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Decreto insicurezza

Tonio Dell'Olio il . L'analisi

Foto di LaPresse

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Secondo tutte le previsioni, tra gli “effetti indesiderati” del recente Decreto Sicurezza c’è che le stime ci dicono che, nei prossimi due anni, ci ritroveremo con più di 600 mila immigrati irregolari che vagano tra le strade e le campagne. Sarà l’effetto combinato tra l’impossibilità che venga riconosciuto loro il diritto all’asilo per ragioni umanitarie (la legge su questo non prevede scampo) e la mancanza (e l’impossibilità) di accordi con i Paesi d’origine verso i quali destinare gli immigrati stessi. Anche la persona meno preparata su questioni di ordine pubblico comprende che 600 mila persone che vagano senza possibilità di accoglienza non sono una garanzia di sicurezza come pretenderebbe il Decreto, ma piuttosto una vera e propria minaccia alla sicurezza stessa.

Secondo le statistiche infatti un immigrato irregolare delinque 20 volte di più di un immigrato regolare. Non c’è bisogno qui di scomodare la filosofia della convivenza nell’era della globalizzazione o i principi evangelici predicati dallo stesso Gesù Cristo di cui pretendiamo la riproduzione nelle aule delle scuole e dei tribunali. Il Decreto produce insicurezza perché riduce gli spazi di integrazione. E senza integrazione siamo tutti più vulnerabili: noi e loro. Ammesso che ci sia ancora qualcuno che ancora crede si debba distinguere tra noi e loro.

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