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Italia, un Paese con troppi “manolesta” e spacciatori

Piero Innocenti il . SIcurezza

scippoIn genere, l’andamento generale sulla delittuosità nel nostro Paese, ricavabile elaborando i dati statistici forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, viene pubblicato e commentato ai primi di dicembre di ogni anno su autorevoli quotidiani tra cui il Sole24Ore che stavolta ha anticipato i tempi e già nei giorni scorsi (il rapporto finale sulla Qualità della vita nel 2019, giunto alla trentesima edizione, sarà, comunque, pubblicato a dicembre prossimo) ha dedicato al tema (“L’indice della criminalità”) adeguato spazio.

Diciotto gli indicatori presi in esame tra cui i furti in generale, quelli commessi con destrezza e nelle abitazioni, gli omicidi consumati e tentati, le estorsioni, le rapine, i delitti collegati al narcotraffico, le violenze sessuali, le associazioni a delinquere ecc…Tutti dati che riguardano il 2018 e, dunque, sono consolidati.

Una prima considerazione di carattere generale che si può fare dando uno sguardo agli ultimi dieci anni è quella relativa al numero dei delitti denunciati su tutto il territorio nazionale (numero che non coincide con quelli commessi perché non tutti i cittadini, per vari motivi, non vanno a denunciarli o perché alcuni delitti non vengono intercettati dalle forze di polizia) che sono stati 2.709.888 nel 2008 e che sono andati lievemente diminuendo nei due anni seguenti – 2.629.831 nel 2009 e 2.621.019 nel 2010 – per poi risalire fino a raggiungere il picco di 2.868.726 nel 2014, anno dal quale si è registrato un calo con 2.687.249 delitti nel 2015, 2.487.389 nel 2016 e 2.400.000 nel 2018.

I furti, anche nel 2018 come in tutti gli anni passati, continuano a rappresentare la percentuale maggiore (il 50%) di tutti i delitti denunciati ed in particolare quelli commessi con destrezza (Milano, Firenze e Bologna in cima alla classifica), con strappo (Napoli, Milano, Rimini), nelle abitazioni (Asti, Ravenna, Firenze), su auto in sosta (Barletta, Bari, Catania), negli esercizi commerciali (Milano, Firenze, Bologna).

Si tratta di dati che dovrebbero essere utili per elaborare strategie più efficaci a livello territoriale. Non vi è dubbio, tuttavia, che è soltanto con una maggiore attività di polizia di prevenzione, da realizzarsi con una presenza maggiore di servizi di controllo giornalieri sul territorio urbano ed extraurbano da parte delle forze di polizia che si possono ridurre le attività predatorie nelle varie fattispecie indicate.

Questo presuppone, come ripetiamo da anni, ripianamenti degli organici (fermi a trent’anni fa) di polizia di stato e carabinieri con arruolamenti reali e non mere dichiarazioni politiche di buone intenzioni.

A poco servono i sistemi di videosorveglianza (utili ex post), facilmente neutralizzabili, quando non ignorati, dai malviventi, inutili i vari protocolli e accordi sulla sicurezza che si fanno a livello locale tra associazioni di commercianti e prefetture, preoccupanti i cosiddetti accordi di vicinato con cui i cittadini, volontari, fanno attività di prevenzione nelle strade osservando, annotando, riferendo di persone e veicoli sospetti a propri capi gruppo per il successivo, eventuale, inoltro alle forze dell’ordine.

Rapine in diminuzione a Napoli (che resta sempre in cima alla classifica nazionale), a Milano, Caserta, Rimini e Torino mentre a Roma si registra un più 3,2% rispetto al 2017, a Firenze un più 19,9% e a Bologna un incremento del 15,6%.

Non vengono specificate le nove sottospecie di rapine con cui vengono inseriti i dati nel sistema informatico interforze e, tuttavia, quelle avvenute nella “pubblica via” e negli “esercizi commerciali” rappresentano, da anni, la fetta maggiore.

Traffico e, soprattutto, spaccio di stupefacenti sono le attività criminali fuori controllo un po’ dovunque anche se quelle oggetto di costante attenzione da parte degli organismi di sicurezza.

Roma guida la graduatoria nazionale con 5.105 delitti denunciati (117,6 per ogni centomila abitanti) in prevalenza di spaccio (un più 10,9% rispetto al 2017), seguita da altre nove città tra cui Genova, Macerata, Livorno, Firenze, Padova e Pescara dove pure si registrano incrementi  percentuali apprezzabili nella repressione di attività collegate al narcotraffico grazie anche anche alla collaborazione di cittadini che tramite un’apposita app (YouPol) possono interagire con la Polizia di Stato inviando segnalazioni di spaccio.

Una controspinta a quel pericoloso “sdoganamento culturale della droga” che ha denunciato solo pochi giorni fa anche il Capo della Polizia Gabrielli intervenuto al WeFree days della comunità di San Patrignano.

Sicurezza pubblica: il Far West italiano

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