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Sicurezza, le vere emergenze e le censure alle nuove norme

Piero Innocenti il . SIcurezza

Terminate le lunghe campagne elettorali (europee e amministrative) che hanno visto particolarmente impegnato il Ministro dell’Interno e segretario della Lega (con risultati politici particolarmente significativi), l’auspicio di molti cittadini è che il tema della sicurezza pubblica diventi prioritario a livello governativo.

Intendo riferirmi alla sicurezza pubblica nella sua accezione più ampia e non solo a quella, volutamente ristretta, del controllo dell’immigrazione clandestina e dei confini da difendere (anche dalle navi Ong che hanno soccorso migranti in mare) o dei permessi di soggiorno umanitari, abrogati perché concessi in passato a manica larga (secondo la valutazione del Ministro dell’Interno) o dell’inasprimento (pure opportuno) di alcuni reati commessi in occasioni di manifestazioni di piazza.

Ci si riferisce, invece, alla criminalità mafiosa, italiana e straniera, che si alimenta del traffico e spaccio di stupefacenti, di estorsioni e violenze, di quella predatoria che vede in gran parte protagonisti stranieri irregolari (destinatari, spesso, di provvedimenti di espulsione inefficaci)  ma anche di cittadini comunitari o di albanesi che giungono in Italia con tanto di visto solo per commettere razzie e fare rientro nel loro Paese.

E basterebbe dare un’occhiata, anche fugace, alla rassegna stampa locale pubblicata, di prima mattina, ogni giorno, sul sito della Polizia di Stato, per rendersi conto di come siano davvero troppi e frequenti i gravi fatti di insicurezza che caratterizzano molte zone del Paese.

Un quadro, anche limitato agli ultimi giorni, che non può non destare preoccupazione per le Autorità di pubblica sicurezza (nazionale e provinciali).

Così, a Forcella (Napoli) dove due uomini di nazionalità bulgara vengono “gambizzati” con almeno sei colpi di arma da fuoco per aver “rimproverato” alcuni giovani che schiamazzavano nei vicoli.

Sulla autostrada A14, all’altezza di Sannicandro di Bari, dove un commando di almeno sei persone blocca un blindato trasporta valori con due guardie giurate che vengono disarmate, impossessandosi di circa centomila euro.

Ed ancora a Napoli, nel rione San Gaetano, con un ordigno rudimentale che esplode danneggiando alcune auto e la facciata di un edificio mentre alcuni uomini sparano in aria almeno una cinquantina di colpi di arma da fuoco come azione intimidatoria.

Diversi assalti nelle ville alla periferia di Roma, nella zona del Divino Amore, a Casal Monastero e sul lago di Cavedine (Trento), con ostaggi e casseforti svuotate.

Raffiche di furti in appartamenti a Perugia, Marsciano,nel quartiere Coronata di Genova, a Palmi. Diversi furti e rapine  in supermercati e farmacie nella zona dei Castelli Romani e a Città Castello.

Sarebbe, allora, forse, necessario un decreto ter sulla sicurezza, quella reale però, attivando magari una “cabina di regia” permanente, di coordinamento effettivo delle forze di polizia territoriali presso le Questure i cui territori presentano aspetti problematici di criminalità, concentrandovi (non episodicamente) anche maggiori risorse umane (arruolamenti straordinari con corsi di formazione straordinari da realizzare anche, straordinariamente, presso alcune Questure).

Arriva qualche “picconata” alle norme antimmigrazione

Intanto, pare che sul tema dell’immigrazione non sia più molto tranquillo il Ministro dell’Interno dopo che, alcuni giorni fa, la Corte Costituzionale ha ritenuto di censurare una norma contenuta nel decreto sicurezza del 2018 (il c.d. decreto Salvini, il primo emanato). con cui si prevedeva che i prefetti avessero il potere sostitutivo nell’attività dei Sindaci relativamente al punto della iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.

E questo al di là delle valutazioni sulla legittimità costituzionale delle norme impugnate da alcune Regioni, come ha tenuto a precisare la Consulta.

Un altro colpo arriva dal rapporto annuale sul traffico di persone nel mondo presentato il 20 giugno scorso dal Dipartimento di Stato americano con cui l’Italia viene “declassata” non avendo raggiunto gli standard minimi neri tre ambiti esaminati e cioè quelli delle “tre P” ossia Prevention (Prevenzione), Prosecution (Repressione), Protection (Protezione).

Nel rapporto viene indicato anche il calo negli arresti e nelle denunce dei trafficanti di esseri umani nel 2018 non considerando che ciò è attribuibile, in gran parte, al notevole calo del flusso migratori marino e degli arresti, in prevalenza di quelli che vengono definiti “scafisti” (in genere stranieri che pilotano i gommoni e le imbarcazioni cariche di migranti).

Anche sul versante giudiziario non deve aver fatto particolarmente piacere ai vertici ministeriali la sentenza (n.597 del 5 dicembre 2018), del giudice di pace di Venezia che ha giudicato non punibile del reato previsto dall’art.14, comma 5 ter (violazione all’ordine di allontanamento dal territorio nazionale emesso dal questore) del Testo Unico sull’immigrazione, per “la particolare tenuità del fatto” (applicando nella situazione esaminata l’art.34 del decreto leg.vo del 27 agosto 2000 n.274 che prevede, appunto, l’esclusione della procedibilità nei casi di particolare tenuità del fatto).

Altre “picconate” arriveranno quasi certamente nei prossimi mesi quando “il giudice delle leggi” avrà esaminato anche alcune delle norme del c.d. decreto bis sulla sicurezza entrato in vigore alcuni giorni fa.

Insomma, è evidente lo scadimento qualitativo di alcuni provvedimenti legislativi sulla complessa materia in questione, presentati sempre come risposte emergenziali alle ansie di una opinione pubblica “impaurita” o come frutto di valutazioni e scelte politiche non ponderate.

Qualche “grattacapo” estivo arriva anche dai “minisbarchi”, qualche decina di migranti su piccole imbarcazioni, su tratti di coste non vigilate che si stanno verificando, con buona frequenza, in Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna.

L’estate è alle porte e l’immigrazione clandestina via mare che è la più disperata e pericolosa forma di immigrazione, non si arresta di sicuro con i decreti né lasciando in mare le navi delle Ong che hanno la “colpa” di aver soccorso gente disperata.

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