sottrarsi agli orchi. Persone che hanno visto morire altri loro compagni nel deserto, qualcuno ha visto annegare in mare i loro familiari. E la Sicilia risponde con un Governo che per scelte non è meno colpevole di chi ha costretto intere famiglie a lasciare la loro terra.

Noi non siamo siciliani se questo termine fosse rivendicato dal presidente Musumeci e dal suo Governo. Non siamo siciliani come loro, non lo saremo mai. Siamo donne e uomini, giovani e meno giovani, figli di un’altra Sicilia, la vera Sicilia, quella che nei secoli ha accolto e ha forgiato con il sapere degli altri la propria cultura, diventando Grande. Ricca questa terra non lo è diventata non per causa di altri, ma per colpe tutte nostre.

Faccia una cosa Musumeci, revochi quest’ ordinanza e non attenda l’intervento del Governo nazionale che ha ragioni e strumenti per dichiararla illegittima. Musumeci cancelli l’ordinanza e cominci a restituire a questa terra i valori che le appartengano.

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