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La Sicurezza pubblica e il “declassamento” di molte Questure

Piero Innocenti il . L'analisi, SIcurezza

questuraIn questi ultimissimi giorni si sono riaccesi i riflettori mediatici sul lavoro, ormai nella fase finale, di riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell’Amministrazione della pubblica sicurezza (delle Questure), iniziato oltre due anni fa con l’istituzione da parte del Capo della Polizia, il 27 dicembre 2016, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, di un ristretto gruppo composto da alti dirigenti della Polizia di Stato e presieduto dal Vice Capo della Polizia Vicario.

Alcune proteste e qualche garbata polemica si sono registrate nelle zone in cui si prevedono “declassamenti” dei suddetti Uffici provinciali,  come ad Ancona (dove uno dei sindacati di polizia più rappresentativi, il Siulp, ha denunciato la conseguente riduzione dei livelli di sicurezza che ne deriverebbe), a Campobasso (con le preoccupazioni esternate dallo stesso Governatore del Molise), a l’Aquila (dove la notizia del declassamento della Questura è ritenuta “indigeribile”).

Per diverse Questure sono previste riduzioni di personale. Come ho già avuto modo di scrivere alcuni mesi fa sul punto, dopo aver sbirciato la “bozza” del piano di riorganizzazione delle Questure, restano le perplessità su questo riordino che avrebbe dovuto avere, a mio giudizio, come prioritario obiettivo il rafforzamento di personale di tutte (quasi tutte) le Questure e i Commissariati di ps distaccati.

E questo per tre motivi.

Il primo: è fortemente aumentata negli anni l’esigenza di un maggior controllo e vigilanza del territorio, di accentuare, cioè, la prevenzione generale che non può essere delegata, come sta avvenendo in diverse città, con il beneplacito delle autorità di ps nazionali e locali, a comitati di quartiere, a gruppi di vicinato, a cittadini sentinelle.

Non ci si deve neanche lasciare ingannare dalle statistiche dei reati in calo che non tengono in conto dei tanti delitti tentati e del particolare, non trascurabile, delle denunce che non vengono più fatte dai cittadini sfiduciati. Togliere risorse umane a molte Questure per rinforzare le tre “super” di Roma, Milano e Napoli (gli organici salirebbero, rispettivamente, a 6.923, 3.905 e 4.332) non mi pare una strategia adeguata. I rinforzi in queste città metropolitane sono necessari (si facciano, ma con nuove assunzioni) e, magari, si potrebbero già realizzare dando una “sforbiciata” ad alcuni uffici centrali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza (alcuni a composizione interforze) dove, al marzo del 2018, prestavano servizio oltre quattromila poliziotti dei vari livelli.

Il secondo motivo: è necessario l’innesto di giovani poliziotti che vadano a “ringiovanire” la folta schiera dei cinquantenni che si trovano in molte Questure (almeno una quarantina) impegnati ancora in gravosi servizi continuativi esterni (volanti) e investigativi. Terzo motivo, ma non meno importante, la “retrocessione” (il “declassamento”) in fasce inferiori di alcune Questure incide, non poco, sugli stati d’animo di dirigenti e personale dei vari livelli con inevitabili ripercussioni nell’ambiente di servizio.

Ci saranno, insomma, Questure di serie A, serie B,serie C e “quarta serie”.

Non è “..un provvedimento che attiene solo alla qualifica del Questore..” (i dirigenti generali di ps, oggi previsti in tutte le Questure capoluogo di regione, verrebbero previsti soltanto nelle tre “super Questure”), come ha sottolineato nel novembre 2018 il sottosegretario all’interno Stefano Candiani e neanche si può parlare di “mutato scenario socio culturale e di servizio riscontrato..”.

La tutela della sicurezza pubblica continua ad essere reclamata in molte zone del Paese e da molti cittadini e a poco servono gli “accordi di vicinato” richiamati, peraltro, in una circolare di fine anno dallo stesso Ministro dell’Interno. Se l’obiettivo è individuare soluzioni organizzative appropriate per innalzare i livelli di efficacia ed efficienza delle Questure (secondo la legge Madia) ed “elaborare proposte di revisione dell’assetto organizzativo ed ordinamentale”, si potrebbe cominciare recuperando alcune centinaia di poliziotti che, nelle varie sedi, vengono impiegati come autisti (tutela) dei Prefetti e nella vigilanza continuativa degli immobili delle Prefetture.

Trattandosi di Uffici Territoriali del Governo tali compiti, a rotazione, ben potrebbero essere svolti anche dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza (o da servizi di vigilanza privata). Altre centinaia di agenti si potrebbero recuperare dai tanti servizi di scorta a personalità, e a parenti (anche di personalità scomparse) che non sono certo dettati da esigenze di sicurezza e che sono in quantità tali da lasciare interdetti.

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