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Uso di stupefacenti, una reale emergenza sociale

Pierluigi Ermini il . Droga, Mafie, Toscana

drogaNei giorni scorsi come coordinamento provinciale del Valdarno Superiore abbiamo incontrato il Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, un magistrato che da circa 36 anni segue e conosce a fondo il fenomeno mafioso nelle sue varie sfaccettature.

In quella serata è stato più volte evidenziato come oggi, anche a livello nazionale, sia tornato ad essere una vera e propria emergenza del paese,  il traffico e l’uso di sostanze stupefacenti.

Le droghe sono da molti anni una delle maggiori fonti di reddito delle mafie, un fenomeno di illegalità che ora sta assumendo le dimensioni di una vera e propria piaga sociale. Un po’ come era accaduto nel corso degli anni ’80.

Un forte grido d’allarme viene anche da Luigi Ciotti, che ha scritto un libro su questo fenomeno, dal titolo “Droga. Storie che ci riguardano”. Il nostro Presidente analizza un’Italia che sta cambiando, dove purtroppo il primo incontro con hashish o cocaina, oppio o amfetamine avviene oggi a 14 anni. Un fenomeno che si allarga proprio tra gli adolescenti e quelli italiani, in Europa, sono ai primi posti per consumo di droghe legali e illegali.

Lo stesso Procuratore Creazzo ha confermato che c’è una grande richiesta di sostanze stupefacenti di molti tipi, dall’eroina (siamo tornati anche al classico buco), all’hascish e alla marijuana, per arrivare alla cocaina e alle anfetamine.

Secondo una recente indagine condotta dalla società ABCD e pubblicata dall’agenzia di stampa Agi, le tre principali città italiane per il consumo di marijuana sono Milano, Napoli e Roma. A Milano un grammo di marijuana costa di media 8,85 dollari, a Roma 7,86 e a Napoli 7,75. Prezzi non così proibitivi .

Inoltre Roma è 16^ nel mondo per il consumo con oltre 14 tonnellate l’anno contro le 6 di Milano e le 5 di Napoli. Già le sole tre principali città consumano oltre 25 tonnellate di marijuana e i dati parlano di circa 6 milioni di italiani in età compresa tra 15-34 anni che fanno consumo di cannabis.

Inferiore il numero di persone che fanno uso di cocaina, ritenuta una volta la droga dei ricchi, ma oggi anche in questo caso i prezzi si sono notevolmente abbassati ed è alla portata di tutti. La cocaina in Italia è stata provata almeno una volta nella vita dal 6,9 della popolazione in età 15-64 anni (poco più di 1 milione di italiani); il consumo è maggiore avviene nella fascia di età 25-34 anni, con il 2,2.

Sempre le indagini condotte in materia di eroina parlano di un numero di circa 250.000 italiani che sono ad alto rischio per il consumo di questa sostanza, per arrivare ai quasi 600.000 che fanno uso di sostanze più chimiche come le anfetamine e l’ecstasy.

Dati inquietanti che culminano nel numero di morti; nell’ultimo anno si muore di più in Italia per il consumo di sostanze stupefacenti. La relazione del dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2019 sui dati del 2018 parla di 334 decessi contro i 296 dell’anno precedente.

Questi dati ci parlano di un panorama di oltre 8 milioni di italiani coinvolti a vario livello nel consumo di sostanze e di un traffico in continua espansione con un giro di affari enorme che spinge le organizzazioni mafiose anche a cambiare “strategie”.

Ormai la ‘ndrangheta (la mafia che più guadagna dal traffico di droghe) svolge un ruolo di vero “grossista” con accordi siglati con i cartelli dei produttori nei vari paesi del mondo e il trasporto delle sostanze fino al nostro paese e all’Europa. La parte relativa al traffico e aĺlo spaccio vengono cedute ad altre organizzazioni criminali come la mafia albanese e quella nigeriana.

Queste mafie possono poi contare su una grande quantità di manovalanza a basso prezzo tra le tante persone senza lavoro e futuro, soprattutto giovani.

Basta pensare che i soli Decreti Sicurezza del 2018, hanno prodotto in un anno (tra chiusura di Sprar, di minori tutele per i migranti, di minor rilascio di permessi umanitari, mancata iscrizione alle anagrafi dei comuni) circa 32.000 nuovi clandestini che divengono facile preda delle organizzazioni criminali.

Sempre più  le sostanze raggiungono i porti italiani (Non più solo Gioia Tauro, ma in modo massiccio anche Livorno e Genova, diventati ormai veri e propri punto di scalo) da dove le sostanze poi si muovono in tutta Italia e in varie parti d’Europa. Ma ci sono altri grandi punti di approdo nel nostro continente come il porto di Amsterdam.

Un giro enorme di soldi e di interessi e al tempo stesso una piaga che si sta propagando in maniera incontrollabile soprattutto tra i nostri ragazzi, di cui si parla poco e di cui la politica non si interessa.

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