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Padre Dall’Oglio, Fnsi: «Non ci stancheremo di chiedere verità»

Fnsi il . Giustizia, Informazione, Internazionale

dalloglioIl presidente del Parlamento Ue ricorda in un video messaggio il gesuita rapito in Siria sette anni fa. «Figura contemporanea e attuale nella quale possiamo riflettere i valori a fondamento del progetto europeo», dice. Lorusso e Giulietti: «Continuiamo a illuminare la sua vicenda». Francesca Dall’Oglio: «La speranza che possa essere ancora vivo c’è». Il link alla registrazione di Radio Radicale.

«Ricordare la figura di padre Dall’Oglio a sette anni dalla sua ultima apparizione è un dovere che abbiamo come comunità per non disperdere il grande patrimonio civile, sociale, culturale che fino adesso ha accompagnato la sua vita. Dobbiamo portare avanti il messaggio di Paolo, per seguirlo e renderlo sempre attuale: siamo tutti accomunati da un destino unico e di cittadinanza globale. Lo ricordiamo con affetto e non ci stancheremo di chiedere la verità sulla sua vita e su questi sette anni che ancora attendono di essere chiariti». Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel messaggio video inviato alla conferenza stampa organizzata in Fnsi a sette anni dalla scomparsa del gesuita in Siria.

«La preghiera, una forte lettura della contemporaneità, una grande fiducia negli uomini: così vogliamo ricordare padre Paolo Dall’Oglio, uomo di fede, di forti convinzioni che gli hanno permesso di portare avanti il suo obiettivo e non arrendersi di fronte agli ostacoli che ha incontrato», ha aggiunto Sassoli.

«Padre dall’Oglio – ha concluso – è una figura estremamente contemporanea e attuale nella quale possiamo riflettere i valori a fondamento del nostro progetto europeo fondato sulla diversità, sulla pluralità, sul dialogo, concetti essenziali per la promozione ovunque nel mondo della cultura della convivenza, della riconciliazione tra comunità e religioni, principi che dobbiamo rafforzare quotidianamente».

Introdotti dal presidente Giuseppe Giulietti e dal segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, e moderati da Riccardo Cristiano, fondatore dell’associazione Giornalisti amici padre Paolo, all’iniziativa hanno partecipato, fra gli altri, le sorelle di padre Paolo; il prefetto per le Comunicazioni della Santa Sede, Paolo Ruffini; il presidente della Fondazione Ratzinger, padre Federico Lombardi; il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda; il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti; Augusto D’Angelo, della Comunità di Sant’Egidio.

«La ricerca della verità non si ferma», hanno ribadito il segretario Lorusso e il presidente Giulietti. «Si tratta di una vicenda sulla quale va pretesa chiarezza e verità, non ci stancheremo mai di chiedere al governo italiano di attivare tutti i canali possibili, continuiamo a credere che Paolo sia ancora vivo e possa tornare da noi. Per questo faremo nostre le domande poste anche oggi dalla famiglia Dall’Oglio», hanno sottolineato i vertici della Federazione nazionale della Stampa italiana.

«Ricercare la verità su Paolo vuol dire ricercare la verità sulla Siria e quindi contribuire alla pace. Per questo – ha evidenziato Riccardo Cristiano – l’associazione degli amici di padre Dall’Oglio, d’intesa con la Fnsi, ha posto alcune domande urgenti partendo da quanto appurato dal collega del Tg1 Amedeo Ricucci che ha spezzato una ridda di voci tutte opinabili, facendo emergere un nome certo: quello di Abdul Rahman Faysal».

In collegamento è intervenuto l’Imam Nader Akkad. Anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha inviato un videomessaggio. Alla giornalista Italo-siriana Asmae Dachan il compito di chiudere la conferenza stampa, dopo l’intervento di Francesca Dall’Oglio.

«Parlare di Paolo significa parlare di Siria e del bisogno di verità per tutti gli scomparsi in Siria. Quando penso a Paolo, sento anche sulla mia pelle queste tragedie», ha detto la sorella del gesuita.

«La speranza che Paolo possa essere ancora vivo c’è – ha aggiunto –. Succede da quelle parti che questi sequestri durino tanto. Io continuo a sperare, e nel mio piccolo i riscontri che ho avuto delle notizie che davano Paolo a Baghouz nel febbraio-marzo del 2019, mi fanno pensare che lì veramente Paolo era vivo. In questi sette anni, in questo puzzle che ho tenuto tra le notizie che lo davano morto e quelle che lo davano vivo, io trovo un filo che mi fa pensare, al di là del fatto che nulla è confermato, che Paolo sia ancora vivo».

Poi l’appello: «Certamente, per me come sorella, è molto forte il sentire che si faccia verità su Paolo. Penso che le notizie che lo davano vivo siano vere e ho degli elementi che mi danno fiducia in questo senso. Secondo me, da riscontri che ho avuto, Paolo era vivo a Baghouz».

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Di seguito il messaggio video del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. A questo link la registrazione della conferenza stampa pubblicata anche sul sito web di Radio Radicale.

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