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Deficit/Pil, dai proclami alla realtà

Rocco Artifoni il . L'analisi

deficitpil“Se serve, ignoreremo il tetto del 3%”. È questa la dichiarazione di guerra ai parametri europei sul fronte dei conti pubblici del leader leghista Matteo Salvini. Il fatto che la frase sia stata pronunciata in una conferenza stampa a Strasburgo, autorizza a pensare che non si tratti di una battuta.
Non si è fatta attendere la risposta del commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, che ha segnalato che il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil previsto dal Patto di Stabilità e Crescita “è una regola comune e di buon senso che permette semplicemente di assicurare che il debito pubblico si riduca”. “Il debito pubblico è un fardello che pesa sulle nostre economie e che quando diventa troppo pesante pesa sulle finanze pubbliche e impedisce di finanziare i servizi pubblici utili”, ha spiegato Moscovici ai giornalisti a margine della plenaria dell’Europarlamento. “Ogni euro che è consacrato al servizio del debito è un euro in meno per l’educazione, per la giustizia, per la sicurezza, per i servizi pubblici”.
A questo punto Matteo Salvini dovrebbe spiegare come l’Italia possa continuare a sostenere il debito pubblico più alto d’Europa, a maggior ragione se questo aumenterà a causa di un deficit oltre i limiti consentiti dai parametri europei.
Nel 2017 il debito pubblico italiano ha registrato un aumento lordo di 36,6 miliardi di euro. Si tratta di una cifra che può trarre in inganno, poiché la stessa Banca d’Italia ammette che il reale fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche è stato di 51,8 miliardi di euro, in parte compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (diminuite di 16,6 miliardi di euro). Infatti, soltanto nel mese di gennaio 2018 il debito è aumento di quasi 24 miliardi di euro, poiché il Tesoro ha avuto la necessità di rimettere liquidità nella cassa.
In altre parole, per chiudere l’anno 2017 si è raschiato il fondo del salvadanaio, utilizzando anche le monetine, ma poi lo Stato non può rimanere con il portafoglio vuoto. Per le feste di capodanno si è evitato e rinviato un pezzo di debito, ma a gennaio il conto si è ripresentato assai salato.
Di fronte a questi dati negativi Matteo Salvini potrà continuerà ad ignorare il problema?

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