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Sport e sponsorizzazioni, così fan quasi tutti..

Mauro Facchini il . Giovani, L'analisi, Sport

ragazze e sportCome insegnante di educazione fisica che coordinava, senza scopo di lucro, una a.s.d. (associazione sportiva dilettantistica), non è stato piacevole scoprire gradualmente che il più delle volte bisognava agire in una maniera non corretta per poter avere delle sponsorizzazioni.

Il meccanismo per trovare “facilmente”​ degli sponsor era semplice. Una società sportiva emetteva una fattura che la ditta sponsorizzante saldava, per esempio, con contanti o con assegno o con bonifico. Poi riceveva indietro in contanti o in altra maniera fittizia parte della​ somma elargita.

Chi sponsorizzava aveva così il vantaggio di poter disporre fuori dal proprio bilancio di denaro in nero e di avere più passività, mentre chi era sponsorizzato aveva dell’attivo che probabilmente non avrebbe mai ricevuto. La società sportiva, avendo a bilancio delle somme che effettivamente non possedeva completamente, era costretta ad inventarsi delle spese.

Venivano così trovate forme fittizie di scalo denaro o venivano effettuati rimborsi spese inesistenti o falsati nelle cifre realmente versate. Per esempio, chi riceveva i rimborsi, firmava ricevute per 200, mentre incassava solo 100.

Difficilmente una ditta sponsorizzava per avere solamente su una maglietta sportiva una pubblicità che generalmente poteva avere scarsa visibilità e poco ritorno economico​. Ecco così un meccanismo di fatture “gonfiate” che avvantaggiava sia chi dava e sia chi riceveva.

Esistevano anche situazioni di a.s.d. “normali” in cui questo sistema non era praticato, grazie all’ambiente con una corretta etica​ o grazie all’ aiuto che arrivava da qualcuno che credeva veramente nello sport.

Ad un’importante incontro con un centinaio di presenti e con tema la fiscalità delle a.s.d., avevo posto il problema delle sponsorizzazioni fasulle ad un esperto di livello nazionale. Dopo essere stato richiesto di “spegnere telecamere e registratori” era stato​ spiegato che riguardo alle fatture “gonfiate”: si era costretti ad agire così per trovare sponsor; lo facevano quasi tutti; era facile; bastava una fattura emessa con circa un mezzo di maggiorazione rispetto a quanto effettivamente si dava, perché ci guadagnasse sia chi versava e sia​ chi riceveva…

Per gli sponsor le motivazioni per lavorare in questi modi non corretti​ potevano essere di carattere economico. Per le società sportive i motivi potevano riguardare il poter effettuare l’attività, ma potevano esistere anche interessi personali per il denaro.
Non erano da escludere altri scopi, compresi quelli di avere maggiore visibilità e magari riuscire ad avvicinarsi, come succede anche in altri ambiti non sportivi, alla politica.

L’a.s.d. di cui ero il responsabile dopo quasi 25 anni di attività ha smesso di esistere.

Il termine delle attività è stato provocato dalla carenza di sponsor e soprattutto dal non accettare il diffuso metodo delle fatturazioni “gonfiate”.

Si era cercato in numerose maniere “normali” di trovare aiuti, ma purtroppo i risultati non erano stati positivi. Erano state trovate delle sponsorizzazioni, ma si trattava di situazioni insufficienti per le varie necessità con cinque campionati, due serie C, due centri di avviamento sportivo, una mezza dozzina di corsi giovanili, due affiliazioni sportive e due adesioni a​ ​enti di promozione sportiva.

In varie occasioni pubbliche era stata fatta presente questa situazione non corretta nello sport, ma sui giornali non appariva quanto detto.

Nel recente passato si sono registrati pochi fatti di cronaca riguardanti sponsorizzazioni sportive gonfiate. Alcuni di grosso e piccolo livello sono stati pubblicizzati, spesso con la scomparsa o il grosso ridimensionamento della società.

Non si è provato a migliorare se non minimamente la situazione.

Numerose volte alla fine dei contatti per sponsorizzazioni mi veniva richiesta palesemente o sotto traccia una fatturazione aumentata rispetto alla somma che effettivamente avremmo riscosso.

Una volta per addirittura diverse decine di migliaia di euro veniva richiesta una fattura aumentata di meno della metà. Come rapporto era eccezionale visto che generalmente la differenza è più alta.

Persino alla richiesta per un contributo per organizzare una manifestazione con Don Luigi Ciotti, dopo una mia lunga esposizione dell’attività mi era stato detto in modo naturale “bravissimi, complimenti, ok va bene …… concludiamo e facciamo una fattura doppia….”.

In altre occasioni vi erano state società sportive che si vantavano del tran tran scorretto.

Una importante a.s.d., tramite persona da entrambi conosciuta, mi aveva mandato a dire che mi voleva parlare e aiutare “spiegandomi come si lavora con le fatturazioni”. 

Dopo un paio di decenni che non ci vedavamo, avevo rincontrato un compagno di scuola che aveva all’attivo numerose esperienze sportive di vari livelli, compresi quelli di massima serie, e parlando della situazione mi aveva detto “sei una mosca bianca perché nella maggioranza di sportive piccole e grosse si lavora grazie alle sponsorizzazioni alterate”.

Ho incontrato alcune persone che si erano spese a mio nome per trovare sponsor,​ ma saputo poi nella fase conclusiva che la fattura doveva essere normale mi hanno tolto il saluto, perché si erano impegnate in prima persona con una ditta e poi era caduto tutto.​ ​ ​

Mi era stato richiesto dopo qualche tempo di ricominciare con l’associazione sportiva, ma la riposta è stata negativa sapendo che o si cambiava modo di fare o il problema della carenza di sponsor si sarebbe nuovamente riproposto.

Se il coperchio venisse tolto crollerebbe una buona parte del mondo sportivo che si basa su: “quasi tutti lo fanno e nessuno dice niente”.

Poco o nulla è cambiato negli ultimi anni per il poco interesse a fare emergere il problema. ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

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