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La criminalità foggiana sottovalutata per troppo tempo

Piero Innocenti il . Criminalità

mappa-mafia-15-foggiaLa notizia, di pochi giorni fa, sulla mafia foggiana “decapitata” in una operazione congiunta della polizia di stato e dei carabinieri coordinata dalla DDA di Bari, non può che far piacere. Gli arresti di una trentina di presunti affiliati ai clan Moretti-Pellegrino-Lanzara e Sinesi-Francavilla,  con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso,tentato omicidio, estorsioni e detenzione illegale di armi, sono la conferma di come “..dopo anni di basso profilo la questione foggiana..” sia diventata una “questione primaria”.

C’è voluto, tuttavia, l’assassinio dei due contadini innocenti testimoni dell’ennesimo delitto nell’agosto 2017 e l’arrivo del Ministro dell’Interno del tempo per dare una scossa “..agli apparati del law enforcement e non solo loro”. E’ la relazione conclusiva della Commissione parlamentare Antimafia (febbraio 2018) a sottolineare alcuni aspetti della criminalità foggiana lasciata crescere negli anni senza quell’impegno corale e sistematico di tutte le forze di sicurezza che sarebbe stato necessario. Una città, una provincia, che proprio quest’anno è stata scelta da Libera per celebrare la giornata della memoria e dell’impegno contro la mafia. Una città diventata, è ancora impietosa l’Antimafia, “..metafora di una lunga e diffusa storia d’Italia..” contraddistinta da “..cessione di spazi, di sottovalutazione, di rimozione, di incapacità di contrastare in tempo reale la pretesa accampata da associazioni criminali di esercitare una giurisdizione territoriale alternativa”.

Dunque, accuse pesantissime che coinvolgono tutti in quella “..inclinazione collettiva al quieto vivere..” ma, soprattutto, di “..chi doveva generare l’attenzione (..) rimasto vittima del classico e disastroso pregiudizio secondo cui “qui la mafia non esiste”. Una criminalità riconducibile sostanzialmente a tre organizzazioni – la cui mafiosità è stata riconosciuta anche da sentenze definitive – e cioè quella della “società foggiana” articolata in “batterie” ed operativa a Foggia e nei Comuni del centro nord della provincia, quella di Cerignola dei “Piarulli-Mastrangelo-Ferraro” a struttura verticistica ed articolata in “squadre” e quella del clan dei Montanari egemone sul Gargano, di tipo federativo, facente capo alle famiglie Li Bergolis e Romito, Ciavarella. Un quarto gruppo criminale “Bayan-Ricci-Papa-Cenicold” opera a Lucera ed ha rapporti con le altre organizzazioni pur conservando una propria autonomia operativa e organizzativa. Una criminalità organizzata foggiana che, rileva sempre la Commissione Antimafia, nonostante abbia avuto “..una storia incostante, carsica, del tutto al di sotto di quella delle maggiori organizzazioni nazionali (…) dotata di modesto retroterra sociale..” è riuscita “..impunemente a crescere in un capoluogo di provincia e in una delle più pregiate aree turistiche del Paese”.

Un atto d’accusa esplicito nei confronti di apparati della sicurezza incerti, disattenti, contro una criminalità che si è sentita onnipotente e impunita al punto di bloccare, nel giugno del 2014, alcuni punti di accesso alla città con veicoli pesanti per effettuare una rapina. Tempi, ce lo auguriamo, lontani, con un’attenzione dello Stato che è aumentata anche grazie alle iniziative di Libera e alla sensibilizzazione della Commissione parlamentare Antimafia, con l’istituzione, nel Comune di San Severo, del Reparto di Prevenzione e Crimine della Polizia di Stato e di un Nucleo del ROS presso il  Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia.

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