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Caro Paolo, l’ultima volta che ho parlato con tua sorella, Rita..

Davide Mattiello * il . Istituzioni, Mafie, Memoria

unnamedCaro Paolo,

l’ultima volta che ho parlato con tua sorella, Rita, mi disse di fare il massimo in Commissione parlamentare antimafia, perché “…da lì la verità può saltare fuori”.

Perché la verità c’è, bisogna soltanto trovare il coraggio per tirarla fuori. C’è la verità che si dice nei processi penali, attraverso le sentenze di condanna definitive ed è una forma di verità. Importante, ma necessariamente parziale. Poi c’è la verità che si potrebbe dire in una Commissione di inchiesta come quella parlamentare antimafia, che non pronuncia sentenze di condanna penali, ma certifica, attraverso relazioni votate, come sono andate le cose. Ed alla democrazia italiana farebbe bene confrontarsi con la verità dei fatti. La verità è già una forma di giustizia.

Invece da 30 anni assistiamo a due spettacoli per me vergognosi ed insopportabili.

Da un lato le contorsioni violente di chi vuole soffocare la verità e le persone che quella verità potrebbero illuminare. Tu stesso Paolo, con gli agenti della tua scorta, uomini e donne mandati al massacro in quel gomito cieco che è via D’Amelio. Ma penso anche agli innocenti che si sono fatti quasi vent’anni di carcere per la montatura “Scarantino”. Ai servitori dello Stato leali che hanno avuto la vita stravolta perché hanno insistito col battere contro certe porte (e alcuni non hanno trovato altro sbocco se non il suicidio). A latitanze ancora intoccabili e a patrimoni ben custoditi in cambio del silenzio.

L’altro spettacolo è più recente, ha iniziato ad andare in scena in Parlamento nella primavera del 2013 quando intervenendo in Aula nel dibattito per la fiducia al primo Governo della XVII Legislatura “Letta-Alfano”, Brunetta parlò esplicitamente di “pacificazione”.

Quelle parole mi sono rimaste in testa da allora ed oggi lo spiegherei così: “la Terza Guerra mondiale si è conclusa nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino e successivamente con l’implosione dell’Unione Sovietica, l’Italia questa volta è stata dalla parte giusta per tutto il tempo. Evviva! Ma ci sono stati momenti molto critici, nei quali l’Italia ha rischiato di sbandare e sapete cosa accadeva durante la Terza Guerra Mondiale ai paesi che “sbandavano”? Chiedete ai greci, ai cileni, agli argentini, ai brasiliani, ma anche agli spagnoli e ai portoghesi… Anche l’Italia poteva fare la fine della Grecia, ma non è successo. A noi è andata molto meglio, perché qualcuno si è assunto la responsabilità di tenere l’Italia sui binari giusti. Sì, qualcuno è morto. Sì è morto pure qualcuno che era per bene davvero e ci è dispiaciuto assai. Sì, è morto pure qualcuno di troppo che non c’entrava niente. Ma nelle guerre c’è sempre qualcuno che muore, in compenso l’Italia ha avuto decenni di pace, prosperità economica ed una buona dose di libertà. E coloro che hanno contribuito a questo risultato, siano uomini degli apparati di sicurezza, del mondo economico-imprenditoriale, della politica (non solo di centro, ma anche di sinistra), della chiesa non dovrebbero temere i processi penali, anzi dovrebbero essere riconosciuti pubblicamente come salvatori della Patria”.

Soltanto così mi spiego le parole di rispetto che da più parti, autorevolissime parti, arrivano per esempio nei confronti di Berlusconi.

Ditela la verità, sarebbe meglio. Ditela in Commissione: è il posto giusto.

Ma temo che non succederà, perché a prevalere sarà la sfiducia, verso noi stessi. Hai sentito, Paolo, cosa ha detto il premier olandese al Consiglio Europeo: “Non ci fidiamo più dell’Italia”, che pena. Ma è proprio questo il punto: non ci fidiamo nemmeno noi di noi stessi e chi ha il potere sa che si mantiene diffidando dei cittadini medesimi.

All’orizzonte due fatti, uno probabile e uno certo, che scommetto si incroceranno in qualche modo: la cattura di Matteo Messina Denaro e l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

* Consulente Commissione Parlamentare Antimafia

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