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Legge 109/96 per uso sociale dei beni confiscati alle mafie: sono 23 anni

Libera il . Associazioni

109_96_#1La legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie compie ventitré anni. 

Dal 7 marzo del 1996 la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni condivisi.

Una ricerca di Libera – dal titolo BeneItalia – ha censito finora 777 soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli enti locali, in ben 17 regioni su 20.

Dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che poco più della metà delle realtà sociali è costituito da associazioni di diversa tipologia (408) mentre le cooperative sociali sono il 25% (189). Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 9 associazioni sportive dilettantistiche, 27 associazioni temporanee di scopo, 10 consorzi di cooperative, 48 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e caritas), 21 fondazioni, 13 gruppi dello scoutismo ed infine 13 istituti scolastici di diversi ordini e gradi. 

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La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 204 soggetti gestori, segue la Lombardia con 151, la Campania con 124, la Calabria con 110 seguita dalla Puglia con 71 e il Lazio con 46.

Numeri che dimostrano come questo strumento così importante nel contrasto culturale e sociale alle mafie ed alla corruzione, abbia generato un moltiplicatore di iniziative per la promozione educativa, la creazione di forme di economia solidale e di lavoro degno e per l’accoglienza delle persone più fragili ed emarginate. Complessivamente secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 29 gennaio 2019) sono 15.565 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia e sono invece in totale 16.874 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati.

“Dalla ricerca – commenta Davide Pati, vicepresidente nazionale Libera – si evidenziano i risultati positivi della legge n.109/96 oggi sempre di più presa a modello da diversi Paesi europei e dell’America Latina. Ma per risolvere le criticità che ancora rallentano oppure ostacolano la destinazione dei beni per le finalità istituzionali e sociali risulta necessario un cambio di passo, a partire dal rafforzamento della capacità di gestione da parte delle Amministrazioni statali, regionali e comunali, aumentando senza ritardi il personale e le professionalità dell’Agenzia nazionale. Nel 23° anniversario della legge n.109/96 auspichiamo, infine, la concreta attuazione della strategia nazionale di valorizzazione pubblica e sociale dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione (pubblicata ieri in gazzetta ufficiale), dei provvedimenti a tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate e l’effettiva estensione della confisca e del riutilizzo sociale dei beni tolti ai corrotti ed alla criminalità economica e finanziaria”.

109_96_#3Per far conoscere e mettere in rete le esperienze di riutilizzo già presenti, Libera lancia fino al 21 marzo, XXIV Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, le iniziative territoriali dove i beni confiscati restituiti alla comunità saranno luoghi di memoria e di impegno.

In allegato Infografiche ricerca BeneItalia

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