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Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le cose non dette e quelle non fatte

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cover-sarzanaAncora oggi, i misteri fondamentali che gravano sulle stragi di Capaci e via D’A­melio restano insoluti: chi erano le menti raffinatissime, i cervelli delle stragi, i pupari dei manovali del crimine? Perché in tempi così ridotti e con modalità così clamorose sono caduti, uno dopo l’altro, i due grandi nemici di Cosa Nostra?  Questo libro, frutto di anni di ricerca, costituisce il tentativo di tracciare una lista ragionata delle circostanze oscure dei due attentati, formulando, ove possibile, qualche ipotesi di spiegazione. Di fondamentale importanza le fonti utilizzate, documenti sinora non conosciuti o mai pubblicati, che rivelano un quadro di menzogne, reticenze, depistaggi, tra­dimenti, sparizioni di documenti, diffamazioni, infedeltà istituzionali gravissime e imperdonabili negligenze investigative.

La decisione di includere tanti documenti, soprattutto processuali, e di non romanzare gli eventi è stata presa per offrire ai lettori un pano­rama di fatti, probabilmente non conosciuti nella loro interezza se non dagli addetti ai lavori, e nell’intento parallelo di rinvigorire il ricordo di coloro che sono morti per noi. Mi ha guidato una frase di Mario Fran­cese, giornalista assassinato da Cosa Nostra:

«I fatti sono come domande, prima o poi vengono le risposte».

Carlo Sarzana di Sant’Ippolito

Presidente onorario aggiunto della Corte di cassazione, membro dell’Ufficio legi­slativo del Ministero della Giustizia, di cui ha diretto gli Uffici di studi e ricerche, Direzione generale II.PP. e AA.PP. Ha svolto incarichi di docenza presso la cattedra di Sociologia del diritto all’Università Sapienza di Roma e in altre istituzioni, come la Scuola di alto perfezionamento per le Forze di Polizia. Negli ultimi anni si è occupato dei problemi giuridici relativi alla sicurezza delle nuove tecnologie. Dal 1994 al 2000 ha ricoperto l’incarico di Presidente della sezione GIP Tribunale di Roma. Nel 2002 è stato nominato componente del Comitato interministeriale per la sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nella pubblica amministrazione. L’anno successivo il CNIPA gli affidò un incarico di collaborazione come consulente giuridico per la sicurezza.

«Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere» Giovanni Falcone

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le cose non dette e quelle non fatte
di Carlo Sarzana di Sant’Ippolito
Castelvecchi
Collana: RX – pp. 430 – Euro 22.00

 

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