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Aspettando il decreto sicurezza di Salvini

Piero Innocenti il . L'analisi, SIcurezza

videosorveglianza urbana jpgSul tema della sicurezza pubblica in generale, e su quella urbana in particolare, sono state fatte negli anni diverse valutazioni da analisti di settore e formulate molteplici teorie da sociologi. Qualche volta considerazioni soprattutto politiche, con lo scopo di mettere in risalto l’azione anticrimine, ritenuta positiva, del Governo in carica evidenziando il “calo dei delitti” (in realtà delle denunce presentate alle autorità dai cittadini). Fatto sta che negli ultimi anni, dopo che nel 2013 si era superato il tetto dei 2.800.000 delitti denunciati (2.868.726), negli anni seguenti si è registrato un calo ( 2.687.249 nel 2015 e 2.487.389 nel 2016) e di ciò ne hanno dato conto, di solito, le relazioni istituzionali di fine anno redatte sulla scorta anche dei dati elaborati dal Dipartimento delle Pubblica Sicurezza.

Per ultimo, il rapporto del Censis (28 giugno scorso) che evidenzia i 2.232.552 reati nel 2017 (ritengo delitti perché nelle statistiche non sono incluse le contravvenzioni), con una diminuzione del 10,2% rispetto al 2016. Un calo, dunque, al quale non corrisponde un’altrettanta diminuzione della cosiddetta percezione di sicurezza dei cittadini come ha opportunamente sottolineato il sottosegretario all’interno Molteni parlando di denunce che diminuiscono “per sfiducia del cittadino che crede di non ottenere risposta” (cfr Il Corriere della Sera del 28 giugno “Calano i reati, cresce la voglia  di armi” di Rinaldo Frignani). Mi sento di condividere questa puntualizzazione di Molteni anche sulla scorta di una esperienza professionale nel settore della sicurezza pubblica.

Penso anche che un eventuale aumento dei delitti denunciati può ben significare una maggiore fiducia dei cittadini nei confronti delle forze di polizia e della magistratura perché la realtà è che da qualche tempo, in diverse zone del Paese, dopo aver subito un furto in casa, una truffa o un danneggiamento, nessuno va più a denunciare. Spesso perché c’è rassegnazione, altre volte perché non si rileva quella speciale sensibilità richiesta agli operatori di polizia che intervengono sul luogo del delitto.

Così è capitato con persone anziane che hanno subito una intrusione in casa o sono state raggirate da ignobili truffatori e che non hanno formalizzato, poi, le relative denunce perché “scoraggiate” dagli stessi operatori di polizia. Un Governo che mantiene la parola sugli impegni presi in campagna elettorale su temi cruciali per la gente come la sicurezza, su arruolamenti di forze dell’ordine (previsti nel cosiddetto “contratto di Governo”), su una migliore vivibilità nelle città, contro il degrado, è un Governo destinato a durare nel tempo. Non credo “trent’anni” (lo ha affermato Salvini in una delle sue recenti dichiarazioni) ma se ci saranno risultati concreti, visibili, il Governo avrà dalla sua parte tutti quei cittadini, e non sono pochi, che da anni reclamano, giustamente, tranquillità e legalità nelle città e nei paesi, sottoposti, spesso, a vere scorribande di delinquenti.

Con la rassegnazione (e la comprensibile rabbia) di molti innanzi alla sordità e cecità di autorità politiche e istituzionali,centrali e periferiche, che avevano assicurato, a parole, attenzione e impegno nelle varie realtà territoriali. Se le denunce dei delitti sono andate diminuendo negli ultimi anni ciò è dovuto essenzialmente al calo di quelle relative ai furti in generale che hanno rappresentato (rappresentano) costantemente circa la metà di tutti i delitti denunciati annualmente. Insomma, se ci saranno i potenziamenti promessi (in molte province si dovranno prima ripianare gli organici bloccati al 1989 e ci vorrà tempo) per gli uffici di ps e per i comandi dei carabinieri ed assicurati anche adeguati servizi di pronto intervento (inclusi quelli della polizia scientifica), non mi stupirei se aumentassero le denunce presentate dai cittadini che rispecchierebbero, così, maggiormente quella che è la realtà della criminalità predatoria in Italia. Quella criminalità per troppo tempo negligentemente sottovalutata mentre la gente reclamava sicurezza nelle case e nelle strade.

Non ci sarebbe bisogno, oggi, di quella “voglia di sicurezza fai da te” che si sente ripetere in giro. Le autorità di pubblica sicurezza, le forze dell’ordine sostenute dalla gente e dalle autorità politiche, possono, debbono riappropriarsi del territorio per garantire sicurezza a tutti i cittadini. Nessuno escluso. Aspettiamo, dunque, di vedere cosa prevederà di nuovo e di incisivo il decreto sicurezza (modifiche al codice antimafia, al codice penale, alle normative sull’immigrazione e sugli stupefacenti, al decreto Orlando-Minniti del 2017?) al quale stanno lavorando i tecnici del Viminale su input del Ministro dell’Interno.

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