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Aspettando la depenalizzazione del “reato di clandestinità”

Piero Innocenti il . Migranti

migrazioniA distanza di oltre quattro anni (aprile 2014)  dall’approvazione della legge n.67 in materia di pene detentive non carcerarie e di sospensione del procedimento penale con messa alla prova nei confronti delle persone irreperibili, con la delega all’Esecutivo di riformare il sistema sanzionatorio dei reati prevedendo, tra l’altro, l’abrogazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato, trasformandolo in illecito amministrativo, il Governo non ha ancora provveduto alla sua cancellazione.

Il reato di immigrazione “clandestina” (art.10 bis del testo unico sull’immigrazione del 1998) era stato introdotto con il “Pacchetto sicurezza” del governo Berlusconi nel 2009 dopo che, nel  2002,  con la legge n.189 del 30 luglio, (la cosiddetta Bossi-Fini), erano state riconsiderate alcune procedure di espulsione degli stranieri irregolari introducendo misure più rigide. A metà del 2018, dopo che agli inizi del 2016 il governo Renzi aveva ritenuto “inopportuna politicamente” la depenalizzazione, nonostante autorevoli obiezioni tecnico giuridiche formulate anche da diversi magistrati, tra cui Franco Roberti allora Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, migliaia di segnalazioni  fatte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri hanno continuato ad intasare gli uffici giudiziari (Procure della Repubblica e Giudici di Pace) per una contravvenzione definita, in molti casi con assoluzioni, in altri con condanne a pagare migliaia di euro (la sanzione per la violazione dell’art.10bis va dai 5mila ai 10mila euro), in realtà mai pagati per le condizioni di indigenza in cui si trovano, di norma, gli stranieri irregolari.

La norma doveva “difenderci dalle invasioni” dei migranti (quelle irreali, partorite dalla ingannevole visione leghista servita essenzialmente a far crescere le paure tra i cittadini ed ottenere, così, maggior consenso elettorale) e così, dalle oltre 13mila denunce fatte nel 2009 (dall’agosto, mese in cui entrò in vigore la legge n.94), si passò a più di 28mila nel 2012, a circa 27mila nel 2016 ad oltre 40mila nel 2017.

Stranieri quasi sempre contumaci, che non hanno pagato un euro dei 5mila inflitti, senza possibilità di convertire, secondo la vigente normativa (decreto legislativo 274/2000), l’insolvenza del “condannato”, che non avesse richiesto un lavoro sostitutivo, in “permanenza domiciliare”. Infatti, di quale abitazione o luogo di privata dimora o di cura può disporre uno straniero o un profugo? Oltretutto, anche se fosse stato possibile convertire, la permanenza in “casa”, anche con l’ammenda minima di 5mila euro, ciò avrebbe comportato uno stazionamento forzato di duecento giorni, mentre per legge non si possono superare i 45 giorni.

L’effetto dissuasivo sulle immigrazioni irregolari che avrebbe determinato l’introduzione del “reato di clandestinità”, stimato nella misura del 10% di riduzione dei flussi migratori annui, si è rivelato inattendibile, come hanno confermato i dati degli anni seguenti riguardanti migranti soccorsi in mare e sbarcati sulle nostre coste, provenienti, in gran parte dalla Libia.

Una riduzione, apprezzabile, dei flussi via mare si è avuta nel decorso anno in virtù di accordi (e di aiuti consistenti) del ministro dell’Iinterno Marco Minniti con il governo di Tripoli e con la gran parte dei capi tribù (convocati a Roma per trattare la “questione”) che di fatto controllano (ricavandone profitti) le zone di transito dei migranti provenienti dalle altre regioni del continente africano.

Ma già in questi primi cinque mesi del 2018 e, soprattutto, negli ultimi giorni, si sono registrati numerosi interventi in mare per soccorrere migranti (oltre 2.500,nelle sole giornate del 27 e 28 maggio scorso, molti dei quali minori non accompagnati e donne) partiti non solo dalle coste libiche ma anche da quelle tunisine. Le tariffe per i viaggi praticate dai trafficanti sono aumentate negli ultimi due anni, come si è potuto rilevare nel corso di indagini di polizia giudiziaria e, allo stato, non c’è alcun segnale che faccia presumere ulteriori rallentamenti nelle traversate marine per l’imminente buona stagione.

Va anche ricordato che negli altri paesi europei, in cui già da tempo era stata data rilevanza penale alla semplice condotta di chi entra illegalmente in uno Stato, i flussi migratori non hanno subito quelle contrazioni che ci si attendeva. Basti ricordare che tra il 2015 e parte del 2016, lungo la cosiddetta rotta balcanica, sono transitati oltre un milione di profughi ed il flusso si è notevolmente ridotto solo perché la Turchia, pagata profumatamente dall’UE, ha bloccato decine di migliaia di migranti ai suoi confini. Con quali drammi e sofferenze umane è facile immaginare.

Tentativi inefficaci per governare l’immigrazione

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