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Cittadinanza e legalità democratica, nel segno di don Peppe Diana

Piazze del sapere/Aislo Campania il . Campania

don peppe dianaIn continuità con il programma di iniziative e manifestazioni promosse da Libera e dal Comitato don Diana, nella Diocesi di Caserta in data 25 marzo 2019 vi è stato un evento di particolare valore e significato culturale civile. Nella Cappella è stata installata ed inaugurata la bella e ricca mostra fotografica con documenti ed articoli dell’epoca, preparata dal Consorzio Agrorinasce, che ricostruisce gli anni terribili di sangue e di fuoco in cui venne eseguito il barbaro omicidio di don Peppe Diana nella sua chiesa di Casal di Principe. La mostra rimarrà aperta fino a venerdì 29 marzo, anche per visite guidate con le scuole.

Nello stesso tempo nella prestigiosa sala della Biblioteca Diocesana si è svolta la presentazione del nuovo libro di Luigi Ferraiuolo “Don Peppe Diana e la sconfitta di Gomorra” (San Paolo Edizioni), un’opera che ricostruisce e racconta la stagione del riscatto e del cambiamento avviato in una terra difficile, proprio grazie al martirio e al messaggio lasciato dalla testimonianza di vita e di militanza del giovane sacerdote: “Per amore del mio popolo non tacerò”.

L’organizzazione è stata curata dalle Piazze del sapere/Aislo Campania, da Agrorinasce e dalla Biblioteca Diocesana. L’incontro ha rappresentato un momento alto di partecipazione e di mobilitazione delle migliori forze impegnate nella lotta per la legalità democratica sul nostro territorio. Per la prima volta si è tenuto nel capoluogo in occasione del 25 anniversario dell’esecuzione, a voler ribadire il valore universale di lotta e di resistenza che ci lascia la memoria di don Peppino, insieme con altre figure simbolo della volontà di riscatto, come don Milani, don Puglisi e Mons. Romero.

Il dibattito è stato seguito con attenzione da un pubblico espressione delle più importanti ed attive reti associative: dall’Esecutivo del FTS Casertano al Forum Giovani del Comune di Caserta con il Presidente C. Masetto, dalle Acli all’Arci e all’Auser, dal Presidio Libera a Nero e Non Solo, da Casa Rut di Rita Giaretta al Cidis Onlus, dal CSA Ex Canapificio alla Caritas, dal Presidente di Confindustria GL. Traettino a quello della Camera di Commercio T. De Simone fino all’APS Risorse e Futuro. E tanti altri cittadini e persone consapevoli.

La presentazione è stata coordinata da don Nicola Lombardi, che fu uno dei primi testimoni a vedere don Peppino dopo l’attentato. Dopo i saluti del Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto e del vescovo Giovanni D’Alise, vi sono stati gli interventi di merito sul volume di Ferraiuolo, anche con acute osservazioni e rilievi critici su alcuni punti del testo, come ha sottolineato Sergio Tanzarella – che a sua volta sta preparando un nuovo saggio che si aggiungerà alla già ricca bibliografia su don Diana. Come aveva già rilevato il prefetto, anche il procuratore aggiunto del Tribunale di S. Maria CV Antonio D’amato ha fatto rilevare che la lotta alla camorra non può essere ritenuta conclusa, che la “sconfitta di Gomorra” (con troppa enfasi richiamata dall’editore nel titolo del libro) riguarda solo una parte dei clan grazie all’opera di contrasto e prevenzione degli organi dello stato.

Da tutti è stato sottolineato che va presa coscienza della mutazione genetica della criminalità organizzata, che oggi non ha più le forme della violenza e del sangue come nel passato, ma quelle dei nuovi manager capaci di muoversi negli scenari del mercato globale del malaffare e del riciclaggio (in particolare con i traffici di droga, delle armi ai terroristi, della tratta degli umani e dell’azzardo). In sala erano presenti anche altri magistrati, come il dott. Andrea della Selva.

Il momento emotivamente più alto e commovente si è vissuto con la testimonianza del VE Raffaele Nogaro, che ha ricordato le battaglie in difesa della memoria di don Peppino negli anni in cui si tentò di infangare anche la sua figura. A conclusione, Pasquale Iorio ha sottolineato il fatto che in Terra di Lavoro va avanti un movimento di lotta e di buone pratiche, a partire dalle terre marchiate come “dei fuochi e dei veleni”.

In particolare, a Casal di Principe vi è in campo un movimento per il riscatto civile e democratico, come hanno dimostrato i giovani provenienti da tutta Italia alla manifestazione del 19 marzo, il giorno di S. Giuseppe. In quei territori sono nate e si diffondono tante esperienze innovative, sul piano economico, con l’uso sociale e produttivo dei beni confiscati – grazie anche al lavoro prezioso del Consorzio Agrorinasce, una esperienza unica  a livello nazionale (come ha ricordato il nuovo presidente Gianni Allucci). Ma vi sono segnali anche incoraggianti, che dimostrano come si può ripartire con la conoscenza, con la realizzazione della prima biblioteca civica aperta nel comune di Casal di Principe “Il Grillo parlante”, che è diventata un luogo di incontro, una vera piazza del sapere per diffondere la cultura come fattore di coesione sociale.

A tal fine, in conclusione sono state richiamate le dichiarazioni di due figure autorevoli, come don Rosario Giuè  ed il sindaco Renato Natale, amico e compagno di tante battaglie per i diritti umani e sociali. Infatti, il sindaco ha rimarcato che ancora una volta le principali istituzioni dello stato e della chiesa (dal Governo al Presidente della Repubblica fino al Papa) sono rimaste lontane, anche se formalmente invitati. Non basta una lettera di Matttarella a colmare la latitanza di tanti anni.

Con parole molto chiare il sindaco ha sottolineato la sua delusione: “Mi aspettavo che venissero entrambi, non solo per don Diana, ma per rendere omaggio a queste popolazioni per l’azione che hanno svolto in questi anni. Invece il Presidente della Repubblica trova la possibilità di andare – giustamente e doverosamente – a celebrare le vittime del nazismo in Provincia di Caserta ma qui non viene. Il Papa, a sua volta, va a Napoli e non viene a Casal di Principe, dove c’è stato l’unico prete ammazzato in chiesa”. Parole dure, ma chiare.

Inoltre, don Rosario (autore del libro più significativo su don Diana dal titolo illuminante “Il costo della memoria”) ha rimarcato che è giunto il momento che Papa Francesco venga a pregare anche sulla tomba di don Peppino, come sta facendo con le visite a tanti sacerdoti illustri, per sancirne la beatificazione – come è stato fatto per don Puglisi.

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