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Sicurezza è libertà

Piero Innocenti il . Recensioni

cover minnitiTra qualche giorno, Marco Minniti, ex Ministro dell’Interno, uomo politico di primissimo piano nel panorama nazionale, e tenace calabrese doc, presenterà il suo libro “Sicurezza è Libertà” (Ed. Rizzoli, ottobre 2018), sottotitolato “ Terrorismo e immigrazione: contro la fabbrica della paura”. Un libro interessante, non solo perché consente di comprendere alcune delle decisioni prese da Minniti nei vari periodi dell’ultimo ventennio in cui ha ricoperto molteplici, delicati incarichi di Governo (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla Difesa,  vice Ministro dell’Interno,  Sottosegretario con delega ai Servizi Segreti e, per ultimo, Ministro dell’Interno) ma soprattutto perché permette di inquadrare il complicato contesto politico nazionale e internazionale in cui si è trovato ad operare su temi  caldi come quello dell’immigrazione, del terrorismo e della sicurezza. E sull’immigrazione (che  “non è un fardello” come precisa sin dalle prime pagine), era stato proprio lui, d’intesa con il ministro della giustizia Orlando, a presentare nel febbraio 2017 il decreto legge (poi convertito in legge) che mirava, tra l’altro ad una riduzione drastica dei tempi entro i quali un richiedente asilo poteva ottenere una risposta (in genere due anni ed oltre), istituendo e rafforzando le sezioni specializzate dei tribunali e  l’operatività delle Commissioni territoriali per i richiedenti asilo, che potevano, nell’attesa, essere impiegati dai Comuni nei lavori socialmente utili. Un’attività, la sua, importante, a volte svolta silenziosamente, in un momento storico delicatissimo come quando, nel marzo del 2016, nonostante le pessime condizioni meteo marine, i flussi migratori provenienti dalla Libia sembravano inarrestabili. Eppure, dopo ripetute missioni in Libia, nell’ambito di una sua visione per la stabilizzazione del Paese, per governare le migrazioni, Minniti era riuscito a sottoscrivere con Sarraj un memorandum d’intesa per fornire supporto tecnico e logistico alla Guardia Costiera e di Frontiera libica,  rinnovando il piano di Eunavfor Med per il controllo del Mediterraneo contro i trafficanti fino al 31 dicembre 2018. Senza contare il coinvolgimento dei sindaci delle principali città libiche interessate dal traffico di esseri umani  in una importante riunione che si tenne a Tripoli nel luglio 2017, convincendo, poi, la Commissione europea a stanziare cinquanta milioni di euro per finanziare progetti presentati dai sindaci stessi. Per non parlare, infine, degli ottimi rapporti che Minniti riuscì a tessere con il generale Haftar dopo una serie di incontri e il protocollo di intenti che, con la sua  mediazione,  si riuscì a far firmare tra il governo libico e l’Unhcr  che consentiva, finalmente,  di “avviare un percorso per la realizzazione di un centro dedicato alla protezione internazionale per le persone con specifiche straordinarie fragilità”. Il primo passo verso quei “corridoi umanitari” di cui si era a lungo parlato negli anni passati senza alcun risultato concreto.

Nella sua visione di una “moderna politica di sicurezza”, Minniti ha voluto dare, nel febbraio 2017, con il decreto legge sopraindicato, “..una veste strutturale ad una cooperazione nel campo della sicurezza tra lo Stato nazionale e i poteri locali..” attribuendo alcuni poteri ai sindaci in tema di sicurezza urbana..” e anche nel contesto dei Comitati Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (CPOSP) che, nelle Città Metropolitane, possono essere convocati e presieduti  dai sindaci stessi insieme ai prefetti (il CPOSP è, nelle varie province, presieduto dal Prefetto ed è il suo organo di consulenza sulle questioni attinenti, appunto, l’ordine pubblico e la sicurezza). Anche se per i Sindaci i “piani di intervento” sulla sicurezza (urbana) sono diversi (riguardando la polizia amministrativa locale, l’integrazione della rete urbana, delle politiche di sviluppo del territorio, del degrado, della polizia ambientale ecc..), incombe sempre la eventualità di interferenze e di confusione  con le funzioni dell’autorità di ps e delle forze di polizia deputate ad assicurare su tutto il territorio la sicurezza. Rimane ineccepibile, comunque, la riflessione di Minniti quando, più volte, parla dell’idea “di sicurezza come bene comune e proprio per questo c‘è bisogno di tenere insieme politiche di sicurezza, politiche di integrazione, politiche di sviluppo urbanistico”. Un libro che può aiutare i cittadini a capire la complessità dell’azione di Governo.

Marco Minniti
Sicurezza è libertà
Rizzoli, Milano 2018
pagg. 220, € 19,00

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