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Moro e Impastato, uno spettacolo teatrale per farne memoria

Marzia Innocenti* il . Lombardia

spettacolo moro impastatoQuarant’anni fa la tragica scomparsa di Peppino Impastato e Aldo Moro. Militante nei gruppi della sinistra extraparlamentare e fondatore di Radio Aut il primo, statista democristiano il secondo. Politicamente avversari ma accumunati da un unico destino: entrambi uccisi il 9 maggio 1978. Impastato muore sui binari di una ferrovia a Cinisi, il corpo di Moro viene invece ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani a Roma.

Nel giorno dell’anniversario, Bergamo ne fa memoria con uno spettacolo teatrale intitolato “A.N.N.A. Amore Non Ne avremo”, scritto diretto e interpretato da Giuseppe Adduci. Un evento promosso dal Coordinamento provinciale di Libera e dal Comitato Peppino Impastato con il patrocinio del Comune di Ponteranica. “Questo spettacolo ci unisce idealmente a Cinisi, Maglie, Roma e a tutti i luoghi nei quali si ricordano oggi le figure di Peppino e Aldo Moro”, spiega a inizio serata Carlo Colombi, portavoce del Comitato e delegato del Comune di Ponteranica per Avviso Pubblico. Continua dicendo: “Un ricordo non può essere meramente un esercizio estetico rivolto al passato ma vuole rappresentare un’occasione culturale per meglio leggere il presente”. Un presente in cui, secondo Rocco Artifoni, responsabile della comunicazione di Libera Bergamo, Aldo Moro e Peppino risultano essere molto attuali: “Impastato era all’avanguardia nell’uso dei mezzi di comunicazione: il teatro, l’ironia, la radio. Moro era maestro nella capacità di tessere il dialogo tra le forze politiche e sociali diverse: fu il più importante artefice del compromesso storico. Con-promesso: una promessa fatta insieme, che guarda al futuro, per realizzare le attese e le speranze di un popolo”.

Di fronte al gremito auditorium comunale di Ponteranica ci sono gli interpreti del Teatro Gruppo Popolare di Como, Giuseppe Adduci e Gianpietro Liga. I due attori mettono in scena un impossibile ultimo dialogo tra Impastato e Moro, una ribellione alla mafia e al terrorismo.

<<Lo volete sapere perché a mezzogiorno non esce di casa Tano Seduto? Non ci esce perché l’ombra gli sta esattamente sotto i piedi, e non vuole fare vedere che se la calpesta, nessuno, nemmeno lui la può calpestare. Questo mi dovete dire che ci sta per terra, no i mozziconi, i cocci e il piscio del cane. L’ombra di tutti, pure di Tano Seduto. E come calpestiamo quella di tutti, pure la sua possiamo mettere sotto i piedi. Quando troveremo il coraggio di calpestargli l’ombra, allora avremo vinto>>.

Questo potrebbe dire Peppino alla sua radio, questo dice durante lo spettacolo, in una mescolanza di due voci apparentemente casuale, quella del giovane ragazzo siciliano che, attraverso la sua piccola radio, si ribella e lancia la sua rabbia contro la mafia di Cinisi e quella di un uomo, in stato di prigionia, che cerca di mettere ordine tra i suoi pensieri e i suoi ricordi. Il dialogo tra i due inizia quando, in un momento di distrazione dei “secondini”, l’uomo esce dalla cella trova un telefono, la libertà e la possibilità di chiamare finalmente la tanto amata Noretta, la moglie. Alla fine, però, decide di chiamare Peppino per metterlo in guardia e inizia così una fitta conversazione a distanza che li porta a consapevolezze lievi e dolorose.

Lo spettacolo ha messo in evidenza non solo la grande umanità di Impastato e Moro, “Volevo venisse fuori la parte più umana di Moro, capace, nello spettacolo, di un sentimento di protezione verso il giovane Peppino”, spiega Adduce in un’intervista, ma ha mostrato anche i loro sogni, i loro valori e le loro preoccupazioni.

Diversamente dal titolo, tratto dalla raccolta di poesie di Impastato, lo spettacolo mostra il profondo amore messo in scena con le parole cariche d’affetto di Moro per la moglie Noretta e quelle di Peppino per la mamma Felicia. Non solo amore per le donne della loro vita, ma anche amore per la politica e per i loro ideali che nessuno è riuscito a spezzare.

Ponteranica 9 maggio, Amore non ne avremo

“La “Meglio Gioventù” nel ricordo di Peppino

*Referente del Presidio Isola Bergamasca – Valle Imagna “Gaetano Giordano e Rita Atria”

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