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#nonhopiupaura: la campagna del CIR a sostegno delle donne vittime di tratta

CIR - Consiglio Italiano per i Rifugiati il . Mafie, Migranti, Società

cir trattaIl Consiglio Italiano per i Rifugiati lancia la campagna #nonhopiupaura – sostenuta dalla Responsabilità Sociale Rai – a sostegno delle donne vittime di tratta: dal 9 al 15 marzo sarà possibile donare 2 euro al numero 45581 con SMS oppure 5 o 10 euro chiamando da rete fissa.

La tratta degli esseri umani è una grave violazione dei diritti umani fondamentali, una pratica che prevede il commercio di esseri umani, il loro sfruttamento in condizioni che non possono essere considerate umane.

Si stima che nel mondo, sarebbero circa 40 milioni le vittime di tratta, prevalentemente a scopo di sfruttamento sessuale (59%). I dati disponibili più recenti ci dicono che in Unione Europea 20.532 tra donne, uomini e bambini sono state ufficialmente identificati come vittime di tratta. Di questi, il 68% sono donne e il 23% minori, mentre il traffico per lo sfruttamento sessuale resta di gran lunga la forma più diffusa (56%), seguito dal traffico per lo sfruttamento lavorativo (26%).

Queste cifre si teme in realtà siano ben più alte, dal momento che molte vittime non vengono identificate. Ben il 66% delle vittime viene da paesi extra UE, i primi sono: Nigeria, Albania, Vietnam, Cina ed Eritrea. Un’indagine del Codacons stima che il mercato del sesso in Italia registri un fatturato di 3,9 miliardi di euro annui.

L’indagine valuta siano circa 90.000 gli operatori del sesso in Italia, il 55% di origine straniera e il 10% minorenne. Il numero di clienti raggiunge i 3 milioni di cittadini. Le prime vittime di questo fenomeno che Papa Francesco ha recentemente definito “una piaga che affligge milioni di persone private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quella della schiavitù” sono le donne.

In Italia, paese di destinazione ma anche di transito delle rotte individuate dalle organizzazioni criminali dedite alla tratta, questo fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente rilevanti ed è strettamente connesso ai flussi migratori che arrivano sulle nostre coste.

Purtroppo il tema della tratta interseca infatti il già complesso fenomeno dei richiedenti asilo che arrivano in Italia in cerca di protezione: la Nigeria – seconda nazionalità di origine dei richiedenti asilo (dati Ministero Interno relativi al 2019) – è uno dei Paesi da cui proviene il maggior numero di donne vittima di tratta. L’OIM stima che ben l’80% delle donne nigeriane arrivate via mare in Italia sia composto da potenziali vittime di tratta per sfruttamento sessuale. Bisogna anche sottolineare come la tratta e la violenza di genere siano tra le ragioni per cui deve essere riconosciuta la protezione internazionale.

Il percorso Molte delle donne che vediamo al CIR sono state trafficate dai Paesi di origine, alcune con la promessa di un lavoro in Europa, altre con una vaga consapevolezza del futuro. Di cui, però non riescono a immaginare l’orrore. Partono dalla Nigeria, uno dei maggiori Paesi di origine, affidate a persone che sono in contatto con le maman. Tappa obbligata del viaggio è la Libia, dove cominciano a subire i primi abusi, e chiuse in appartamenti vengono costrette a prostituirsi, in attesa del momento propizio per mettersi in viaggio verso l’Italia. Una volta arrivate in Italia vengono accolte in centri di prima accoglienza, da cui scappano per arrivare alla loro “destinazione”: le maman. Che le sfruttano in un circuito ininterrotto di violenze. Spostandole frequentemente in diverse parti di Italia.

Perché non scappano e vanno incontro a questo destino? Perché sono soggiogate psicologicamente. Hanno il terrore di vendette nei confronti dei familiari in Nigeria e di riti voodoo nei loro confronti.

Come vengono identificate? A volte riescono a trovare la forza di scappare, anche grazie a clienti o a contatti che hanno in Italia. Altre volte i protettori gli fanno fare domanda d’asilo e lì, in sede di Commissione Territoriale, è possibile rilevare degli indicatori di tratta e fare un invio a uno dei centri della Rete antitratta (tra cui il CIR) per certificare la condizione e attivare un percorso di recupero.

Dal 9 al 15 marzo donando 2 euro con sms oppure 5 o 10 euro chiamando da rete fissa al numero solidale 45581 ci aiuterai a realizzare misure di assistenza legale, sociale e psicologica per sottrarre le donne dal dramma dello sfruttamento e attività di supporto individuali per l’integrazione socio-lavorativa per restituire loro una dignità e un’autonomia.

Con i fondi raccolti sarà possibile:

  1. Individuare le vittime di tratta e prenderle in carico insieme ai servizi preposti;
  2. Distribuire kit antitratta;
  3. Sostenere le donne grazie a un’équipe multidisciplinare

Per maggiori informazioni: CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati

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