NEWS

Salvini il “superministro”

Piero Innocenti il . L'analisi

eunavfor medDunque il ministro “tuttofare” Salvini (interno-salute-immigrazione-lavoro-difesa) vuole bloccare i porti italiani anche alle navi militari che partecipano alla operazione navale europea, a guida italiana, Eunavfor Med dopo che, un paio di giorni fa, una nave militare irlandese ha soccorso e sbarcato a Messina 106 migranti (tra cui 11 minori e due donne incinte).

Una ulteriore invasione di campo del ministro Salvini che ha indotto il Ministero delle Difesa ad una immediata precisazione affidata ad una nota di agenzia con cui si ricordava che Eunavfor Med è una missione internazionale avviata, nel luglio 2015, ai livelli Esteri e Difesa e non Interno. La missione, in effetti, fu iniziata a seguito della Decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio europeo del 18 maggio 2015 e dell’approvazione del relativo piano operativo da parte del Comitato Politica e Difesa (CPS) del mese successivo.

Qualcuno dovrebbe spiegare a Salvini che il Comando operativo si trova in Italia, come italiano è il comandante della forza navale e che tra gli obiettivi della missione vi è quello del contrasto ai trafficanti di migranti quello, cioè, che il Ministro dell’Interno vorrebbe realizzare con tutte le forze. Attività di contrasto non semplice come si vorrebbe far credere alla gente. L’attuale fase operativa di Eunavfor Med, denominata Sophia, prese avvio nell’ottobre 2015 in seguito alla Risoluzione ONU 2240/2015 finalizzata a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospettate di essere utilizzate per il traffico, la tratta di esseri umani ed il contrabbando. Tutte attività da compiersi in acque internazionali. Una prima fase, durata pochi mesi, era stata dedicata essenzialmente al pattugliamento in alto mare e alla raccolta di informazioni per monitorare le reti dell’immigrazione illegale. Una eventuale, improbabile allo stato,terza fase sarebbe stata attivata se vi fosse stata una risoluzione ONU o il consenso dello Stato costiero (per esempio la Libia) ed avrebbe comportato, nelle acque territoriali di tale Stato, la possibilità di interventi nei confronti di imbarcazioni anche “eliminandole o rendendole inutilizzabili”.

Nel  frattempo l’operazione Eunavfor Med è andata avanti raccordandosi anche con l’agenzia europea Frontex che coordina le operazioni di vigilanza alle frontiere esterne dell’UE e di soccorso in mare dando il contributo anche alle attività di S.A.R. (Search and Rescue). Come accaduto con la nave militare irlandese. Oltretutto ad Eunavfor Med, un paio di anni fa, il Consiglio dell’Unione Europea ha assegnato anche altri due compiti e cioè l’addestramento della Guardia Costiera e della Marina Militare libica  ed il concorso nel controllo in alto mare dell’embargo sulle forniture delle armi alle milizie libiche (approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2292 (2016). Questo, in sintesi, quello che stanno facendole unità navali di Sophia nel mar Mediterraneo mentre si ripropongono le vecchie e inutili strategie di dare soldi e mezzi per bloccare le migrazioni africane. Così si torna a parlare di una nuova fornitura di motovedette per la Guardia Costiera libica alla quale, negli anni scorsi, sono già state consegnate ben 47 imbarcazioni della Polizia di Stato, 6 motovedette della Guardia di Finanza (tre rimpiazzate, poi, con altrettante costruite nei cantieri di Adria), utilizzando fondi del progetto Sah-Med e del Ministero dell’Interno (Dipartimento della Pubblica Sicurezza), effettuando la manutenzione (spesa 4 milioni di euro) dei guardacoste della classe Bignani.

A questo si debbono aggiungere almeno 460milioni di euro già dati ai libici (un acconto dei 5 miliardi di dollari promessi nel 2008 quale compensazione dei “danni” coloniali subiti dalla Libia), i numerosi corsi di formazione svolti in Italia riservati ad operatori della sicurezza libici, gli ingenti quantitativi di veicoli, gommoni, fuoristrada,autobus Iveco e supporti tecnologici forniti nel tempo, il contributo per l’attivazione di un laboratorio per il falso documentale presso l’aeroporto di Tripoli, l’attivazione di “uffici di amicizia” a Milano, Roma e Palermo (con la presenza di ufficiali di collegamento libici), il contributo per ripristinare condizioni accettabili (durate poco tempo)nei centri di accoglienza di El Twesta, Misurata ed altri. Con i risultati mediocri ben noti anche perché il traffico dei migranti è almeno in gran parte sotto il controllo delle varie tribù libiche che continuano, di fatto, a “governare” quel paese.

Il ministro dell’Interno, la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, le misure di prevenzione

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link