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#Giustaitalia: 12 realtà di Reggio Emilia rilanciano a livello provinciale

Avviso Pubblico il . Brevi, Economia, Emilia-Romagna, Mafie

#Giustaitalia: Reggio Emilia rilancia il patto per la ripartenza a livello provincialeUn manifesto per far ripartire l’Italia uscendo dalla cultura dell’emergenza e affermando quella delle regole.

#Giustaitalia, un “Patto per la Ripartenza” fondato sull’etica della responsabilità, è stato lanciato a livello nazionale qualche mese fa.

Sono DICIOTTO PROPOSTE CONCRETE rivolte al Governo e al Parlamento, affinché ascoltino la voce della società civile, del mondo del lavoro, delle imprese, degli enti locali e di tutti coloro che hanno a cuore la ripartenza del nostro Paese nella legalità e nella giustizia sociale.

Il manifesto è stato promosso a livello nazionale da Libera con Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Rete dei Numeri Pari, Rete della Conoscenza, Fuci, Centro Studi Pio La Torre, Cooperare con Libera Terra, Acsi, Us Acli, Cngei, Fondazione Interesse Uomo, Cgil, Cisl, Uil.

In provincia di Reggio Emilia sono 12 le realtà che attualmente hanno aderito alla rete che porterà avanti la campagna di mobilitazione a livello provinciale: Libera Reggio Emilia, Avviso Pubblico Reggio Emilia, Cgil Reggio Emilia, Cisl Emilia Centrale, Uil Reggio Emilia, Legambiente Reggio Emilia, Arci provinciale Reggio Emilia, Uisp Reggio Emilia, Rete degli Studenti Medi Reggio Emilia, Auser Reggio Emilia, Cooperativa Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Ancescao provinciale Reggio Emilia.

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A Reggio Emilia, così come in tutta la regione, le situazioni di debolezza economica e amministrativa diventano opportunità per le organizzazioni criminali, come hanno già ricordato voci autorevoli – dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, alla Banca d’Italia, al Ministero dell’Interno – che hanno segnalato i pericoli concreti a cui andiamo incontro, nella gestione degli appalti e delle risorse finanziarie: mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale sanno sfruttare l’allentarsi delle regole, in nome di una legittima urgenza, ma approfittano anche dell’acutizzarsi delle povertà, per conquistare consenso sociale e riciclare i capitali accumulati illegalmente, anche attraverso l’usura.

Le diciotto proposte rivolte al Governo e al Parlamento vanno in questo verso: sono suddivise in tre aree strategiche per mettere al centro i diritti sociali, assicurare la trasparenza nella gestione degli appalti, prevedere la tracciabilità del sostegno alle imprese, applicando bene e senza scorciatoie le norme che già esistono; garantendo diritti fondamentali, come il lavoro, la casa, il reddito, l’istruzione e la salute; lottando contro tutte le forme di povertà, a cominciare da quella educativa che colpisce le giovani generazioni; recuperando gli oltre 100 miliardi di euro sottratti annualmente alla collettività dall’evasione fiscale, per sostenere la nostra economia e ridurre il carico fiscale alle famiglie italiane.

L’Italia può ripartire davvero, dopo il lungo isolamento a cui è stata costretta dalla pandemia del Covid-19, solo se non si commettono gli errori del passato. Quelli che hanno trasformato ogni emergenza, dai terremoti alla gestione dei rifiuti fino al dissesto idrogeologico, in una nuova opportunità di arricchimento e di crescita del potere delle mafie e, più in generale, di quei sistemi criminali fondati sul disprezzo delle regole, la corruzione, l’accumulazione illecita di profitti, che già condizionano la nostra democrazia.

Una richiesta che, a livello locale e nazionale, continua ad essere portata avanti, a maggior ragione dopo che, nei percorsi legislativi dei Decreti Liquidità, Rilancio e Semplificazione sono state accantonate tante tra le proposte presentate dai soggetti aderenti alla Rete: queste proposte erano norme di giustizia, finalizzate alla promozione del rispetto di diritti fondamentali, come quello a un ambiente pulito, della tutela delle imprese sane del nostro Paese e del rispetto dei diritti dei lavoratori e degli studenti.

 

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